Welfare
Rebibbia, il declino di un ex carcere modello
la denuncia di Angiolo Marroni, garante dei detenuti del Lazio
di Redazione
Lanciare un grido di allarme sulla situazione di Rebibbia penale, una
situazione non più tollerabile per un carcere considerato fino a poco tempo fa un
modello e un punto di riferimento. Sono gli scopi che hanno spinto il Garante Regionale
dei Detenuti Angiolo Marroni a segnalare quanto sta avvenendo. “Non possiamo
ha detto Marroni – più assistere a questa situazione”.
Secondo quanto risulta all’Ufficio del Garante, da dicembre manca uno dei
magistrati di sorveglianza (che dovrebbe occuparsi dei detenuti il cui
cognome comincia con le lettere A – M) e viene sostituito a singhiozzo, il casellario
giudiziario funziona male, sono frequenti trasferimenti di detenuti impegnati
in attività di formazione che sono costretti a sospendere.
A questo si aggiungono la mancata retribuzione dell’attività lavorativa
e procedure lunghe per il riconoscimento degli assegni familiari, un
regolamento interno emanato nel 1938 e mai aggiornato. Inoltre, l’assistenza sanitaria
è carente – nonostante che negli ultimi giorni si sia firmata la convenzione
con la Asl Rm B per riattivare l’assistenza odontoiatrica – ed infine
l’attività culturale interna è vicina all’azzeramento.
La goccia, poi, che ha fatto traboccare il vaso è stata una disposizione
della Direzione che stabilisce che, ?visto che nelle stanze detentive sono
stipati generi ed oggetti che vanno ben oltre il limite consentito i generi in eccesso trovati nelle celle saranno ritirati e inviati ai rispettivi familiari con un pacco postale a spese del detenuto”
In realtà, questa disposizione, se applicata, provocherebbe “una estrema
limitatezza dei generi per l’igiene personale, del vestiario e dei libri
consentiti e l’inadeguatezza di avere un solo fornellino in cella per
detenuto”. Tale misura è “incongruente rispetto alle reali necessità della vita
detentiva”.
“Tutto ciò indica una situazione al limite di sopportazione” – ha detto Marroni. Sono diverse le urgenze unite da un denominatore comune: la violazione di alcuni dei diritti fondamentali non solo dei detenuti ma degli esseri umani. Il diritto alla salute, a un lavoro retribuito, allo studio, a condizioni di vita civili e a credere a un futuro diverso. Stiamo lavorando con la direzione perché si valuti quanto denunciato e si avviino con celerità tutte le misure utili ad affrontare questa situazione, recuperando un dialogo
con i detenuti interrotto da tempo.
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