Overtourism
L’anti-souvenir di Venezia, un antidoto al turismo usa e getta
Un’indagine dell’università Ca’ Foscari riflette sull’impatto del fenomeno turistico attraverso le arti grafiche tradizionali: residenti e turisti insieme danno vita a un’azione pilota per realizzare un piccolo manufatto in grado di sanare la frattura tra i due mondi. Perché proprio a Venezia? Maurizio Busacca, docente di Sociologia economica e Politica sociale: «È un luogo paradigmatico in cui sperimentare un modo di viaggiare rispettoso e intelligente, slegato dal consumo»
La prossima volta che visiterete Venezia, se vi va, prendete il treno, scendete alla stazione di Santa Lucia e svoltate a sinistra. Prestate attenzione alle scritte sui muri. Basteranno pochi metri di cammino per intercettare un messaggio che arriva al turista senza esitazioni: “Venezia vi odia”. Da Barcellona a Granada, passando anche per la laguna (la più eclatante è la serie di proteste in concomitanza con il matrimonio di Jeff Bezos), si moltiplicano le manifestazioni di residenti e comitati cittadini contro il turismo di massa. Una soluzione definitiva non c’è, il mondo scientifico s’interroga. E se la svolta arrivasse da un anti souvenir?

Studiare l’impatto del fenomeno turistico
A Venezia, le due università Iuav e Ca’ Foscari mettono in campo la competenza dei propri docenti e ricercatori per leggere un fenomeno che impatta in modo significativo sulla qualità della vita. Proprio dal progetto di rilevante interesse nazionale Looking into the dark, coordinato dall’università La Sapienza di Roma in partenariato con università Iuav e Politecnico di Milano di prossima pubblicazione (ne trovate un’anticipazione qui), ha preso le mosse l’ultimo numero di VITA magazine dedicato a Venezia e alle sue contraddizioni.

Nell’ambito del progetto Lab Village – Turismo, cultura e industrie creative, i dipartimenti di Filosofia e Beni culturali, Management ed Economia dell’università Ca’ Foscari, insieme agli atenei di Verona, Trento, Udine e Padova, stanno seguendo un filone di lavoro inserito tra le attività di Consorzio iNest, finanziate dal Pnrr. «Stiamo tentando di generare innovazione, anche in termini di prodotti e servizi, attraverso l’attivazione di nuovi format culturali e artistici alternativi all’overtourism», spiega Maurizio Busacca, docente di Sociologia economica e Politica sociale che coordina la sperimentazione. Dopo aver toccato lo scorso inverno gli altipiani cimbri con una prima azione pilota dedicata alla “Montagna” e nei mesi estivi le Prealpi trevigiane per il secondo tassello sul tema “Outdoor”, il progetto si chiude a Venezia, scelta come luogo paradigmatico. «Qui il turismo è un pilastro fondamentale dell’economia lagunare, una risorsa preziosa», aggiunge Busacca, «ma è anche responsabile dell’erosione di molti spazi di socialità e vivibilità. I linguaggi artistici possono offrirci chiavi di lettura originali e innovative, capaci di andare oltre quanto è già stato detto e scritto».
Raccontare un modo di viaggiare slegato dal consumo
Il primo passo è una creazione collettiva, condivisa tra residenti e turisti, qualcosa che sia in grado di sanare la frattura tra i due mondi: un anti-souvenir. Un laboratorio per sperimentare le tecniche tradizionali della calcografia e della linoleografia (il prossimo appuntamento è per venerdì 19 settembre alle 14,30 allo Studio Doppiofondo) per scoprire nuovi format culturali alternativi all’overtourism e vivere la città in maniera sostenibile.

Condotta da Tiziano Ciao, docente esperto in incisione calcografica e Vanessa Milan, specializzata in illustrazione e stampa d’arte, l’iniziativa vuole stimolare una riflessione sulle rappresentazioni di Venezia e sul concetto di souvenir per superare la semplice riproduzione del paesaggio lagunare, mettere in discussione la rappresentazione stereotipata della città ed elaborare un “anti-souvenir”, o “super-souvenir” capace di raccontare la complessità della Venezia di oggi, le sue contraddizioni legate al turismo e alla crisi climatica.
«Il turismo di massa ha trasformato il souvenir in pratica commerciale portando alla diffusione di oggetti stereotipati e di scarso valore», spiega Diego Dalla Via, direttore artistico del progetto. «Obiettivo del laboratorio è restituire spessore e dignità all’atto di ricordare attraverso un oggetto. Si intende offrire l’occasione di realizzare con le proprie mani qualcosa che sia al tempo stesso ricordo e riflessione, esperienza vissuta e incontro con l’altro: un souvenir che sappia raccontare un modo di viaggiare slegato dal consumo».
Le canzoni della città e il rumore del turismo
Il 18 e 19 settembre il laboratorio Songlines – Meet the local music scene nel giardino urbano di Anda Venice Hostel a Mestre assumerà invece la forma di un “minifestival”. Lo scopo è far incontrare turisti, ospiti e residenti con il sistema creativo locale per un’esperienza di condivisione culturale riportando al centro il ruolo dell’arte e della canzone come modo di conoscere il territorio. Protagonista un gruppo di cantautori e musicisti nato nel contesto urbano di Mestre e Marghera.

Oversound, il rumore del turismo è infine il tema del terzo laboratorio (22 e 23 settembre con il musicista e sound artist Nicola Di Croce): un’indagine sonora con raccolta di suoni della città per esplorare contrasti e risonanze e comprendere come il turismo plasmi il paesaggio acustico di Venezia. Dal rollio dei trolley al chiacchiericcio delle persone che affollano campi e calli, una trama acustica che «rischia di non farci più sentire la voce originaria della città».

Presenteremo il nuovo numero di VITA mercoledì 24 settembre alle 18,30 alla Bocciofila San Sebastiano nel sestiere Dorsoduro a Venezia. Un dialogo aperto con le persone a cui abbiamo dato voce nel magazine.
Se hai un abbonamento leggi subito Venezia, non più Serenissima e grazie per il tuo sostegno. Se vuoi abbonarti puoi farlo a questo link.
Le fotografie sono state fornite dall’università Ca’ Foscari tranne quella della scritta sui muri che è dell’autrice dell’articolo
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.