Sostenibilità
La mappa del futuro (non utopico) del volontariato italiano nasce nelle relazioni
La campagna “Dalla Terra Promessa alla Terra Permessa” è l'eredità concreta lasciata dall'Expo Relazionesimo. L'evento si è tenuto a Verona a fine ottobre. L'iniziativa è altresì l'evoluzione strategica della visione di Fondazione Relazionesimo. Tra le sfide il lancio dell'Atlante della 100 Oasi italiane che sarà completato nel 2026, anno Onu dei volontari per lo sviluppo sostenibile
L’Italia del Terzo Settore si trova davanti a un bivio: di fronte a crisi sociali sempre più complesse, è sufficiente solo promettere un futuro migliore? O è tempo di creare le condizioni perché quel futuro sia concretamente possibile?
Questa è la domanda che non è rimasta sospesa all’Expo Relazionesimo, ma che ha trovato una risposta programmatica in chiusura di manifestazione. La campagna “Dalla Terra Promessa alla Terra Permessa” non è solo un nuovo progetto: è l’eredità concreta che l’Expo lascia in questi ultimi mesi del 2025, rappresentando l’evoluzione strategica della visione di Fondazione Relazionesimo.

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione in sinergia con l’Associazione Luciano Tavazza e la Rete Volontariato Europeo, proietta il dibattito sul 2026, un anno che unisce idealmente la storia e il futuro: il centenario dalla nascita di Luciano Tavazza e l’Anno Mondiale che l’Onu dedicherà ai Volontari per lo Sviluppo Sostenibile.
Il Codice di Svolta: L’Atlante delle 100 Oasi
Il progetto è profondamente radicato nel credo della Fondazione Relazionesimo — l’ente che valorizza il Capitale Relazionale, Umano e Narrativo-Run — e il suo fulcro operativo è la creazione dell’Atlante delle 100 Oasi Italiane. Questo Atlante è il manifesto programmatico della Fondazione: un catalogo di innovazione sociale che identifica modelli replicabili di successo.
La “Terra Promessa” è l’ideale etico; la “Terra Permessa” è il risultato di una progettualità che disinnesca i limiti e rende possibile la giustizia e la sostenibilità attraverso la cura dei legami. In altre parole: il progetto cerca i luoghi dove l’utopia ha già messo radici.
L’Atlante, che sarà completato entro il 2026, si propone di:
- Decodificare il successo: Capire come e perché queste 100 Oasi generano impatto relazionale.
- Tirare fuori dall’ombra: Dare voce alle esperienze locali, spesso sottovalutate, che sono i veri semi di futuro per il Paese.
- Ispirare l’Agenda Pubblica: Utilizzare l’Atlante come strumento di advocacy per trasformare pratiche virtuose in politiche diffuse.
Il Relazionesimo: L’Sdg che Abilita tutti gli altri
In un’ottica sempre più orientata all’Agenda 2030, la campagna fornisce una risposta chiara su come raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).
Per Fondazione Relazionesimo, lo sviluppo è veramente sostenibile solo se è profondamente relazionale. Non si tratta solo di energia pulita o crescita economica, ma di capitale relazionale:
“Senza relazioni di cura e fiducia, non c’è tenuta sociale né welfare duraturo. La cura del Pianeta e la lotta alle disuguaglianze passano, inevitabilmente, attraverso la cura dei legami umani.”
Le Oasi non saranno solo un elenco di progetti ambientali o assistenziali, ma la dimostrazione che l’efficacia nasce dalla capacità di connettere gli attori del Terzo Settore, le imprese etiche e le istituzioni, trasformando la sussidiarietà da principio a prassi quotidiana.
Le Prime Protesi di Futuro: Tutte le Oasi Presentate
L’anteprima di Verona è stata il primo viaggio alla ricerca di questi modelli di “Terra Permessa”, offrendo un palco a storie di rigenerazione dal forte impatto simbolico e sociale.



Tra i protagonisti del lancio:
- Riccardo Sollini (Comunità di Capodarco): La potenza dell’inclusione e del volontariato di comunità.
- Massimiliano Monnanni (asp Asilo Savoia Rm): L’esperienza di “Essere Comunità a Montespaccato” (Roma), raccontando come il rilancio sociale possa sanare ferite urbane complesse.
- Marina Galati (Comunità Progetto Sud): Il ruolo dei legami nel contesto migratorio, con un focus sul concetto dinamico di “Restanza”.
- Paolo Romano (Ass.Ipotenusa Salerno): La riscoperta della “Comunità che Educa”.
- Sara Grazioli e Alfredo Dal Corso (Fondazione Fevoss Santa Toscana): La dimostrazione di come il volontariato sappia superare le difficoltà e il disagio con risposte concrete di prossimità.
- Tomas Chiaramonte (Associazione Diocesana Opere Assistenziali – Adoa Verona): L’importanza strategica di creare relazioni virtuose tra le diverse organizzazioni.

La Doppia Sfida del 2026 e la Capsula del Tempo
Questi esempi concreti sono il punto di partenza per l’Atlante. L’obiettivo più ambizioso della campagna è che, nel corso del 2026, le 100 Oasi trovino 100 Aziende disposte a sostenerle strategicamente e ad aiutarle a crescere, applicando concretamente i principi del Relazionesimo anche nel mondo del profit.
Sarà con la presentazione finale dell’Atlante che il progetto assumerà il suo gesto più simbolico e impegnativo: tutto il materiale raccolto — le storie, i dati, le fotografie e le speranze — verrà inserito in una Capsula del Tempo. Questa sarà chiusa e riaperta tra dieci anni, nel 2036, con l’obiettivo di verificare l’evoluzione di queste Oasi e misurare, nel tempo, l’impatto reale della rigenerazione relazionale sul Paese.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.