Movimenti popolari
Movimenti popolari e Chiesa, insieme per i diritti, a partire dalla casa. Il Papa «ci sta»
Mentre a Bologna scoppiano le proteste per lo sfratto esecutivo di due famiglie, a Roma lo stabile occupato “Spin Time”, che ospita 400 persone in emergenza abitativa, è sede del V incontro dei Movimenti popolari. Ieri l’udienza da papa Leone XIV. Mosè Vernetti, attivista Spin Time: «Importante riconoscimento dell’azione dal basso, quando viene a mancare un diritto inalienabile come la casa». Nella palazzina, anche la redazione di “Scomodo”. La direttrice Pellizzari: «Orgogliosi di far parte di questa rete»
Le “tre T” dei Movimenti popolari globali (“Tierra, Techo y Trabajo”, ovvero “terra, casa e lavoro”) hanno fatto incontrare due mondi apparentemente distanti, come un centro sociale occupato e il Vaticano. Non è un “miracolo”, ma un processo naturale avviato da papa Francesco e rilanciato ieri da papa Leone XIV.
Spin Time è infatti la sede scelta per ospitare il V incontro dei Movimenti popolari (21-24 ottobre), nell’ambito del Giubileo dei Movimenti popolari. Dopo tre giorni di incontri – alcuni a porte chiuse, per tutelare la sicurezza dei partecipanti, altri pubblici – ieri i rappresentanti dei movimenti si sono spostati dal centro sociale al Vaticano, per essere ricevuti in udienza da papa Leone XIV. Un’occasione per evidenziare e valorizzare i valori che la Chiesa condivide con questi attivisti, arrivati da tutto il mondo sotto un’unica bandiera: quella dei diritti alla casa, alla terra, al lavoro.
Camminare insieme, dal centro sociale al Vaticano
Valori che lo stesso pontefice ha rilanciato con forza: «Facendo eco alle richieste di Francesco, oggi dico: la terra, la casa e il lavoro sono diritti sacri, vale la pena lottare per essi, e voglio che mi sentiate dire “Ci sto!”, “sono con voi”!», ha detto durante l’udienza. «Oggi portate di nuovo lo stendardo della terra, della casa e del lavoro, camminando insieme da un centro sociale – Spin Time – al Vaticano. (…) La Chiesa deve essere con voi: una Chiesa povera per i poveri, una Chiesa che si protende, una Chiesa che corre dei rischi, una Chiesa coraggiosa, profetica e gioiosa!». Un riconoscimento significativo, per una realtà come Spin Time, nata da un’occupazione e attualmente – come vedremo – sotto sgombero.
Particolarmente forte anche il riferimento alle politiche migratorie attuali: «Con l’abuso dei migranti vulnerabili, non assistiamo al legittimo esercizio della sovranità nazionale, ma piuttosto a gravi crimini commessi o tollerati dallo Stato», ha denunciato il pontefice. «Si stanno adottando misure sempre più disumane – persino politicamente celebrate – per trattare questi “indesiderabili” come se fossero spazzatura e non esseri umani. (…) . Come il mio predecessore Francesco, credo che le vie giuste partano dal basso e dalla periferia verso il centro».
Spin Time, quando “disobbedire” è un diritto
E dalle periferie del mondo sono arrivati i rappresentanti dei movimenti popolari, accolti e ospitati in un questa palazzina a pochi passi dalla basilica di San Giovanni. Spin Time è nata da un’occupazione da parte dei movimenti per la casa nel 2013: allora era uno stabile abbandonato, di proprietà di Investire Sgr e inutilizzato per anni, fino all’occupazione. Oggi è, tecnicamente, sotto sgombero. Al suo interno vivono in questo momento circa 130 nuclei familiari, per un totale di circa 400 persone appartenenti a 27 nazionalità diverse, tutte in condizioni di fragilità sociale ed emergenza abitativa. In altre parole, se non abitassero qui vivrebbero per strada.

