Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Quasi una persona su dieci nel mondo è malnutrita
Quasi 300 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta; 170 milioni si trovano in Africa e l’Africa Orientale è tra le zone più colpite, con 61,6 milioni di persone spinte verso la fame da siccità, conflitti e crisi economiche. «In Paesi come Etiopia, Kenya e Burkina Faso la combinazione di siccità, conflitti, rincari alimentari e scarso accesso alle cure spinge intere comunità verso livelli di insicurezza alimentare senza precedenti», dichiara Roberta Rughetti, direttrice di Amref Italia
di Redazione
Quasi 1 persona su 10 nel mondo è malnutrita, una percentuale in aumento negli ultimi anni e con incidenza maggiore nelle aree più critiche: Africa centrale, orientale e sub-sahariana. Mentre in Africa crescono i decessi per denutrizione, nei Paesi ad alto reddito aumenta l’obesità: due facce della stessa medaglia – la malnutrizione.
Secondo il Global Report on Food Crises 2025, quasi 300 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta; 170 milioni si trovano in Africa e l’Africa Orientale è tra le zone più colpite, con 61,6 milioni di persone spinte verso la fame da siccità, conflitti e crisi economiche. Inoltre, nel continente africano, 45% delle morti infantili è collegato alla malnutrizione e oltre 4 milioni di donne incinte risultano malnutrite.
In Italia, invece, ogni famiglia spreca in media 27–32 kg di cibo all’anno – circa 600 grammi a settimana, la quantità che sfamerebbe per un giorno un bambino tra i 6 e i 10 anni in Africa – a ricordare che il problema non è la produzione ma la distribuzione e la capacità dei sistemi di prevenire e assorbire gli shock.
Dall’indagine Ipsos per Amref 2025 “Africa e Salute: l’opinione degli italiani” emerge che, pensando ai problemi sanitari del continente africano, per il62% degli intervistati la malnutrizione è la priorità su cui concentrare gli aiuti, un orientamento trasversale alle generazioni che chiede coerenza nelle scelte. Dati i recenti tagli alla cooperazione internazionale, la capacità di prevenire e rispondere alle crisi alimentari risulta compromessa: servono impegni pluriennali, prevedibili e svincolati dall’emergenza per rafforzare i sistemi locali e garantire continuità a programmi di nutrizione, salute e resilienza climatica.
«In Paesi come Etiopia, Kenya e Burkina Faso la combinazione di siccità, conflitti, rincari alimentari e scarso accesso alle cure spinge intere comunità verso livelli di insicurezza alimentare senza precedenti; accessi limitati, strutture chiuse e risorse insufficienti riducono l’efficacia degli interventi, mentre i tagli alla cooperazione mettono a dura prova la risposta», dichiara Roberta Rughetti, direttrice di Amref Italia.
In questo quadro, Amref interviene insieme alle comunità più vulnerabili per fermare la fame portando acqua pulita e igiene, sostenendo la salute di bambine/i e mamme, formando operatori sanitari locali e promuovendo progetti di resilienza ai cambiamenti climatici; nelle aree a più alto rischio, le nostre attività integrano formazione, prevenzione e cura con particolare attenzione a donne in gravidanza e allattamento e a bambine/i 0–12 anni, rafforzando la capacità delle strutture sanitarie e delle comunità di monitorare la crescita, garantire vaccinazioni, effettuare screening nutrizionali, identificare e trattare tempestivamente le principali malattie, fornire assistenza nutrizionale domiciliare; contestualmente, rispondiamo alla siccità e alla cronica scarsità di acqua con l’attivazione e la riabilitazione di sistemi idrici e l’installazione di punti per il lavaggio delle mani nelle scuole, fondamentali contro la diffusione di malattie e per ridurre l’abbandono scolastico.
«La Giornata dell’Alimentazione», conclude Rughetti «ci ricorda che servono risorse stabili e decisioni basate sull’evidenza per nutrizione, salute primaria, acqua e igiene, affinché i sistemi locali possano prevenire e assorbire gli shock e tutelare la salute delle persone oggi e domani».
Credit foto Amref
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