Questa è la storia di una famiglia come tante, in cui le cose sono difficilissime ma non impossibili. Barbara Racca e Alessio Carparelli sono i genitori di due figli con autismo, Marco ha 15 anni e Fabio 22. «Quando capisci, va tutto in frantumi, sai che non farai mai i compiti con tuo figlio, non potrai giocarci come immaginavi», mi racconta Alessio. «Sono pensieri normali...», continua Barbara, che per tanto tempo si è dedicata ai figli dimenticandosi di sé. Finché, cercando un’attività per i propri ragazzi, ha incontrato la Terapia multisistemica in acqua — Tma del metodo Caputo-Ippolito, che utilizza l’acqua come attivatore emozionale e sensoriale per creare un ponte comunicativo con il paziente autistico.

Nel centro di Milano, nelle pieghe della frenesia del business, c’è un ufficio che investe nella cura per le persone. È il S.A.M. (servizio accoglienza milanese), lo sportello della Caritas ambrosiana specializzato nell’aiuto a senza dimora e umani in grave difficoltà. Il cancello che separa dalla strada è l’ultimo avamposto prima del buio e del silenzio, per molti è l’ultima speranza.
Abbiamo incontrato Dionigi, Rosa, Giulia e Michela, parte del gruppo di assistenti sociali e operatori che ogni giorno aiutano questi invisibili a ritornare visibili.