Amministrazione condivisa

La formazione che trasforma: a Milano 70 professionisti sperimentano pratiche condivise

Ha preso il via a Milano un percorso formativo laboratoriale per favorire i processi di co-programmazione e co-progettazione. Fortemente voluto dal Forum del Terzo Settore e dal Comune, promosso da Consorzio SiR e Csv con il contributo di Fondazione di Comunità Milano, coinvolge 70 professionisti nella costruzione di un linguaggio condiviso e prassi integrate. Un’iniziativa che nasce dal lavoro intrapreso dalla città grazie a équipe miste

di Daria Capitani

Il futuro del welfare? Passa dall’amministrazione condivisa. È una consapevolezza nuova che attraversa gli spazi in cui le istituzioni pubbliche incontrano il Terzo settore per dare vita a servizi, interventi, governance. Ma perché sia efficace, servono spirito di innovazione e formazione. A Milano, è proprio questa la parola chiave di un laboratorio che ha preso il via sabato scorso per approfondire i processi di co-programmazione e co-progettazione: 70 professionisti (40 appartenenti a enti del Terzo settore e 30 del comune di Milano) impegnati ad apprendere tecniche e strumenti per superare le logiche tradizionali del rapporto committente-fornitore, costruire prassi integrate e valorizzare le competenze reciproche.

L’amministrazione condivisa non è soltanto uno strumento giuridico: è un approccio che riconosce il valore delle comunità

Rossella Sacco, portavoce del Forum del Terzo settore Milano

L’iniziativa è promossa da Consorzio SiR-Solidarietà in Rete, in collaborazione con Csv, con il sostegno del Forum Terzo settore e della direzione Welfare e Salute e Area Diritti e inclusione del Comune, con il contributo di Fondazione di comunità Milano. I partecipanti appartengono a sei diverse direzioni dell’ente, quelle che maggiormente negli ultimi anni si sono misurate con le procedure di amministrazione condivisa: Welfare e Salute, Educazione, Lavoro Giovani e Sport, Casa, Cultura, Servizi civici.

Un sistema di intervento sinergico

«La finalità del percorso è favorire un cambiamento di paradigma dal punto vista relazionale e operativo, che parta dal coinvolgimento, dalla partecipazione attiva, dalla valorizzazione di competenze, capacità e risorse dei diversi attori coinvolti», spiega Rossella Sacco, portavoce del Forum del Terzo settore della città di Milano che ha fortemente voluto questa sperimentazione. «Puntiamo a sviluppare un sistema di intervento sinergico nella realizzazione di progettualità sociali che siano sempre più rispondenti ai bisogni delle comunità di riferimento. La proposta nasce dall’esigenza, rilevata nell’ambito dei tavoli di confronto che hanno accompagnato la stesura del regolamento che disciplina i rapporti tra comune di Milano ed enti del Terzo settore, di promuovere un nuovo approccio culturale».

Genesi di una governance mista

«Negli ultimi quattro anni abbiamo investito moltissimo nell’amministrazione condivisa, arrivando a destinare 40 milioni di euro l’anno alle co-progettazioni», spiega l’assessore al Welfare e alla Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolé. «Milano è una delle città che più ha colto le opportunità introdotte dall’art. 55 del Codice del Terzo settore, inaugurando un paradigma nuovo. In particolare, abbiamo attivato nove percorsi di amministrazione condivisa in altrettanti filoni strategici del sociale, che sono diventati luoghi di governance mista tra pubblico e Terzo settore: riguardano il Sistema Accoglienza Integrazione, l’inclusione, la grave marginalità, la povertà educativa, le famiglie, le case di quartiere, il lavoro per soggetti vulnerabili, l’emergenza abitativa, il piano anti discriminazione e, in partenza, la domiciliarità».

La plenaria che ha aperto il percorso formativo.

