Cure palliative

Nasce l’associazione Assistenti spirituali nella cura

La neopresidente è Barbara Carrai, che dice: «L’assistenza spirituale non è un accessorio, ma una necessità umana universale». L'associazione nasce per rispondere a un bisogno e colmare un vuoto, visto che la normativa non prevede ancora il riconoscimento formale della figura dell'assistente spirituale come professione autonoma né definisce standard formativi e operativi uniformi. Per Fortini, dei palliativisti italiani, «rappresenta una delle frontiere più importanti per restituire alla medicina il suo volto autenticamente umano»

di Nicla Panciera

In alcuni momenti dell’esistenza, spesso in certe fasi della malattia, diventa più forte il bisogno di dare un senso alla vita, alla malattia, alla morte. La morte solleva sempre domande di senso, che coinvolgono l’identità, la relazione e la trascendenza.

Da tempo numerose società scientifiche hanno indicato la necessità per gli operatori in cure palliative di acquisire una specifica competenza all’assistenza spirituale, che è una dimensione chiave della cura ma ancora troppo trascurata o demandate alle singole confessioni religiose che sulle tematiche essenzialmente umane non hanno più il monopolio. L’assistenza spirituale andrebbe integrata nei percorsi di cura: per occuparsene, infatti, servono competenze specifiche, a partire dalla necessità di distinguere il proprio valore personale da quello del paziente, mettendo sempre in primo piano il diritto all’autodeterminazione. Eppure, circa il 70% delle persone affette da malattie croniche o in fase terminale riferisce bisogni spirituali, come appunto la ricerca di senso, riconciliazione, speranza, pace interiore, che rimangono troppo spesso insoddisfatti. Per colmare questo divario, la Federazione Cure Palliative Fcp e la Società Italiana di Cure Palliative Sicp, annunciano la nascita dell’Associazione nazionale «Assistenti Spirituali nella Cura», una nuova realtà associativa nata per rappresentare, valorizzare e promuovere la figura dell’assistente spirituale nei contesti delle cure palliative e delle situazioni di fragilità.

«La nascita di questa Associazione segna un passo fondamentale verso una cultura della cura davvero integrale», spiega Tania Piccione, presidente Federazione Cure Palliative Fcp. «medici, infermieri e psicologi, per quanto competenti, non possono rispondere da soli ai bisogni spirituali dei pazienti e delle famiglie. Servono figure preparate, con formazione specifica e riconosciuta, che possano operare in sinergia con le equipe. È un tassello indispensabile per costruire una rete di cure palliative più completa e più giusta».

Servono figure preparate, con formazione specifica e riconosciuta, che possano operare in sinergia con le equipe

Tania Piccione

«La cura palliativa non è completa se non include la dimensione spirituale», spiega Giampaolo Fortini, presidente Società Italiana di Cure Palliative Sicp. «Ogni persona, davanti alla malattia e alla fragilità, cerca senso, relazione e riconciliazione. È nostro dovere professionale e umano garantire che questi bisogni trovino ascolto e spazio nei percorsi di cura. L’assistenza spirituale è oggi ancora frammentata e priva di riconoscimento, ma rappresenta una delle frontiere più importanti per restituire alla medicina il suo volto autenticamente umano».

La neonata Associazione ha come missioni quelle di definire e proporre standard formativi qualificanti per gli assistenti spirituali, in collaborazione con enti accademici, sanitari e del terzo settore. Secondo, promuovere percorsi di riconoscimento professionale che consentano una piena integrazione della figura dell’assistente spirituale nei team di cura interdisciplinari. Terzo, favorire la collaborazione interdisciplinare con professionisti sanitari, sociali e del volontariato, affinché la cura della persona non si limiti agli aspetti clinici, ma comprenda la dimensione relazionale, emotiva e spirituale.

L’assistenza spirituale non è un accessorio, ma una necessità umana universale

Barbara Carrai

«Iniziamo questo percorso», spiega Barbara Carrai, Presidente dell’Associazione Assistenti Spirituali nella Cura «per dare voce e riconoscimento a una professione che opera spesso nell’ombra, ma che accompagna con discrezione e profondità le persone nei momenti più delicati della vita. L’assistenza spirituale non è un accessorio, ma una necessità umana universale. Il nostro impegno sarà definire standard formativi, etici e professionali affinché ogni paziente, in qualunque contesto, possa ricevere anche questa parte essenziale della cura».

In Italia, la normativa non prevede ancora il riconoscimento formale della figura dell’assistente spirituale come professione autonoma né definisce standard formativi e operativi uniformi. L’Associazione Assistenti Spirituali nella Cura nasce proprio per colmare questo vuoto, offrendo un punto di riferimento professionale e culturale per un ambito in rapida evoluzione.

Il Consiglio Direttivo è formato da Barbara Carrai, Presidentessa; Valentina Lingria, Vice Presidentessa; Laura Campanello, Segretaria; Sabrina Coppini, Tesoriera; Guido Miccinesi, Consigliere. Il Comitato Tecnico Scientifico da Guidalberto Bormolini, Assistente Spirituale; Mario Cagna, Assistente Spirituale; Annagiulia Ghinassi, Tanatologa; Dario Doshin Girolami, Assistente Spirituale; Tania Piccione, Presidente Federazione Cure Palliative; Claudio Ritossa, Palliativista; Giovanni Zaninetta, Palliativista, Società Italiana Cure Palliative; Laura Zorzella, Coordinatrice di assistenza spirituale.

Foto di Manny Becerra su Unsplash

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