I dati che i monopoli nascondono
Quei 116 Comuni in «crisi acuta d’azzardo»
Dal 2020 i dati comunali e provinciali delle slot machine non possono essere pubblicati e da quest'anno l'Agenzia delle Dogane e Monopoli ha esteso il divieto al restante gioco fisico per i Comuni sotto i 10mila abitanti anche al gioco online. Federconsumatori pubblica il report: "Non così piccoli. La diffusione dell’azzardo online nei piccoli comuni italiani": nella top 5 del 2024, due comuni sono in provincia di Napoli, uno in provincia di Brescia, uno di Lecce e uno di Como. Ad Anguillara Veneta (PD) e Calliano (TN) che l'anno scorso erano primi in classifica ora il giocato è crollato. Ci sono 116 Comuni, nel Sud Italia, in «crisi acuta d’azzardo», dove il giocato online è più del doppio rispetto alla media nazionale
Nonostante la diffusione a macchia d’olio della pandemia d’azzardo in Italia, il reperimento dei dati è sempre più complicato, mentre i numeri sono indispensabili per inquadrare con consapevolezza il fenomeno e dunque arginarlo. Evidentemente non c’è la volontà di porvi un freno. Infatti tutto ancora tace sul fronte istituzionale, tanto che l’Agenzia Dogane e Monopoli non ha ancora pubblicato ufficialmente i numeri del 2024.
I Monopoli pubblicano il Libro Blu 2023, ma è tardi
È stato invece da poco finalmente diffuso il Libro Blu 2023. Si tratta della pubblicazione annuale che riassume i risultati e le attività annuali dell’Agenzia Dogane e Monopoli, focalizzandosi sui settori di competenza come le dogane, le accise e, in particolare il gioco d’azzardo. Peccato però che il termine azzardo non venga mai utilizzato, che i dati siano stati in gran parte decurtati e che ormai siano poco utili, dato il ritardo di quasi due anni. Inoltre i numeri sono nazionali e regionali, mancano quelli provinciali e comunali. Ma non è finita.
Non molti sanno che dal 2020 non possono essere pubblicati i dati comunali e provinciali delle slot machine, e che Adm ha esteso il divieto al restante gioco fisico e, quest’anno, anche al gioco online dei Comuni al di sotto dei 10mila abitanti. Eppure nei piccoli comuni ogni euro speso in azzardo è un euro che pesa in modo sensibile, perché è direttamente sottratto all’economia reale locale (negozi, servizi, cultura, sport…).
Cosa ci dicono i dati che arrivano dal territorio
Federconsumatori non si arrende di fronte alla cortina di fumo istituzionale e, insieme a Isscon e Cgil, pubblica, per il secondo anno consecutivo, un importante report: Non così piccoli. La diffusione dell’azzardo online nei piccoli comuni italiani. Imprescindibile per guardare da vicino il fenomeno dell’azzardo e le sue implicazioni sulla salute e la sicurezza pubbliche. Infatti una categoria di numeri che Adm non comunica è proprio quella dei dati disaggregati, ossia la informazioni che suddividono il fenomeno dell’azzardo per specifici criteri come tipologia di gioco, fascia d’età, area geografica, genere o modalità di gioco (fisico o online). E ovviamente concentrarsi sul locale e sull’iperlocale significa andare a bussare direttamente alle case dei giocatori e ai punti vendita dell’azzardo, dando conto dei criteri sociologici in cui si esprime l’azzardo.
Non così piccoli. La diffusione dell’azzardo online nei piccoli comuni italiani è un’indagine che ha il grande merito di mostrare anzitutto che la diffusione indiscriminata dell’azzardo e la sua normalizzazione hanno raggiunto anche i piccoli Comuni che un tempo sembravano meno esposti e che invece oggi sono aree ad alto rischio di vulnerabilità sociale. Particolarmente disarmati di fronte ai rischi dell’azzardo in questi contesti sono i più anziani e le persone con redditi medi più bassi. Si delinea così una nuova mappa dell’azzardo, per cui il fenomeno non è più primariamente urbano, bensì diffuso capillarmente in tutta Italia, anche nei territori marginali.