Proprio il tema della casa – una delle tre T dei movimenti popolari – oggi più che mai rappresenta un’emergenza nel nostro Paese, in particolare nelle grandi città: da un lato l’over tourism e la crescente destinazione degli immobili all’uso turistico, quindi l’aumento del costo delle case e degli affitti, con la conseguente espulsione degli abitanti storici; dall’altro e in parte collegato a questo, l’aumento degli sfratti, con ricadute spesso drammatiche, recentemente culminate in gesti disperati: pensiamo all’uomo che si è suicidato a Sesto, due settimane fa, proprio mentre veniva sfrattato dal suo appartamento; o agli scontri di poche ore fa a Bologna, in occasione dello sfratto di una famiglia, in cui peraltro era presente una persona con disabilità; o, ancora, al drammatico caso di Padova, costato la vita a tre carabinieri. Solo tre esempi recenti, per dire quanto urgente e drammatica sia la questione dell’abitare nel nostro Paese, denunciata instancabilmente dai movimenti per la casa.
La casa, un diritto da riprendersi
«Il riconoscimento che abbiamo ricevuto ieri dalle parole del pontefice è per noi molto importante», afferma Mosè Vernetti, attivista di Spin Time. «Il nostro spazio è sotto sgombero dal 2021, ma è per ora l’unica possibilità alloggiativa per 400 persone. Certo, sarebbe bello vedere soluzioni alle crisi abitativa che non arrivino solo dal basso, ma vengano dalla politica. Le parole del Papa rappresentano un riconoscimento per tutti quei movimenti che rispondono alle leggi ingiuste anche con azioni di disobbedienza, con l’intento di prendersi i diritti che dovrebbero essere garantiti ma che invece vengono negati».
Riconoscere il diritto alla casa dovrebbe quindi essere una priorità politica: e in questo senso, «le cose da fare sarebbero tantissime, dal limite per gli affitti brevi e tante altre possibili regolamentazioni. Il comune di Roma, da parte sua, due anni fa ha inserito Spin Time tra i possibili immobili da includere nel Piano casa», ricorda Vernetti. «Noi stiamo cercando di portare alla luce il problema in tutti i modi e parlando con tutti, inclusa la Chiesa. Peraltro, i movimenti popolari che sono qui in questi giorni provengono da contesti in cui il lavoro insieme alla Chiesa è fondamentale. Questo ci è stato di ispirazione e le parole del Papa, ieri, rappresentano la possibilità, che si apre quando si va oltre i muri».
I palazzi sfitti, una questione etica che le istituzioni dovrebbero affrontare, nel momento in cui in tutti i Paesi occidentali, a partire dagli Usa, aumentano le persone che vivono per strada
Mosè Vernetti, attivista Spin Time
Altro tema cruciale, all’interno della questione dell’emergenza abitativa, sono i palazzi sfitti: «Una questione etica che le istituzioni dovrebbero affrontare, nel momento in cui in tutti i Paesi occidentali, a partire dagli Usa, aumentano le persone che vivono per strada. Come si può continuare a permettere agli speculatori di tenere palazzi vuoti?», domanda e conclude Vernetti.
“Scomodo”, un progetto editoriale under 25
Spin Time è quindi prima di tutto una casa per tanti che non hanno una casa, ma è anche molto più di questo: è uno spazio di riappropriazione sociale e culturale, in una città in cui la società e la cultura sono diventati spesso beni di lusso, inaccessibili a molti. Tra queste mura, quindi, ci sono un teatro, un’osteria popolare, un barbiere, uno sportello legale e sociale, un auditorium, una sala per le riunioni, un doposcuola e molto altro ancora.
E c’è, nei piani più bassi della palazzina, la redazione di “Scomodo“, un progetto editoriale indipendente, ma più in generale un progetto culturale nato a Roma nel 2016, fondato e gestito da studenti e giovani under 25. Oggi è una delle più grandi redazioni giovanili d’Europa, con sedi anche a Milano e ad Empoli. Eppure, continua ad avere qui, presso Spin Time, uno dei suoi punti di riferimento principali, perché con questo spazio condivide la storia, i valori e le rivendicazioni.

Ce ne parla Cecilia Pellizzari, direttrice editoriale: «Scomodo nasce nel 2016, come organizzazione informale di migliaia di studenti tra i 16 e i 18 anni a Roma. Ancora prima di “trovare casa” a Spin Time, abbracciamo e condividiamo l’idea della riappropriazione degli spazi, necessaria per l’attivazione collettiva. Nascono così le “Notti scomode”, in cui occupiamo uno spazio abbandonato e realizziamo eventi culturali per autofinanziare il giornale».
Scomodo è più di un giornale: è uno spazio sempre aperto in cui si possa stare anche senza fare, né consumare
Cicilia Pellizzari, direttrice editoriale di “Scomodo”
La linea editoriale era chiara e condivisa e da allora ad oggi resta la stessa: «La volontà di scrivere con uno sguardo generazionale sui temi che ci interessano». Dopo i primi anni senza una sede, Scomodo ha iniziato a riunirsi presso Spin Time, fin quando si è presentata la possibilità di avere una sede lì, «al piano meno due, quello con le fogne, per intenderci. a noi andava benissimi», assicura Pellizzari. «Ci siamo dati da fare e dopo un anno di attivazione, con tante persone che ci hanno aiutato, abbiamo ripulito tutto e dato vita alla nostra prima sede, nel 2020: uno spazio sempre aperto in cui si possa stare anche senza fare, né consumare. Oggi, con le altre sedi aperte in altre parti d’Italia, siamo orgogliosi di continuare a stare qui e di essere parte di questa rete, composta da realtà molto diverse per età, credo religioso e politico, ma accomunate dall’esperienza della precarietà, nella sua accezione più ampia».

“Scomodo” non si occupa strettamente di emergenza abitativa, ma questa rappresenta certamente una delle tematiche principali. «Siamo molto preoccupati per l’aumento degli sfratti – circa il 10% in più rispetto allo scorso anno – e rifiutiamo la retorica del “non ci sono spazi”: non c’è bisogno di costruire nuove case, né popolari né private. Servono invece politiche sociali e abitative in grado di mettere gli spazi esistenti a disposizione delle persone, con supporti e contributi pubblici», spiega ancora Pellizzari.
Per i movimenti popolari globali, che in questi giorni si incontrano, la casa è una delle tre “T”, fortemente intrecciata con il tema della terra e del lavoro. «Nei contesti da cui provengono, specialmente il Sudamerica, i soggetti sociali dominanti sono i movimenti popolari, la Chiesa e il narcotraffico: le prime due si sono allineate e hanno creato un ponte, mettendo le basi per una riflessione che ha superato i confini nazionali. Spin Time ha deciso quindi di ospitare questa iniziativa, che mette in comunicazione mondi diversi, accomunati dalla stessa rivendicazione di dignità e diritti. E noi di Scomodo siamo orgogliosi di esserci», conclude Pellizzari.
Foto fornite da Spin Time e da Movimenti popolari
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