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Famiglia & Minori

Della paura e del coraggio

di Cristina Nespoli

Come dice Don Abbondio, se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare.

Quando Francesco era ancora in vita veniva già considerato santo, e non sempre fu un bene. Perché i santi, come gli angeli o i martiri sono irraggiungibili: come fai ad assomigliare ad un santo? Sembra un’impresa impossibile. E poi i santi, si sa, sono noiosi, dediti al sacrificio e pure poveri! La santità spesso è stata utilizzata per far apparire irraggiungibili scelte e comportamenti che erano, e sono, considerati troppo lontani dalla quotidianità, dalla normalità.

E questi sono tempi duri e difficili: sono tempi nei quali si vive “tirati” tra la scelta di impegnarsi perché gli uomini di buona volontà trovino spazio e tempo per agire e la voglia di chiudere gli occhi e sperare che ciò che di terribile accade ogni giorno nel mondo svanisca, come un brutto sogno al risveglio.

Un po’ come Giona, quello della balena, che vi finì dentro perché, invano, aveva voluto fuggire dalla voce di Dio – o se volete dalla propria coscienza – che gli imponeva di agire per riportare gli abitanti della città di Ninive , persone con le quali lui non aveva niente a che fare, a riprendere una vita che fosse segnata dalla giustizia, dalla preghiera e dalla rettitudine.

Giona è un profeta sui generis: non lo vorrebbe fare, ma gli tocca farlo. E trasmette in modo semplice e comprensibile ai suoi simili quello che Dio  – o se volete la sua coscienza – gli impone di dire. E diciamolo che con Dio –  o se volete con la sua coscienza – ci litiga pure un bel po’!

Quando qualcuno mi dice “che coraggio che hai”, o “io non riuscirei a fare quello che fai tu”, di solito rispondo con grandi sorrisi ma difficilmente replico. Che potrei dire? Che secondo me non faccio niente di straordinario? Che faccio quello che avrei sempre voluto fare nella vita? che è sano aver paura ma è folle farsene dominare?

E non c’è nessun coraggio ma solo lo sforzo quotidiano, che mi riesce pure un po’ male, di amare il prossimo come me stessa. Senza prendersi troppo sul serio, convinta che la vita non è bella, spesso non lo è,  ma è un’unica e irripetibile occasione. Punto.

 


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