Medio Oriente
L’Arci al governo: proteggere la Global Sumud Flotilla
Protezione con la Nave Alpino fino alle acque territoriali palestinesi. È la richiesta dell’Arci al governo italiano per la sicurezza delle persone a bordo della Global Sumud Flotilla: «La barca Karma rivendica con fermezza il diritto di svolgere la propria azione civile e pacifica, nel solco del diritto internazionale, con l’obiettivo di consegnare aiuti e aprire un corridoio umanitario permanente»
di Redazione
L’Arci chiede al governo italiano di garantire protezione con la Nave Alpino per la sicurezza delle persone a bordo della Global Sumud Flotilla fino al raggiungimento delle acque territoriali palestinesi. È la richiesta che arriva dalla rete associativa nazionale in una nota stampa: «È necessario che sia esplicitato con chiarezza a Israele che eventuali azioni contro la Flotilla non possono tradursi in nessun caso nell’uso della forza militare: la vita e l’integrità fisica degli equipaggi civili devono essere tutelate senza eccezioni. Per questo chiediamo che la Nave Alpino non si limiti a scortare la Flotilla fino al limite illegittimo delle 150 miglia nautiche ma che la accompagni lungo tutta la navigazione in acque internazionali, fino a un eventuale punto di intercettazione».
L’Arci ribadisce che «ogni eventuale intercettazione della Flotilla in acque internazionali costituirebbe un atto illegale, contrario alle convenzioni e ai principi fondamentali del diritto del mare». Inoltre, esprime la massima preoccupazione per il clima di crescente tensione intorno alla Global Sumud Flotilla, a cui partecipa con la barca Karma, impegnata in una missione civile, pacifica e non violenta per consegnare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.
«La barca Karma rivendica con fermezza il diritto di svolgere la propria azione civile e pacifica, nel solco del diritto internazionale, con modalità non violente, mantenendo come priorità la sicurezza dell’equipaggio e perseguendo l’obiettivo di consegnare aiuti e aprire un corridoio umanitario permanente», continua la nota. «La Global Sumud Flotilla naviga nel solco del diritto internazionale. Criminalizzare questa missione significa attaccare non solo la solidarietà internazionale, ma anche i principi fondamentali della legalità e della difesa dei diritti umani».
In apertura, il presidio a sostegno della Global Sumud Flotilla e della causa palestinese presso piazza della Scala a Milano, il 24 settembre scorso (Foto Claudio Furlan/Lapresse)
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