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Sostenibilità sociale e ambientale

“…tra ‘coccodrilli’, Cassandra’s legacy e ravvedimenti operosi, ma tardivi…”

di Walter Ganapini

Ci sono momenti in cui capita di constatare come la vita possa essere letta in logica 'discreta' in senso quantistico, momenti in cui il senso del vissuto come 'continuum' viene sovrastato da un evidente verificarsi del 'natura non facit saltus, historia facit', laddove 'historia' può anche essere quella personale, non solo quella dei grandi eventi e dei grandi condottieri (si percepisce che sono un accanito 'annalista'?) .

Questo mi è capitato di pensare tra il 13/5 ed il 18/5 del corrente anno.

Il 13/5 sul 'Corriere della Sera' compare:

Mi è ben presente ciò che ho vissuto 20 anni fa da Assessore ambientalista nella Milano che qualcuno voleva ri-asservire al pluridecennale e potente intreccio 'affari&politica' da sempre attivo nelle cronache italiane, con l'aggravante della intrusione della economia criminale, attraverso una 'emergenza rifiuti indotta' che alimentasse il meccanismo 'mangiatoia tangentizia' sopravvissuto anche a 'Mani Pulite'.

Ne porto i segni sulla pelle…

Mi ero rassegnato alla idea che il lavoro della 'macchina del fango' subito attivata per occultare i risultati della innovazione allora proposta, accolta con responsabile e nobile civismo dai Milanesi, mai avrebbe potuto cedere il passo ad una più fedele lettura di quei mesi 'matti e disperatissimi', ben sintetizzata nelle righe di GianGiacomo Schiavi.

Vabbè, mi sono detto, è alla fine vero che 'il tempo è galantuomo', così come tante vicende collaterali a quella dei rifiuti milanesi avevano dimostrato che comunque, alla fine, 'c'è un giudice a Berlino', poichè 'il diavolo insegna a fare le pentole, ma non i coperchi'.

E poi, mi sono ripetuto, come dimenticare il 'Le vie del Signore…'.

La così conseguita serenità, però, è stata perturbata dopo pochissimi giorni dal leggere

È vero: con Philippe Daverio e Italo Rota Assessori condividemmo con passione le '5 giornate' della 'rivoluzione milanese dei rifiuti' da cui avrebbe preso corpo l'aggiornamento in senso europeo delle leggi nazionali nel senso della raccolta differenziata 'porta a porta' e della Economia Circolare. Ohibò, mi son però detto, in prossimità del mio 66° compleanno (numero non ottimale secondo le note letture esoteriche…) comincio a sentire sapore di 'coccodrillo' in senso giornalistico .

Fortunatamente, dopo altri due giorni, sempre il 'Corriere della Sera' mi ha di nuovo aiutato, stavolta a superare il retropensiero da 'sindrome coccodrillo', riaccendendo in me altra sindrome presente lungo il mio percorso esperienziale, quella 'da Cassandra', più volte descritta attraverso questo Blog.

Scrive infatti Umberto Torelli (" Corriere della Sera" 20/05/17 pag.50)

In quel titolo ritrovo infatti ciò che scrivevo in “Quale Impresa”, n.6/7, nel 2003, a proposito di 'Politiche energetiche per la sostenibilità', base dell'intervento che allora tenni ad una Sessione del Convegno Nazionale dei Giovani di Confindustria a Capri in cui tra l'altro dicevo:

"….., l'Italia ha dunque ancora molto da apprendere dall'esperienza maturata ……dall'area centro-settentrionale europea e dalla iberica. Come recuperare terreno, anche alla luce delle condizioni oggettivamente favorevoli soprattutto per quanto concerne le fonti rinnovabili del nostro territorio? Il potenziale di elettrogenerazione eolica delle nostre aree appenniniche è ragionevolmente stimato equivalente a una potenza installata di 15 GW; il recupero, poi, delle oltre 60 piattaforme off-shore in via di chiusura mineraria come supporto per wind-farms fa ragionevolmente stimare in oltre 200 MW la potenza installabile solo nell'Adriatico antistante la costa romagnola da Ravenna a Cervia, con la possibilità di utilizzare l'energia in loco per produrre Idrogeno dal gas naturale residuo."

L'affermazione traeva origine dall'avere redatto per l'allora Assessore Regionale all'Ambiente dell'Emilia-Romagna, Guido Tampieri, il Piano di Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC) come previsto dalla normativa dell'UE, Piano che venne approvato da Regione ed Enti Locali interessati e che prevedeva come obiettivo centrale (vedi Atti del Convegno “Sviluppo sostenibile della costa” Regione Emilia Romagna, Rimini, Maggio 2003):

"creazione di un “parco tecnologico costiero”, per sistemi energetici fondati su fonti rinnovabili (dal solare termico agli stabilimenti balneari con tetti fotovoltaici, dagli impianti eolici off-shore sulle oltre 60 piattaforme per idrocarburi in dismissione mineraria al largo della costa alla produzione ed utilizzo delle biomasse prodotte nelle aree di necessaria rinaturazione alle spalle delle località balneari, nelle superfici destinabili a fitodepurazione, nelle terre a riposo);".

