Invecchiamento
Quel legame pericoloso tra perdita dell’udito e salute
La salute uditiva è molto importante. Non sentire bene è associato a deficit cognitivi e compromette il benessere mentale e la vita emotiva e relazionale. Un sondaggio di Med-El svela i timori degli italiani che riconoscono l’impatto della perdita uditiva
Ridotte capacità uditive rappresentano un rischio per la salute cognitiva: numerosi studi dimostrano che trascurare i problemi all’udito può compromettere le funzioni mentali, aumentando il rischio di un declino cognitivo precoce, talvolta legato alla comparsa di forme di demenza che in un caso su tre sarebbero legato proprio all’udito. L’impatto sulla vita delle persone riguarda anche la sfera relazionale, inducendo perdita della sicurezza in sé stessi e affaticamento emotivo. Eppure, solo il 12% degli italiani riconosce il legame fra perdita dell’udito non trattata e demenza, come emerge da un nuovo sondaggio condotto da Research Without Barriers per l’azienda di impianti acustici Med-El su oltre un migliaio di italiani e diecimila persone di altri nove paesi del mondo, sui è stato chiesto: «Quali aspetti della vita quotidiana ritieni siano maggiormente influenzati dalla perdita dell’udito non trattata negli adulti?». Emerge che l’ipoacusia è percepita dai più come un problema.
«La perdita dell’udito non trattata è un fattore di rischio modificabile chiave per il declino cognitivo. Eseguire controlli regolari dell’udito è fondamentale e può fare una grande differenza, così come ricevere tempestivamente il trattamento adeguato» spiega Anna Rita Fetoni, docente di Audiologia all’Università Federico II di Napoli.
Dal sondaggio Med-El emerge che per oltre 1 italiano su 2 (54%) la perdita uditiva non trattata abbia un impatto sulle conversazioni con amici e familiari, dato superiore alla media globale (49%). Il 30% riconosce il legame tra ipoacusia e difficoltà nelle interazioni sociali, mentre il 24% esprime preoccupazione per difficoltà di ascolto e comunicative in ambienti rumorosi. La seconda dimensione citata dagli italiani come maggiormente influenzata dalla perdita dell’udito non trattata negli adulti, è la fruizione di musica e TV, indicata dal 43% degli intervistati.
Quasi 2 italiani su 5 (37%) ritengono che la perdita uditiva incida sulla fiducia in sé stessi. Circa 1 italiano su 4 associa la perdita uditiva a problemi di salute mentale (27%); il 26% all’aumento di stress o affaticamento. Il 27% degli italiani esprime preoccupazione per la mancata percezione di suoni critici per la sicurezza come, ad esempio, allarmi o rumori legati al traffico. Il 20% alla perdita di indipendenza e autonomia e il 18% alle prestazioni lavorative, un dato decisamente inferiore alla media globale (30%).
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità Oms quasi una persona su quattro di età superiore ai 60 anni soffre di una perdita uditiva invalidante, che incide su comunicazione e interazioni quotidiane, rendendole sempre più difficili. Spesso non si interviene perché la si considera una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento o per la difficoltà ad accettare un dispositivo acustico. Quando le protesi acustiche non sono più sufficienti, l’impianto cocleare, dispositivo stimola direttamente il nervo uditivo, rappresenta una soluzione innovativa e sicura. «Gli impianti cocleari costituiscono una soluzione efficace quando le protesi acustiche non sono sufficienti» spiega Anna Rita Fetoni, docente di Audiologia all’Università Federico II di Napoli. «Permettono di mantenere l’indipendenza, muoversi con sicurezza e vivere una vita attiva, soprattutto nei momenti in cui restare connessi agli altri è essenziale. Contribuiscono in modo sostanziale, come anche risulta da recenti studi, al miglioramento della qualità della vita. Oggi si tratta di una procedura sicura e ampiamente collaudata a livello mondiale».
«Questi risultati rappresentano un forte richiamo a considerare la salute uditiva una priorità, soprattutto con l’avanzare dell’età» ha dichiarato Romed Krösbacher, direttore di MED-EL Italia, che ha lanciato la campagna digitale “L’udito riconnette alla vita”, rivolta in particolare a quella fascia di popolazione definita come “Best Agers”: adulti attivi, indipendenti e socialmente impegnati, che tuttavia potrebbero incontrare le difficoltà della perdita uditiva con l’avanzare dell’età.
Foto di Med-El
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