Giornata contro la povertà

Povertà, appello all’Europa: meno soldi alle armi e più risorse per ridurre le disuguaglianze

Le guerre nel mondo stanno aumentano il numero dei poveri estremi In occasione del 17 ottobre l’Alleanza contro la povertà chiede una «politica che metta al centro dignità e giustizia sociale». Il richiamo a una strategia europea di contrasto. Le richieste al governo italiano in cinque punti

di Redazione

«In un mondo che parla di pace, le guerre producono nuovi poveri». Questa la denuncia di Alleanza contro la povertà, in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà, che si celebra il 17 ottobre. Il conflitto in Ucraina, la guerra a Gaza e le tensioni diffuse in Medio Oriente e in Africa hanno generato una nuova ondata di povertà globale.

«Le crisi internazionali alimentano disuguaglianze, carestie, migrazioni forzate e precarietà economica», rimarcano all’Alleanza contro la povertà.

Secondo la Banca Mondiale, attualmente oltre 700 milioni di persone nel mondo vivono in condizioni di povertà estrema. La corruzione dei governi, lo sfruttamento coloniale ma soprattutto i numerosi conflitti in diverse parti del mondo, soprattutto nella parte di mondo più fragile, sono tra i principali ostacoli allo sviluppo socioeconomico.

Nasce da qui l’esigenza di un forte e accorato appello per una pace vera e giusta, che comprenda il riconoscimento, la ricostruzione e il ripristino della dignità e dei diritti.

La povertà in Europa

In Europa l’inflazione e la crisi abitativa hanno fatto crescere il numero di persone in povertà di oltre 4 milioni in due anni (dati Eurostat 2024). Gli altri Paesi europei, si ribadisce da parte dell’Alleanza, sembrano meglio attrezzati rispetto al nostro per sostenere chi non ce la fa.

Una ricerca della Banca Mondiale del 2024 su otto nazioni europee rileva che in Germania nell’anno 2022 la misura di reddito minimo assicurava una copertura al 6,4% della popolazione, in Francia al 6,10%, in Grecia 5,7% della popolazione. In Italia i beneficiari del Reddito di Cittadinanza erano il 4,20% della popolazione (2022); nel 2024 i beneficiari dell’Adi sono scesi al 2,50% della popolazione.

Alleanza contro la povertà rilancia un forte appello all’Europa, perché osservi e metta in pratica il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, a partire dall’obiettivo fondamentale di ridurre il numero di persone in condizione di povertà o esclusione sociale di 15 milioni entro il 2030, attraverso una strategia europea di contrasto alla povertà.

Povertà in Italia

Per quanto riguarda il nostro Paese, proprio nei giorni scorsi il nuovo rapporto dell’Istat sulla povertà in Italia (La povertà in Italia – Anno 2024) ha confermato una realtà che non cambia. Ne abbiamo scritto qui.

L’auspicio dell’organizzazione è che l’annunciato aumento delle spese per la difesa, legato agli obblighi comunitari, non produca tagli a quella sanitaria e sociale, già nella legge di Bilancio in arrivo. «Ogni guerra è anche una guerra contro i poveri, perché erode risorse pubbliche, toglie spazio al welfare e colpisce i più vulnerabili, non chi decide i conflitti”, denuncia Alleanza contro la povertà, che in occasione della Giornata mondiale del 17 ottobre chiede una “inversione di rotta: nella prossima legge di bilancio, non si aumentino le spese militari, ma si incrementino le risorse per le misure di contrasto alla povertà”.

La strategia e i principi

Alleanza contro la povertà torna poi a chiedere con forza una «strategia strutturale che si fondi su cinque principi irrinunciabili: aumento delle risorse, universalità selettiva delle misure di contrasto, monitoraggio dell’efficacia di queste, analisi della povertà attraverso un tavolo permanente, sostegno alle realtà sociali che ogni giorno affrontano l’emergenza della povertà estrema». Molte di queste, aggiunge  l’associazione, «aderiscono alla nostra rete e sappiamo quanto il loro ruolo sia fondamentale e irrinunciabile, oggi, per affrontare l’emergenza che è sotto i nostri occhi: famiglie che non riescono a sostenere le spese alimentari, alloggiative, educative».

Se le associazioni sono fondamentali per affrontare l’emergenza, spetta però al governo prevenire e contrastare la povertà attraverso politiche e misure strutturali.
Perché «la povertà non è un fatto naturale né un destino genetico», ricorda il portavoce Antonio Russo, «ma una conseguenza politica ed economica. E solo scelte politiche diverse possono invertirla. Servono quindi azioni di ampio respiro e di lungo periodo, che mettano mano alle infrastrutture e alle politiche abitative e lavorative, oltre che economiche. Perché la casa e il lavoro sono i pilastri di una vita dignitosa, che in troppi oggi non possono permettersi. La povertà non è un’emergenza da gestire, ma una struttura da cambiare. Serve una visione di lungo periodo, non misure tampone».

Le 5 richieste di Alleanza contro la povertà

La Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà nasce nel 1987, quando a Parigi, davanti al Trocadéro – lo stesso luogo in cui nel 1948 fu firmata la Dichiarazione universale dei diritti umani – migliaia di persone si riunirono per denunciare l’emarginazione e chiedere dignità per chi viveva nella miseria. Riconosciuta ufficialmente dall’Onu nel 1992, la Giornata non può e non vuole essere una ricorrenza simbolica, ma un invito all’azione concreta.

Per questo, Alleanza contro la povertà rivolge al governo cinque richieste:

  1. Aumentare le risorse per le politiche di contrasto alla povertà, garantendo continuità e sostenibilità nel tempo. Nello specifico, destinare alle misure di contrasto almeno il “massimo storico” investito a questo scopo negli anni passati
  2. Ripristinare l’universalismo selettivo delle misure di sostegno, superando le attuali categorizzazioni, che si traducono in discriminazioni o esclusioni arbitrarie
  3. Monitorare costantemente l’efficacia delle politiche sociali, rendendo trasparenti i dati perché se ne possa valutare e migliorare l’impatto
  4. Rafforzare, attraverso i percorsi della programmazione negoziata, la rete pubblica dei servizi sociali territoriali, con il sostegno del terzo settore per co-progettare e co-programmare un welfare di prossimità e di comunità;
  5. Nella legge di bilancio in arrivo, incrementare le risorse per la spesa sociale e sanitaria, affinché il Paese non si trovi a risparmiare sui più fragili.

In apertura photo by Benjamin Disinger on Unsplash

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