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Leggere la frontiera: “Non ti allarmare fratello mio”

di Alessandro Puglia

“Non ti allarmare fratello mio”, è l’incipit di una delle poesie di Segen, il migrante eritreo di appena trenta chili morto il giorno dopo il suo sbarco a Pozzallo dalla nave Proactiva della Ong Open Arms il 12 marzo 2018 . Quelle poesie pubblicate per la prima volta su Vita appaiono come un testamento di migliaia di migranti in fuga dall'inferno dei campi di detenzione in Libia e pongono una riflessione globale sulla contemporaneità tradotta anche nelle sue arti espressive oggi attraversate dal tema della frontiera. Una breve premessa per lanciare oggi questo blog: un contenitore di linguaggi tra poesia, prosa, arte, teatro e cinema dove in qualche modo rientra il racconto di una frontiera, geografica, ma anche dell'anima. Ad inaugurare questo spazio sono proprio le poesie di Segen, con quei versi che richiamano il monito divino di Dio nei confronti degli uomini descritto nella Genesi: "Adamo dove sei? Caino, dov'è tuo fratello?", ricordato da Papa Francesco nel suo primo viaggio da Pontefice nel luglio del 2013 a Lampedusa. I versi di Segen sono un dono per capire meglio il presente, una testmionianza dei nostri tempi. Per questo meritano di essere inserite nelle antologie scolastiche.

Non ti allarmare fratello mio


Non ti allarmare fratello mio,
dimmi, non sono forse tuo fratello?

Perché non chiedi notizie di me?

È davvero così bello vivere da soli,

se dimentichi tuo fratello al momento del bisogno?

Cerco vostre notizie e mi sento soffocare

non riesco a fare neanche chiamate perse,

chiedo aiuto,

la vita con i suoi problemi provvisori

mi pesa troppo.

Ti prego fratello, prova a comprendermi,

chiedo a te perché sei mio fratello,

ti prego aiutami,

perché non chiedi notizie di me, non sono forse tuo fratello?

Nessuno mi aiuta,

e neanche mi consola,

si può essere provati dalla difficoltà,

ma dimenticarsi del proprio fratello non fa onore,

il tempo vola con i suoi rimpianti,

io non ti odio,

ma è sempre meglio avere un fratello.

No, non dirmi che hai scelto la solitudine,

se esisti e perché ci sei
 con le tue false promesse,

mentre io ti cerco sempre,
saresti stato così crudele se fossimo stati figli dello stesso sangue?


Ora non ho nulla,

perché in questa vita nulla ho trovato,

se porto pazienza non significa che sono sazio

perché chiunque avrà la sua ricompensa,

io e te fratello ne usciremo vittoriosi 
affidandoci a Dio.

Tempo sei maestro

Tempo sei maestro
per chi ti ama e per chi ti è nemico,
sai distiunguere il bene dal male,
chi ti rispetta
e chi non ti dà valore.

Senza stancarti mi rendi forte,
mi insegni il coraggio,
quante salite e discese abbiamo affrontato,
hai conquistato la vittoria
ne hai fatto un capolavoro.

Sei come un libro, l’archivio infinito del passato
solo tu dirai chi aveva ragione e chi torto,
perché conosci i caratteri di ognuno,
chi sono i furbi, chi trama alle tue spalle,
chi cerca una scusa,
pensando che tu non li conosci.

Vorrei dirti ciò che non rende l’uomo
un uomo
finché si sta insieme tutto va bene,
ti dice di essere il tuo compagno d’infanzia
ma nel momento del bisogno ti tradisce.

Ogni giorno che passa, gli errori dell’uomo sono sempre di più,
lontani dalla Pace,
presi da Satana,
esseri umani che non provano pietà
o un po’ di pena,
perché rinnegano la Pace
e hanno scelto il male.

Si considerano superiori, fanno finta di non sentire,
gli piace soltanto apparire agli occhi del mondo.

Quando ti avvicini per chiedere aiuto
non ottieni nulla da loro,
non provano neanche un minimo dispiacere,
però gente mia, miei fratelli,
una sola cosa posso dirvi:
nulla è irragiungibile,
sia che si ha tanto o niente,
tutto si può risolvere
con la fede in Dio.

Ciao, ciao
Vittoria agli oppressi

Poesie di Tesfalidet Tesfom

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