Magazine

Ottobre 2025

Nella testa dei filantropi

L’amore per l’uomo, dice il greco antico, alla voce “filantropia”. Nell’uso comune, negli anni, abbiamo identificato col sostantivo correlato, filantropo, una persona facoltosa che donava somme ingenti per sovvenire i più fragili. Oggi la filantropia è cambiata, l’universo dei donatori s’è allargato, la loro natura mutata: ai munifici benefattori e ai loro eredi, si sono aggiunte fondazioni di impresa, di comunità e, da 30 anni, di origine bancaria e i loro dirigenti. Gli uni e gli altri riversano, ogni anno, 2 miliardi sulla società civile italiana, nella cultura, nella ricerca. VITA ve ne racconta 100.

Domande che abbiamo rivolto anche ai due leader delle due famiglie filantropiche italiane, Giovanni Azzone, presidente dell’Associazione casse risparmio e fondazioni italiane – Acri, gli enti nati nel 1992 dalla riforma Amato, e Antonio Danieli che guida l’Associazione enti e fondazioni filantropiche italiane – Assifero, ossia fondazioni familiari, di impresa, di comunità. Interviste cui seguono gli interventi che invitano alla riflessione. Quello di Felice Scalvini, imprenditore sociale che Assifero fondò, mette in guardia proprio dall’estensione del concetto di “filantropo” oltre il recinto di chi attivi la propria personale generosità. Flaviano Zandonai, sociologo, responsabile Innovazione di Cgm, il più grande consorzio cooperativo sociale d’Italia, si è invece soffermato su un rischio che tutti i filantropi corrono nel loro approccio al mondo sociale, quello di finire per eterodirigere gli enti sostenuti.

Carola Carazzone, vicepresidente di Philea, il più grande raggruppamento filantropico europeo e Mandy Van Deven con Chiara K. Cattaneo, che animano la comunità di pratica Elemental, hanno raccontato le tendenze europee e americane attente a riparare (le diseguaglianze) prima che a restituire.

E poi la galleria dei filantropi, ovviamente. Con nomi importanti come Allegra Caracciolo Agnelli, Marina Nissim, Sara Doris, Diana Bracco o come Arianna Alessi, vicepresidente di Only The Brave Foundation, la moglie di Renzo Rosso, l’inventore dei jeans Diesel.

Non è personaggio delle cronache, per la sua discrezione proverbiale Susan Carol Holland, presidente del gruppo leader mondiale delle soluzioni per l’udito Amplifon e guida una fondazione di impresa, che è una case history per il lavoro inclusivo sugli anziani: ha accettato di raccontarlo a VITA. 

È invece facile leggere (o vedere) un’intervista di Andrea Orcel, numero uno di Unicredit. Quella che però potrete leggere su VITA, riguarda un tema sui cui il ceo del grande gruppo bancario europeo non si esprime spesso: la filantropia appunto. Ha raccontato la sua stima dei giovani e la scelta di orientare la Unicredit Foundation, che presiede, nel supporto delle nuove generazioni e del loro talento. 

Come ogni mese, VITA magazine propone anche le riflessioni di alcuni dei commentatori più attenti. Da non perdere l’editoriale affidato all’ex-direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli: ricorda il nostro fondatore, Riccardo Bonacina, scomparso nel dicembre di un anno fa e che ricorderemo il 30 ottobre, nel VITA Day che scandisce ogni anniversario del nostro giornale, cui è dedicato l’altro editoriale, quello di Stefano Arduini

Salvatore Garzillo, nel suo Chi è successo che, di volta in volta, propone le storie dei protagonisti del sociale, appunta la matita e apre il microfono (al racconto come è noto affianca un’illustrazione e un podcast sul portale) su Luigi Pagano, direttore carcerario illuminato. La sociologa Ivana Pais, in Sharing, ragiona delle fragilità dei giovani uomini, mentre Rosy Russo di Parole ostili si sofferma sul termine “rumore”, Maurizio Crippa, puntuto osservatore della politica patria fa il contropelo al Lidèr Maximo, Massimo D’Alema, per la sua intemerata dalla Piazza Rossa di Pechino.

In Communitas, da non perdere la corrispondenza di Nicla Panciera da Roma, dove ha seguito per noi uno degli anniversari associativi più significativi del momento: i 60 anni dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Auguri! Così come la presentazione, di Daria Capitani, della nuova edizione delle Giornate di Bertinoro, luogo e tempo imprescindibili per la riflessione aggiornata sull’Economia civile.

In questa sezione trovate anche un bellissimo ritratto che Anna Spena fa di un personaggio di notevole caratura: Annalisa Rabitti, assessora alle persone del Comune di Reggio Emilia, una change-maker a tutto tondo. In ultimo ma non per ultimo l’Abbonato del mese, la rubrica che ci fa conoscere chi ha deciso di sostenere il nostro giornalismo indipendente sottoscrivendo appunto un abbonamento. La nostra Ilaria Dioguardi ha incontrato don Dario Acquaroli, che le ha spiegato sinteticamente la sua decisione di seguirci ogni mese: «VITA è un giornale che conosce la realtà».

Leggi questo numero in formato digitale

COPIA DIGITALE 7.00 

Vuoi leggere tutto l’archivio digitale?

Sottoscrivi un abbonamento annuale

Se desideri acquistare la copia cartacea di questo numero scrivi a abbonamenti@vita.it


La rivista dell’innovazione sociale.

Abbònati a VITA per leggere il magazine e accedere a contenuti
e funzionalità esclusive