Fotografia
Ri-scatti, la forza degli adolescenti oltre la vulnerabilità
Dal 14 al 26 ottobre, al Padiglione d’arte contemporanea di Milano, una mostra fotografica racconta lo sguardo degli adolescenti di Dynamo Camp per restituire centralità e voce a chi spesso è percepito soltanto attraverso la lente della fragilità. Un invito a scoprire la sensibilità e la creatività di giovani che hanno saputo trasformare le proprie sfide personali in immagini cariche di significato
di Redazione
Benedetta V. ha colto in bianco e nero i contrasti del suo quartiere. Benedetta L., ragazza ipovedente, ha catturato con sensibilità luce e colori. Sofia ha scelto di rappresentare il senso di solitudine che può emergere persino in mezzo alla folla, mentre Francesco ha dato spazio al suo legame con la natura, oscillando fra poesia e dramma. Restituire centralità e voce, attraverso la fotografia, a chi troppo spesso è percepito soltanto attraverso la lente della fragilità.

È il senso di Ri-Scatti. Il cielo è sempre più blu, la mostra in programma dal 14 al 26 ottobre al Padiglione d’arte contemporanea di Milano. Organizzata da Ri-scatti, associazione di volontariato che dal 2014 realizza progetti di riscatto sociale attraverso la fotografia, e promossa dal comune di Milano con il sostegno di Tod’s, è realizzata in collaborazione con Dynamo Camp, la Fondazione che da 19 anni offre gratuitamente programmi di terapia ricreativa a bambini e ragazzi affetti da patologie gravi o croniche, disturbi del neurosviluppo e condizioni di disabilità.
Trasformare le proprie sfide personali
La fotografia, strumento di espressione e racconto personale, pone al centro il divertimento, la scoperta e la fiducia in se stessi come leve per stimolare capacità, autonomia e speranza. L’approccio di Ri-scatti parte da laboratori con gli adolescenti condotti da fotografi professionisti: un’esperienza che non è soltanto formativa, rappresenta un’opportunità per sviluppare uno sguardo nuovo sul mondo e affrontare le difficoltà non con rassegnazione ma con creatività e coraggio. L’edizione 2025 è il risultato di un percorso di tre mesi che ha coinvolto nove ragazzi tra i 15 e i 21 anni che hanno saputo trasformare le proprie sfide personali in immagini dense di significato.

Arianna ha raccontato un universo sospeso fra aria e acqua, mentre Cristian ha reso omaggio al suo amore per lo sport e per la canoa. Chiara Luna ha osservato il mondo con ironia, regalando un’immagine capace di strappare un sorriso. Luca, partito con il dubbio di riuscire a portare a termine il corso, ha seguito la sua curiosità fino a dar vita a scene inedite con i Lego, tanto efficaci da conquistarsi la locandina della mostra. Infine, Isabella ha intrecciato nelle sue foto il passato della sua città natale, Matera, con l’entusiasmo per la nuova vita a Milano, raccontando un passaggio personale che diventa universale.

Queste opere, diverse per stile e linguaggio, compongono un mosaico coerente: un invito a scoprire la sensibilità e la creatività di giovani che hanno saputo dar vita a delle opere d’arte partendo dalle loro difficoltà e sfide quotidiane.
Un cielo che diventa sempre più blu
«In undici anni, la sfida più grande è stata ogni volta adattare la didattica alle fragilità e alle specificità dei partecipanti, cercando di stimolare ciascuno a narrare la propria storia con autenticità», spiega Stefano Corso, presidente di Ri-scatti. «Quest’anno, nove straordinari adolescenti di Dynamo Camp ci hanno mostrato come la fragilità possa essere osservata da prospettive nuove, non come limite, ma come occasione di crescita. Per alcuni il percorso è stato più complesso a causa di difficoltà motorie o visive, ma la loro determinazione ha trasformato ogni ostacolo in opportunità. A noi volontari hanno restituito insegnamenti preziosi: ci hanno permesso di comprendere che uno sguardo, anche se non può cambiare il mondo intero, può rendere migliore un suo angolo».

Diego Sileo, conservatore del Pac e curatore della mostra, racconta la genesi del titolo: «Ma il cielo è sempre più blu è una delle canzoni più celebri del repertorio italiano e quest’anno compie cinquant’anni. In quell’elenco caotico e frenetico di umanità, Rino Gaetano ci mostra che, in fondo, esiste un elemento che accomuna tutti: un cielo che diventa sempre più blu. Sono partito da questa suggestione per il concept del progetto, ma senza quell’avversativa iniziale che nel brano sottolinea la contrapposizione. Qui non c’è contrapposizione: c’è accettazione. Durante le lezioni di fotografia, con i ragazzi di Dynamo Camp ho compreso come si possa affrontare la malattia e la fragilità con un atteggiamento diverso, concentrandosi sul presente e sulle possibilità del futuro, senza lasciarsi travolgere dal rancore. Accettare non significa rassegnarsi, ma trasformare la propria esperienza in consapevolezza».

Per Maria Serena Porcari, ceo di Fondazione Dynamo Camp, «il progetto proposto da Ri-scatti si sposa perfettamente con la nostra missione. La terapia ricreativa Dynamo® stimola le capacità dei bambini e dei ragazzi, rafforza l’autostima e offre speranza, con benefici di lungo periodo sulla qualità della vita. Per questo abbiamo accolto con entusiasmo questa collaborazione: rappresenta una forma diversa ma complementare del nostro metodo, capace di lasciare un segno profondo e duraturo».
Raccontare se stessi con linguaggi creativi
A corollario della mostra, sabato 25 ottobre si esibirà One Eat One, la prima band di musica elettronica al mondo composta da persone con e senza disabilità. Seguirà un djset di Bunny Dakota, co-fondatrice del collettivo Industria Indipendente, realtà che intreccia arti performative, ricerca queer e sperimentazione sonora. Nelle stesse date della mostra, il Pac ospita al primo piano la project room “Reverselab. Uno spazio per l’arte contemporanea tra il carcere e la città” a cura di Laboratorio carcere e Caterina Grimaldi, che restituisce il lavoro realizzato dal gruppo di ricerca Laboratorio carcere del Politecnico di Milano, Forme Tentative, Philo – Pratiche filosofiche insieme al Pac e all’artista Maurice Pefura con 40 persone detenute nella Casa circondariale di San Vittore.

L’ingresso alla mostra è gratuito, con la possibilità di acquistare le fotografie e il catalogo. L’intero ricavato sarà devoluto a Dynamo Camp a sostegno dei progetti di performing arts, in particolare Dynamo Studios: laboratori di fotografia e video che offrono a bambini e ragazzi la possibilità di sperimentare linguaggi creativi e raccontare se stessi, guidati da fotografi e registi professionisti.
La fotografia in apertura è di Benedetta L. Tutte le immagini sono state fornite da Fondazione Dynamo Camp
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