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Bioshock. Il Belgio e noi

di Marco Dotti

In una sezione di Aut Aut, Kierkagaard parla di Symparanekromenoi, un circolo di intellettuali seguaci della morte. Amano discutere e far conferenze, gli adepti di questo circolo “tanatocratico”.  

Oggi non serve entrare in un circolo, per notare che di “simpatia per la morte” ce n’è davvero tanta. Anche se poi se ne discute poco. Fa più scandalo, ad esempio, un referendum svizzero di una legge belga. Tant’è, anche i filosofi sembrano vaccinati su questo. Pensiamo a Peter Singer, docente a Princeton, autore di una celeberrima etica animale, che a più riprese ha dichiarato di essere a favore dell’eutanasia infantile. Le ragioni di Singer? Se un un bambino soffre troppo, beh, la sofferenza non lo rende persona. Lo sfigura. E quindi uccidere una non-persona non è omicidio. Assurdo, soprattutto per un paladino dell’etica laica e difensore degli animali come Singer.

Già nel 2003, quando in Belgio si era da poco approvata la legge sull’eutanasia (che è del 2002, e oggi viene estesa anche ai bambini senza limite d’età), Singer aveva preso parola con un articolo in cui esprimeva il punto di vista utilitarista sul tema.

Qui potete vedere e ascoltare uno dei tanti interventi di Singer sul tema. (Tornerò sulla questione in un altro post)

Oggi la morte, come tanatocrazia,entra a nel “bios” – forma immediata, immediatamente percepibile della vita – e lo stravolge. Mentre in Italia farsescamente si discute di “diritti”, in Belgio si svela l’avanguardia che preme e fa di tutti noi gli asserviti a una logica idolatrica e talebana. Tanto più talebana, quanto più mascherata da “laicismo”, “modernità”, “indipendenza”. Il punto chiave, nella legge Belga sull’eutanasia infantile, è la “formazione della volontà”: come si forma la volontà di un bambino? Delegando agli esperti.

Per questa logica, il bambino non esiste a priori, perché non ha voce se non la voce degli esperti. Quindi ucciderlo legalmente è solo una conseguenza della sua mancata considerazione. Un modo per sottrarre la sua irruducibile resistenza, per non farcene interrogare.

Ora, vorrei rimarcare che siamo al cospetto di un salto quantico anche per quanto riguarda il fronte laico, che si è sempre battuto – possiamo essere o meno d’accordo, ma è un ‘altra questione – puntando il dito sulla libera determinazione delle scelte. Qui? La libera determinazione è solo presunta, è mera finzione tecno-nichilista e a presupporla sono per l’appunto tecnici e esperti. Io definisco tutto questo: bioshock. Ed è solo l’inizio


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