Welfare
Myanmar: zone colpite restano inaccessibili agli aiuti
La giunta militare continua a non autorizzare l'ingresso ai membri Onu. Testimoniriferiscono di assalti e razzie ai principali magazzini
di Redazione
Le Nazioni unite hanno annunciato oggi di aver cominciato a distribuire i primi aiuti alla popolazione birmana del delta dell’Irrawaddy colpita dal passaggio del ciclone Nargis. Ma l’isolamento di alcune zone che risultano completamente inondate e la reticenza della giunta militare ad autorizzare l’accesso al paese, rendono particolarmente complicati i soccorsi. L’ultimo bilancio ufficiale conta 22.464 morti e 41.054 dispersi, principalmente nelle regioni meridionali del paese. In tutto, gli aiuti internazionali ammontano finora a 14 milioni di euro.
Il ciclone Nargis, qualificato come una “catastrofe di enorme gravità” dall’Onu, ha devastato il delta dell’Irrawaddy, che è ancora completamente inondato; tutte le vie di comunicazione sono interrotte, il che impedisce il raggiungimento delle aree sinistrate.
Oltre alla carenza di acqua potabile e di cibo, tutti i terreni agricoli sono stati devastati, facendo temere il peggio per la futura produzione di riso, principale alimento della popolazione. Alcuni testimoni già riferiscono di assalti e razzie ai principali magazzini e depositi di alimenti della regione.
“In generale, tutta la regione del basso delta è sotto l’acqua”, ha spiegato Richard Horsey, portavoce dell’Ufficio di coordinamento degli aiuti umanitari dell’Onu a Bangkok. A suo parere il numero delle vittime potrebbe oltrepassare “in modo drammatico” l’ultimo bilancio fornito dalle autorità birmane.
Il Programma alimentare mondiale (PAM) dell’Onu ha cominciato a distribuire cibo a circa un milione di senza tetto della regione di Rangoon, la più grande città del paese, ex capitale, che si trova molto vicina alla zona più colpita dal ciclone. Le squadre di soccorso distribuiscono anche kit per la depurazione delle acque, zanzariere e medicine di base. Ma molte zone inondate restano inaccessibili, se non con le barche e questo impedisce anche agli elicotteri di portare aiuti, “Le squadre di soccorso parlano di corpi a galla sull’acqua”, ha affermato Richard Horsey del Pam. “Siamo di fronte ad una catastrofe di enorme gravità”.
Da Ginevra l’Onu ha annunciato che il potere birmano ha autorizzato un volo che dovrà consegnare altri aiuti, ma le Nazioni unite attendono ancora il permesso per inviare una squadra di coordinamento che accompagni il volo. Un volo dell’OCHA, ufficio umanitario dell’Onu, che doveva partire da Brindisi sarà probabilmente rimandato alla fine della settimana; la portavoce dell’OCHA Elisabeth Byrs ha spiegato che vi sono delle difficoltà a radunare il materiale. Da Bangkok, nella vicina Thailandia, il personale dell’Onu attende la concessione dei visti per recarsi in Birmania e stilare una prima stima dei danni e delle necessità, ha spiegato Byrs.
Oggi l’India ha inviato due aerei con a bordo 8,8 tonnellate di aiuti, tende e medicinali. Nuova Delhi ha anche criticato la irmania per non aver tenuto conto dell’allarme sull’imminenza del ciclone, allarme lanciato dal servizio meteorologico indiano due giorni prima che toccasse terraferma.
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