Dipendenze
Le ragazze hanno superato i ragazzi nell’abuso di alcol
Psicofarmaci senza ricetta, gioco d'azzardo ai massimi storici, cocaina e abuso di alcol (con le ragazze che dopo la pandemia hanno superato negli eccessi i ragazzi). Uno studio Espad Italia su un campione di 20mila studenti delle scuole superiori evidenzia le dipendenze più diffuse tra i giovanissimi e la necessità di insistere sulla prevenzione. Un convegno organizzato a Rimini dalla Comunità Papa Giovanni XXIII ha messo in luce le sfide aperte
«In Italia la dipendenza più diffusa tra i giovanissimi riguarda il gioco d’azzardo che ha raggiunto nel 2024 i livelli più alti sempre, in particolare con il 57% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni che lo hanno provato nonostante sia vietato ai minori. Per quanto riguarda le sostanze, la più abusata tra i giovanissimi rimane l’alcol: il 30% dei ragazzi tra 15 e i 19 anni ha avuto almeno una ubriacatura. I consumi di alcol, in particolare degli eccessi alcolici, continuano a crescere e aumentano gli studenti che fanno il primo uso di alcol a 14 anni. Da segnalare poi un cambiamento di genere: dopo la pandemia, le ragazze hanno superato i ragazzi negli eccessi alcolici: il 32,5% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni ha avuto almeno un’ubriacatura contro il 30% dei ragazzi. Si tratta di un dato nuovo rispetto allo storico». Sono alcuni dei dati elaborati da uno studio Espad Italia su un campione di oltre 20mila studenti delle scuole superiori, riportati da Sabrina Molinaro, ricercatrice Cnr, al convegno Kronos e Kairos – Il consumo di sostanze e i comportamenti di dipendenza: senso e sfide aperte”, organizzato a Rimini dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
In 45 anni di attività la comunità di don Oreste Benzi, sacerdote tra i pionieri delle comunità terapeutiche in Italia, ha salvato dalla schiavitù delle dipendenze patologiche 10mila persone in Italia e 1.600 all’estero nelle comunità in Argentina, Albania, Bolivia, Brasile, Cile, Croazia e Russia. Al convegno hanno portato il loro contributi medici, psichiatri e sociologi chiamati a relazionare sui fattori che portano all’uso di sostanze. I numerosi specialisti sono intervenuti sul rischio connesso al “normalizzare” i comportamenti che creano dipendenza patologica. Tra gli altri, è intervenuto anche il Sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano che ha richiamato l’impegno del governo italiano che si appresta ad affrontare il tema nella Conferenza Nazionale sulle dipendenze che si terrà a Roma il 7 e 8 novembre.
Allarme psico-farmaci senza prescrizione medica
Dopo l’impennata seguita alla pandemia, si è assistito a una diminuzione dei ragazzi che fanno uso di sostanze illegali, contrazione da imputare principalmente alla diminuzione nell’uso di cannabis. Quest’ultima rimane la sostanza illegale più diffusa, usata dal 21% dei ragazzi. Infatti, tra gli studenti che hanno utilizzato almeno una sostanza illegale nel corso del 2024, l’84% ha usato esclusivamente cannabis. Di questi un quarto comincia ad avere comportamenti problematici a causa della frequenza dell’uso.
Un dato che desta preoccupazione riguarda l’impennata che ha avuto negli ultimi anni l’uso di psico-farmaci senza prescrizione medica. Se per le altre sostanze l’andamento è tutto sommato stabile, per quanto riguarda gli psico-farmaci senza prescrizione medica negli ultimi anni c’è un vero allarme. L’abuso tra i giovanissimi, in particolare da parte delle ragazze, di queste sostanze è pari al 12%. Queste vengono usate sia per cercare lo sballo sia per migliorare il proprio rendimento scolastico.
Il 10% degli studenti fa uso di Nps – acronimo inglese di “nuove sostanze psicoattive” – che mimano gli effetti delle sostanze stupefacenti organiche come la cannabis sintetica o la cocaina sintetica. Ogni anno in Italia se ne scoprono di nuove, i precursori arrivano da Cina e India per essere assemblati in fatiscenti laboratori dell’Est Europa per essere infine introdotte nel mercato europeo.
Riconoscere la prevenzione tra i Livelli essenziali di assistenza
«Oggi il livello di diffusione della cocaina sta raggiungendo la dimensione che aveva l’eroina negli anni ’80», ha detto nelle conclusioni Ugo Ceron, il coordinatore del convegno. «Abbiamo osservato l’esplosione del gaming e la dipendenza da videogiochi online, per questo sappiamo che è importante insistere sulla prevenzione. Quest’ultima è però sempre legata a progetti provvisori, bandi perlopiù annuali, invece noi dovremmo avere progettualità dai tre ai cinque anni per garantire un’azione efficace. Abbiamo un’ottima legge sui Lea – i livelli essenziali di assistenza –, le prestazioni sanitarie garantite dal Servizio Sanitario Nazionale, ma occorre riconoscere tra i Lea anche la prevenzione».
In apertura, fotografia di Michael Discenza su Unsplash
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