Verso Gaza
La seconda Flotilla è stata fermata. Portava medici e farmaci
Le nove imbarcazioni della Thousand Madleen e Freedom Flotilla sono state abbordate dall’esercito israeliano poco prima delle 5. Erano a 220 chilometri da Gaza e portavano soprattutto medici e materiale sanitario per un valore di oltre 100 mila dollari. David Heap (Freedom Flotilla Coalition): «Questo sequestro viola il diritto internazionale e gli ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia»
Le speranze si sono nuovamente infrante, quando la costa di Gaza era ormai molto vicina: poco prima delle 5, le nove imbarcazioni della Freedom Flotilla Coalition (Ffc) e Thousand Madleens to Gaza (TmtG) sono state «intercettate, abbordate con la forza e attaccate illegalmente dall’esercito israeliano», riferiscono le organizzazioni, mentre si trovavano in acque internazionali, a 120 miglia nautiche (220 km) dalla costa di Gaza. La “seconda flotilla” – così se ne è parlato in questi giorni (qui l’articolo di Francesco Crippa) – era composta da otto imbarcazioni a vela, battenti bandiere italiana e francese, e una nave a motore battente bandiera di Timor Est.
A bordo, soprattutto medici, giornalisti e funzionari eletti, che sono stati «rapiti, insieme agli aiuti umanitari del valore di oltre 110 mila dollari in medicinali, attrezzature respiratorie e forniture alimentari destinati agli ospedali di Gaza. La loro sorte rimane sconosciuta», riferiscono questa mattina le organizzazioni.

«Questo sequestro viola palesemente il diritto internazionale e sfida gli ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia che richiedono un accesso umanitario senza ostacoli a Gaza», denuncia David Heap, membro della Canadian Boat to Gaza e del Comitato di Coordinamento della Freedom Flotilla Coalition. «I nostri volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver preso parte ad una missione umanitaria intenta a consegnare aiuti o per aver navigato in acque internazionali. La loro detenzione è arbitraria, illegale e deve cessare immediatamente», aggiunge.
Questo sequestro viola palesemente il diritto internazionale e sfida gli ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia che richiedono un accesso umanitario senza ostacoli a Gaza
David Heap, Freedom Flotilla Coalition
Per le organizzazioni, questa operazione, come quella precedente che ha bloccato la Global Sumud Flotilla, fa parte di «una strategia deliberata di violenza e intimidazione, volta a impedire la solidarietà internazionale e a criminalizzare la cooperazione umanitaria. Israele continua ad agire nell’impunità più assoluta», violando fondamentali trattati internazionali. Tra queste, «le ordinanze vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) che impongono il libero accesso degli aiuti umanitari; le Convenzioni di Ginevra, che tutelano civili e operatori umanitari; il diritto del mare, che garantisce la libertà di navigazione in acque internazionali; e ogni principio etico e umano alla base del diritto internazionale», spiegano i promotori.

Alla luce di questo, la Freedom Flotilla Coalition e Thousand Madleens to Gaza invitano tutti i governi, le Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale e la società civile mondiale ad «agire immediatamente per fermare l’escalation e imporre la fine dell’assedio genocida contro Gaza».
In particolare, chiedono «la fine immediata del blocco illegale e mortale imposto alla Striscia di Gaza; la cessazione del genocidio israeliano contro la popolazione civile; il rilascio immediato e incondizionato di tutti i volontari rapiti; la consegna diretta e immediata degli aiuti umanitari ai palestinesi, senza alcun controllo israeliano; l’apertura di un’inchiesta internazionale indipendente sui crimini commessi contro la Flotilla e i suoi membri; la piena responsabilità e condanna ufficiale per gli attacchi militari israeliani contro imbarcazioni civili umanitarie in acque internazionali».
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