In questa cornice, aggiunge l’assessore, «è emersa la necessità di una formazione laboratoriale condivisa che mettesse attorno al tavolo rappresentanti della parte pubblica e professionisti del Terzo settore per far crescere consapevolezza e competenza. Per tanti anni il pubblico ha delegato e appaltato al Terzo settore, ora i due mondi si muovono insieme». Per favorire la transizione verso procedure partecipate, «bisogna affinare il modo in cui interpretiamo il ruolo, rafforzare una comunità di pratiche che già esiste. Oggi sono 460 gli enti che hanno convenzioni di co-programmazione o co-progettazione con l’amministrazione milanese: numeri che segnano un cambio strutturale che però va sostenuto. Il percorso laboratoriale è il tassello finale per definire una modalità operativa e un linguaggio comune. Che cosa ci aspettiamo? Uno sguardo di maggiore responsabilità».

Negli ultimi quattro anni abbiamo investito moltissimo nell’amministrazione condivisa, arrivando a destinare 40 milioni di euro l’anno alle co-progettazioni

Lamberto Bertolè, assessore al Welfare e alla Salute del Comune di Milano

Costruire progetti unitari è qualcosa di molto diverso dal condividere risorse. Non è scontato progettare insieme i servizi in una posizione di parità. «Per questo abbiamo deciso di affidare la formazione, che avrà una durata di nove mesi, ai facilitatori di un soggetto terzo come la società cooperativa Pares», aggiunge Sacco del Forum del Terzo settore. «Organizzati in gruppi e laboratori, i partecipanti simulano situazioni reali e compiti operativi strettamente connessi alle co-progettazioni di cui sono partner. Non volevamo una lezione di tipo frontale, ma un approccio esperienziale: i 70 operatori che abbiamo coinvolto siedono alla cabina di regia di percorsi già strutturati, conoscono i meccanismi e possono aiutarci a costruire un linguaggio e una grammatica comuni. Per il Terzo settore, ci sono rappresentanti di imprese, fondazioni e associazioni, per offrire una reale fotografia dei soggetti che si confrontano con le nuove metodologie».

Rossella Sacco, portavoce del Forum del Terzo settore Milano.

La portavoce sottolinea il senso più profondo di questa formazione. «L’amministrazione condivisa non è soltanto uno strumento giuridico: è un approccio che riconosce il valore delle comunità e promuove soluzioni più vicine ai bisogni reali delle persone, è una modalità che apre alla società civile una reale partecipazione alla costruzione di politiche di welfare territoriali», spiega. «Milano sta dimostrando che è possibile generare innovazione sociale concreta. Il coinvolgimento di diversi settori ci dimostra che l’amministrazione condivisa non riguarda soltanto un tema di welfare perché il Terzo settore è ormai presente capillarmente e in modo innovativo in tanti aspetti della vita delle nostre comunità: dal verde pubblico all’ambiente, fino alla mobilità».

Per un welfare più umano, più vicino, più giusto

Come ha detto il presidente del Consorzio SiR Salvatore Semeraro alla plenaria che ha inaugurato il percorso formativo, «il Comune porta la responsabilità del bene pubblico, gli enti del Terzo settore portano la prossimità, la conoscenza viva dei territori. Quando questi due mondi si riconoscono, non come ruoli contrapposti ma come due competenze complementari, allora succede qualcosa: la burocrazia diventa alleanza, la norma diventa strumento, e la progettazione diventa comunità. Questo percorso è fatto proprio per questo: per allenarci a quella “palestra del cambiamento” che è la co-progettazione. Dove si sperimenta, si sbaglia, si ride, si discute, e a volte ci si scopre diversi, ma sempre dentro una visione comune: costruire un welfare più umano, più vicino, più giusto».

Le fotografie (fatta eccezione per il ritratto della portavoce del Forum del Terzo settore Milano) sono state realizzate da Out of the blue, l’agenzia di comunicazione che impiega le risorse di lavoratori con disturbi dello spettro autistico supportati nelle loro attività da professionisti del settore della comunicazione

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