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Russia, il non profit saccheggiato
La crescita è formidabile soprattutto a San Pietroburgo. Ma la nuova legge con le costrizioni burocratiche è una minaccia...a cura di, Lisa Dorfman
di Redazione
Vladimir Putin ha messo un freno alle ong, ma non all?impegno sociale dei russi. Un russo su dieci, infatti, oggi partecipa attivamente alle attività promosse dalle organizzazioni non governative. È quanto emerge da una ricerca sulla partecipazione sociale condotta dal Yuriy Levada?s Analytical Center, secondo cui i sostenitori delle ong in Russia sono circa 12 milioni. Il numero di sigle cui fanno riferimento? Difficile dirlo. Nel 2007, nel Rapporto sullo stato della società civile nella Federazione Russa, la Camera pubblica della Federazione Russa ha contato 359.020 organizzazioni registrate di tipo non commerciale. Una definizione che, secondo il Codice civile russo, si applica ad enti molto diversi tra loro oltre che alle ong: dalle associazioni pubbliche a quelle religiose, dalle fondazioni alle cooperative di consumatori fino alle partnership di tipo non commerciale. Secondo il capo dell?Ufficio di registrazione russo, inoltre, le ong sarebbero 182mila.
San Pietroburgo è una delle regioni che guida lo sviluppo del settore delle organizzazioni non commerciali in Russia. Tra il 2001 e il 2006, il numero di ong attive è aumentato del 40% e ha superato del 34% la media di tutto il Paese. La crescita della quantità totale è dovuta, soprattutto, alle unioni di proprietari di appartamenti, una realtà non profit che viene supportata dal governo. Quindi le cifre suddette non corrispondono direttamente alla crescita delle iniziative pubbliche registrate.
Secondo Marina Dmitrieva, rappresentante del Centro per lo sviluppo delle ong, a San Pietroburgo sono attiva circa 22mila organizzazioni non governative. Proprio da questa città negli ultimi mesi sono partite le aspre proteste di piazza contro la legge sulle ong, approvata ad inizio del 2006, che aumenta il controllo governativo sulla società civile complicando le procedure di registrazione dei nuovi enti senza scopo di lucro. Prima di questa legge, per le ong era sufficiente informare delle proprie attività l?Ufficio russo per le registrazioni, oggi invece ogni organizzazione deve presentare informazioni dettagliate sia sulle attività che sulle spese.
Il presidente Vladimir Putin ha spiegato che questo tipo di controllo è necessario «per prevenire il finanziamento estero di attività politiche», ma, di fatto, non è stata data alcuna definizione di ?attivismo politico? e questo alimenta seri dubbi circa la possibilità che tale controllo possa essere interpretato in termini estremamente più ampi da parte dei rappresentanti del governo, dando a Putin un potere di censura su ciascuna ong. La legge è stata criticata da Human Right Watch ancor prima che fosse fosse firmata da Putin. Holly Carter, direttore esecutivo di Hrw per la divisione relativa all?Europa e all?Asia centrale, ha dichiarato che questa legge rappresenta «un assalto senza precedenti al lavoro dei gruppi che difendono i diritti umani».
La legge è stata criticata anche all?interno della Russia. Durante il 2006 sono state condotte ricerche, che hanno dimostrato come ci sia un rifiuto del metodo di monitoraggio annuale delle attività considerato eccessivamente limitante. Per esempio, nel report sulle conseguenze economiche di una nuova legge sulle ong,preparato dal Consiglio delle istituzioni della società civile sotto la presidenza della Federazione Russa, viene dichiarato che le ong hanno speso circa 7,3 miliardi di rubli (232 milioni di euro) per la stesura dei loro rapporti annuali secondo la nuova direttiva di legge.
Per saperne di più: www.hrw.com – www.vedomosti.ru
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