Amministrazione condivisa

Per una governance fondata sull’ascolto: le nuove sfide del welfare

Le nuove marginalità e le numerose crisi impongono un cambio di passo nel percorso di attuazione della sussidiarietà, che deve essere segnato dalla relazione tra soggetti sociali e istituzionali per garantire universalismo ed equità nei servizi di welfare. Oltre all’adeguamento delle competenze giuridiche, è necessaria l’acquisizione di capacità di ascolto e mediazione, alla ricerca di obiettivi plurali

di Giorgio Vittadini

Il problema delle politiche sociali si scontra attualmente con numerose crisi che sembrano impossibili da risolvere: povertà e disuguaglianza crescenti, nuove marginalità, isolamento. Il nodo della questione è che tutto appare più difficile e la vocazione universalistica del welfare, che è alla base dello sviluppo delle moderne società occidentali, nei fatti, in Italia, non viene quasi più attuata. Di fronte a una simile constatazione può essere indispensabile attuare un ripensamento del principio di sussidiarietà e contemporaneamente promuovere dei momenti formativi che realizzino il principio di reale cooperazione tra istituzioni. Tra queste iniziative vanno presi in considerazione tutti quelli che approfondiscono i diversi strumenti della relazione tra pubblica amministrazione e realtà di Terzo settore che hanno maturato lunghe esperienze radicate nei territori.

Le ricorrenti crisi avvenute nel nuovo secolo hanno imposto un nuovo passo nel percorso di attuazione della sussidiarietà, che deve essere segnato da una necessaria e non più rinviabile capacità di relazione tra i molti soggetti sociali e istituzionali

Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà

Un serio e consistente aiuto può venire dal gruppo di lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Alta Scuola di Economia e Relazioni di Milano insieme alla Fondazione per la Sussidiarietà, che realizza il percorso formativo “Governance e strategie per l’Amministrazione condivisa”.

Sussidiarietà: un nuovo passo

In questo contesto viene naturale cogliere l’occasione per riflettere sul principio di sussidiarietà e sui ripensamenti che tale principio ha subito nel tempo, fino ad arrivare a una definizione che risponda alle esigenze della contemporaneità: “Più società e più Stato”.

L’iniziativa di questa riflessione dovrà tenere in considerazione il superamento dell’opposizione tra pubblico e privato (che era tipico negli anni Novanta) e nello stesso tempo prendere atto della progressiva contrapposizione tra Stato e Regioni. C’è poi da analizzare il ruolo, in positivo e in negativo, che il comparto privato può svolgere nel sostenere obiettivi di pubblica utilità, da un lato. Dall’altro, occorre esaminare e, nel caso, capire come meglio orientare l’attività del variegato mondo del non profit. In altre parole: come dovrebbe qualificarsi una regia pubblica?

Insomma, le ricorrenti crisi avvenute nel nuovo secolo hanno imposto un nuovo passo nel percorso di attuazione della sussidiarietà, che deve essere segnato da una necessaria e non più rinviabile capacità di relazione tra i molti soggetti sociali e istituzionali che sono oggi presenti.

Capacità di ascolto e di mediazione

Pensiamo a quanto sia importante in questo momento riflettere sulla dimensione antropologica: la persona, per sua natura, è capace di mettersi insieme ad altri per uno scopo ideale, di guardare i bisogni suoi e degli altri, di immaginare risposte, di costruire opere sociali atte a tentare di risolvere o alleviare i problemi. Ciò è tanto più importante oggi quando povertà economica, sociale e culturale, caratterizzano non solo anziani e persone di mezza età, ma moltissimi giovani fino a rendere diffusissimi fra loro solitudine, isolamento, comportamenti devianti.

In questo contesto, l’amministrazione pubblica, statale e locale, deve fare un salto di qualità per garantire universalismo ed equità nei servizi di welfare. Oltre all’adeguamento delle competenze giuridiche è necessaria l’acquisizione di capacità di ascolto delle istanze dei cittadini, di perseguimento di obiettivi plurali, di mediazione in contesti di governance complessa.

Giorgio Vittadini è presidente Fondazione per la Sussidiarietà

Tutte le informazioni sull’Executive Programme a questo link. Le iscrizioni sono aperte fino al 2 dicembre. Per chi sceglie di iscriversi entro il 30 ottobre, è prevista una tariffa agevolata.

La fotografia in apertura è di Startae Team su Unsplash

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