Il report ha dunque il merito di tenere alta l’attenzione di un fenomeno che invece si vuole tenere sottotraccia. In assenza di dati ufficiali, il lavoro di Federconsumatori permette di vedere dove e come cresce l’azzardo. Inoltre consente ai cittadini e alle istituzioni locali di capire l’impatto economico e sociale del gioco nel proprio territorio con un’analisi indipendente. Evidenzia inoltre l’effetto regressivo sociale per cui l’azzardo colpisce soprattutto i redditi bassi e i territori marginali, divaricando le disuguaglianze. Infine smonta, numeri alla mano, la retorica del “gioco legale e responsabile”, mostrando come, dietro questa definizione/slogan, si nasconda una crescita strutturale del mercato del gambling.
Non è stato infatti facile arrivare a questa pubblicazione, che è stata ostacolata. Federconsumatori dichiara: «Se non fosse stato per l’On. Merola e l’On. Vaccari, che hanno fornito i dati relativi al gioco online nei comuni sotto i 10mila abitanti, questo report non esisterebbe. E sarebbe una sconfitta su tutti i fronti. Specialmente per i cittadini, che devono essere informati e consapevoli di un fenomeno che avanza silenziosamente, mette in ginocchio famiglie e rimpingua le casse della criminalità organizzata, oltre a quelle dello Stato».
I dati che parlano da soli
Cosa dicono i numeri? I Comuni presi in esame sono 3.142 con una popolazione tra 2.000 e 9.999 abitanti. Pari a circa il 40% dei Comuni italiani, dove risiede un quarto della popolazione complessiva. In testa, per volume di giocato a livello regionale, la Campania, con 3.045 euro giocati pro capite nel solo online; poco al di sotto troviamo la Calabria, con 2.910 euro, e la Sicilia, con 2.895.
Emerge che al Sud 116 i comuni sono in «crisi acuta d’azzardo», dove l’online è più del doppio rispetto alla media nazionale. Oltre a questo si è registrato come ci sia stato un crollo del giocato nei primi due comuni in classifica l’anno scorso: Anguillara Veneta (PD) e Calliano (TN). Segno evidente di come questo “semplice” report sia utile per tracciare la mappa delle sospette attività illecite e sia in grado di spostarne le geografie» dichiara Federconsumatori.
Un altro aspetto interessante emerge per i Comuni che sono mete turistiche, dal Sud alla Liguria, al Lago di Garda al Lago di Como. La presenza di turisti può infatti influire sull’azzardo fisico, mentre è ininfluente per quello online: «L’ipotesi è, quindi, che in queste realtà una parte del ricavato del turismo, quello che sfugge ai radar della legge, sia riciclata nell’azzardo online».
Il report mostra anche quanto l’online abbia ridotto il peso dei vincoli fisici e territoriali, portando l’azzardo dove prima era marginale. Questa penetrazione è stata accompagnata da un incremento della spesa pro capite, più alta in molti piccoli Comuni rispetto alle città. Il passaggio all’online rende invisibili le perdite: non si vedono più le sale gioco, ma i soldi escono comunque dal territorio.
Il Covid ha fatto da acceleratore a un processo già in corso. Dal 2020, l’azzardo a distanza è diventato la modalità principale di accesso al gioco in Italia. I grandi operatori lo sanno bene e infatti stanno spostando sempre più investimenti sulle piattaforme digitali. Il risultato? Un mercato che vale complessivamente 157,4 miliardi di euro, pari al 7,2% del Pil nazionale.
Unendo i numeri del report sui piccoli comuni con quelli della recente indagine, sempre di Federconsumatori, il Libro Nero dell’azzardo, emerge un quadro ancora più chiaro. L’Italia è il primo mercato di gambling in Europa e il quarto al mondo. Con un primato: 23 miliardi di euro persi dai cittadini nel 2024. Se infatti il volume di ‘gioco’ raccolto dal canale fisico nel 2024 è stimabile in 65,3 miliardi di euro, quello giocato a distanza è pari a 92,1 miliardi di euro, ossia 10 miliardi in più rispetto al 2023.