Con l'Assessore Tampieri, grazie al GIZC,convincemmo AGIP – 'Estrazione e Produzione' ad evitare lo smantellamento delle piattaforme come previsto dal loro Manuale Operativo per i pozzi in cui si fosse superato il limite inferiore di pressione commercialmente utile del gas naturale. Convincemmo anche ENI ad affidare all'allora SNAMProgetti lo studio 'REPLAT' (Recycling Platforms) per utilizzare piattaforme comunque già ben ancorate ai fondali come base per la produzione di energia da fonti rinnovabili, essendo tali piattaforme connesse sul piano della trasmissione elettrica tra di loro e fino a terra attraverso le ultime due ('Angela' ed 'Angelina') contigue al porto di Ravenna.

Non si deve dimenticare, dal punto di vista economico, che comunque l'evitare lo smantellamento significava risparmiare costi importanti ; ancor più, dal punto di vista ambientale, l'evitare lo smantellamento significava non rimettere in circolo lungo le catene trofiche i fanghi di trivellazione tossici accumulati come sedimenti sotto le piattaforme già all'atto della escavazione dei pozzi (per facilitare la quale si ricorre a sostanze lubrificanti minerali ad elevato impatto su ambiente e salute).

Non si deve altresì dimenticare che la previsione di una 'wind-farm off-shore' da 200MW si basava sulla tecnologia eolica allora disponibile,ricorrente a pale da circa 0,3 MW di potenza installata/cadauna e fungibili per una velocità del vento economicamente utile superiore a 6m/sec.

L'evoluzione tumultuosa delle tecnologie avrebbe di lì a poco moltiplicato tale potenza unitaria, rendendo la stima di un parco da 200 MW di potenza installata del tutto cautelativa, ove non palesemente pessimistica, come dimostravano le esperienze danesi e tedesche nella progettazione e realizzazione di impianti eolici su basi galleggianti nel tempestoso Mare del Nord.

Alla fine, però 'nulla si seppe più di 'REPLAT' in ambito ENI (era l'epoca dei decreti 'sblocca centrali' da Marzano in poi ed ENIPower ambiva a costruire una centrale turbogas da 800MW a Ravenna), ma anche in Regione prevalse la 'linea fossile' dell'allora Assessore all'Industria Campagnoli, già Segretario 'sviluppista' della CGIL di Bologna, e del suo staff, non indisponibili rispetto ai 'desiderata' di ENIPower. Peccato!

Si fosse proceduto allora ad attuare il Piano GIZC, la Riviera come tendenziale 'Wellness District' avrebbe incrementato il suo 'appeal' di sostenibilità ed innovazione (le piattaforme più grandi avrebbero potuto fungere anche da base per attività di 'diving', pescaturismo, maricoltura,..) e quindi la sua competitività come sistema territoriale.

Nulla avrebbe impedito di perseguire la produzione di Idrogeno da 'reforming' del gas naturale residuo, comunque presente nei giacimenti sottostanti le piattaforme ed ancora estraibile, Idrogeno che avrebbe potuto alimentare gli oltre 300 pescherecci allora in dismissione a Rimini e dintorni evitandone la rottamazione grazie alla loro trasformazione, una volta muniti di 'celle a combustibile', in mezzi per cabotaggio costiero di persone e merci (esempio 'Metromare' lungo la Costiera Amalfitana) per alleggerire la mortifera arteria stradale costiera adriatica, progetto cui si interessarono all'epoca CETENA-Fincantieri, Sapio e l'Istituto di Ricerche 'Macroscopio'.

Capirete così il riemergere in me della 'sindrome Cassandra', che cerco comunque di curare proprio tenendo viva la memoria dei fatti accaduti, affinchè i giovani sappiano che non era nè 'scritto' nè necessitato che il Paese si riducesse al punto di mettere in discussione il loro futuro: hanno solo (si fa per dire) sin qui prevalso forze ben dotate di insipienza, incultura, corruzione, clientelismo, assistenzialismo, ma non è detto che un'altra Italia non sia possibile.

Comunque ben venga il recupero dei contenuti innovativi di GIZC e di 'REPLAT' da parte di ENI: 'ravvedimento operoso' molto tardivo, sempre che non occulti l'ennesimo tentativo di 'green washing' per indorare la pillola dell'aver ottenuto la ripresa delle trivellazioni a mare e non solo.


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