Tradotto in termini individuali, ogni italiano tra i 18 e i 74 anni ha giocato in media 2.162 euro sulle piattaforme digitali. L’equivalente di una vacanza, dell’apparecchio dei denti per i figli, di una ristrutturazione rimandata…
Il vero motore dell’azzardo online è al Sud
Nel Sud del Paese i flussi di gioco sono particolarmente intensi e legati a doppio filo con la criminalità organizzata. E con alcune sorprese: nei grandi centri metropolitani, com’è prevedibile, i volumi di raccolta restano i più alti, in linea con la densità della popolazione: più abitanti significa più giocate complessive. Ma dietro questa fotografia generale si nasconde un dato sorprendente. In alcune province italiane, una quota significativa del gioco online avviene fuori dai capoluoghi, in centri piccoli o medi. È probabile che questa anomalia sia legata alla presenza di giocatori professionisti che movimentano somme ingenti — anche decine di migliaia di euro al mese — sui conti online, o all’uso di connessioni VPN (Virtual Private Network) che mascherano la vera provenienza geografica delle giocate. Si tratta di una rete virtuale privata che crittografa il traffico internet, rendendo i dati illeggibili a terzi e nascondendo l’indirizzo IP e la posizione dell’utente.
L’azzardo online rende ancora di più l’azzardo una tassa sulla povertà, senza peraltro benefici per l’economia dello Stato, dato che il giocato sull’online riduce in modo rilevante le entrate erariali, mentre la bilancia del potere è sempre più spostata nelle mani delle lobby dell’azzardo. Il gioco a distanza infatti elimina per i gestori i costi delle attività in sede fissa come affitti, salari, materiali, ecc… Inoltre i device in tasca eliminano qualsiasi barriera d’accesso propria dei luoghi fisici e chi azzarda non sente il controllo sociale, perché è solo davanti al suo schermo.
Infine, ma non da ultimo: online si “vince” di più, o meglio, si perde meno velocemente. Le slot online infatti garantiscono un ritorno medio più alto rispetto a quelle fisiche che sono soggette a regolamentazioni più stringenti. Una caratteristica che rende il gioco digitale ancora più attraente, alimentando l’illusione del guadagno. Il risultato è un sistema che trasferisce ricchezza dai territori, soprattutto quelli più poveri, verso operatori internazionali.
L’azzardo online non è solo più conveniente per gli operatori dunque. È anche più difficile da regolare, da monitorare, da contrastare. E mentre le amministrazioni locali cercano di arginare il fenomeno con regolamenti sul gioco fisico, la vera partita si gioca altrove. Su schermi che non si vedono con soldi che spariscono senza lasciare traccia.
La pandemia da azzardo che bussa alla porta di casa
Dal report è chiaro che, benché esistano regole che limitino la pubblicità, nella pratica, il gioco d’azzardo viene promosso in molti modi indiretti o aggirando limiti, e che il “gioco responsabile” è diventato il messaggio più visibile, usato come scudo, ma non compensa la crescente promozione. In tv, nello sport e online, la presenza dei brand di scommesse è ormai pervasiva e normalizzata. Questo nei piccoli comuni ha un’incidenza immediata sulla riduzione del risparmio e del reddito disponibile, sottraendo risorse che potrebbero sostenere consumo e sviluppo locale.
Da questo contesto emergono nuovi profili di rischio: non solo giocatori patologici, ma giocatori ordinari che spendono proporzionalmente molto rispetto al reddito. Ai cittadini serve conoscenza per avere consapevolezza. Agli amministratori locali l’assunzione di una responsabilità sociale concreta, perché ormai è evidente la contraddizione tra gioco come “ricavo fiscale” e gioco come problema di salute pubblica. Una contraddizione che si può sanare, come dimostrano diverse politiche comunali virtuose. L’azzardo non è solo un problema individuale, ma un fenomeno economico e sociale che incide sul tessuto locale, sulla spesa pubblica, sul benessere collettivo. Non ci sono più motivi per non saperlo né scuse per non opporsi a questa pandemia.
In apertura, foto AP Photo/Wayne Parry
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