Legge di bilancio 2026
Sei proposte contro la povertà
Presentate alle Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera, in occasione delle audizioni preliminari all’esame del disegno di legge di Bilancio 2026, le proposte dell’Alleanza contro la povertà
di Redazione
Per la povertà, in legge di Bilancio è indispensabile fare di più e meglio. Sei le indicazioni contenute nella Memoria presentata e depositata ieri in Commissione Bilancio da Alleanza contro la Povertà.
Il portavoce Antonio Russo ha innanzitutto ricordato alcuni numeri dell’emergenza povertà in Italia, messi in evidenza dal recente rapporto Istat: oltre 5,7 milioni di persone che nel nostro Paese vivono in condizioni di povertà assoluta. Il 9,8% della popolazione, circa 2,2 milioni di famiglie, una quota pressoché identica a quella del 2023.
«La situazione è stabile, insomma, ma è questa tutt’altro che una buona notizia: significa infatti che la povertà si è cristallizzata, laddove non sia addirittura aumentata», ha detto Russo. Dati imprescindibili anche quelli dell’Osservatorio Inps sulle misure di contrasto vigenti, che certificano la progressiva riduzione della platea dei beneficiari con il passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione. «I nuclei sostenuti sono calati da 1,3 milioni a circa 697 mila», ha ricordato Russo. «Dimezzati, insomma. Non possiamo sottrarci alla domanda su quali siano la condizione presente e il destino di tutte le famiglie e tutti gli individui che, pur trovandosi in una condizione di povertà assoluta, non ricevono alcun supporto».
Tutto ciò, in un Paese in cui il costo della vita continua a crescere, parallelamente all’inflazione. È in tale contesto che si inserisce la proposta di Legge di bilancio 2026. Alleanza contro la povertà ha esaminato gli interventi previsti sulle misure di contrasto alla povertà.
Legge di Bilancio e povertà. Sei notizie da sostenere e migliorare
Cosa prevede la proposta di legge di Bilancio in tema di povertà? Cinque interventi importanti ci sono e sono stati messi in luce da Alleanza contro la povertà:
1. l’eliminazione del mese di sospensione dell’Adi (assegno di inclusione) una volta raggiunto il 18° mese di percezione della misura;
2. la revisione dei criteri di calcolo dell’Isee, con esclusione dal computo della prima casa e conseguente possibile allargamento della platea potenziale dei beneficiari dell’ADI;
3. l’incremento delle risorse previste per l’Adi di circa 500 milioni di euro per il 2026 e gli anni a seguire;
4. l’Incremento (seppur lieve) di 13 milioni di euro per il Supporto per la formazione e il lavoro;
5. la stabilizzazione (617 milioni di euro) delle risorse destinate al Fondo per la lotta alla povertà
6. il rifinanziamento (500 milioni di euro) della “Carta dedicata a te”, che continua ad essere però gestita dal Ministero dell’Agricoltura e resta una misura non strutturale.
Tuttavia,in occasione dell’approvazione della legge di Bilancio, questi interventi andrebbero sostenuti e sviluppati con altrettanti 6 impegni:
- La continuità del beneficio: se da un lato infatti è positiva la proposta di eliminare il mese di sospensione, dall’altro occorre che questa misura sia accompagnata da tempi certi e uniformi per la rivalutazione dei nuclei e con linee guida operative per i servizi sociali, al fine di prevenire “buchi” amministrativi.
- La revisione dell’Isee, pure positiva. Occorre però una campagna informativa affinché i potenziali beneficiari della revisione dell’Isee siano informati circa tale opportunità. Alleanza contro la povertà chiede inoltre di monitorare trimestralmente gli effetti su accessi, profili familiari e territori, pubblicando dati aperti e disaggregati. Ad oggi i dati ufficiali su Adi/Sfl (supporto per la formazione e il lavoro) risultano infatti frammentari e diffusi con scarsa frequenza: serve un monitoraggio pubblico, continuo e trasparente per valutazioni evidence-based.
- L’incremento delle risorse per Adi e Sfl: un passo avanti sì, ma insufficiente rispetto all’aumento dell’incidenza e dell’intensità della povertà e alla contrazione di platea/spesa degli ultimi due anni. L’Alleanza chiede quindi di riportare gli stanziamenti almeno al massimo storico destinato al contrasto della povertà: 8,8 miliardi l’anno.
- Il Fondo povertà/Lep: se la sua stabilità è un fatto positivo, questo non basta però per consolidare i Lea e sostenere i carichi addizionali connessi all’Adi (Pad, valutazioni, Puc, presa in carico integrata). Si richiede quindi un rafforzamento strutturale del Fondo per standard minimi nazionali su organici, competenze e intensità della presa in carico, con quota vincolata all’accessibilità;
- Alleanza contro la povertà chiede inoltre che non sia operata nessuna riduzione delle risorse previste per l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 13, comma 8, lettera b), del decreto-legge n. 48 del 2023 (gli incentivi alle imprese per l’assunzione di persone che ricevono l’Adi);
- Nessuna riduzione deve inoltre colpire il Fondo per il sostegno alla povertà e per l’inclusione attiva 5.
Oltre alle proposte relative alla prossima Legge di Bilancio, Alleanza contro la povertà ha rilanciato 10 proposte operative e di riforma per rendere più efficaci le misure di contrasto.
- Ripristinare il principio dell’universalismo selettivo delle misure di contrasto, superando l’attuale sistema categoriale
- Rivedere la scala di equivalenza, includendo i maggiorenni senza carichi di cura oggi esclusi
- Ridurre da 5 a 2 anni il vincolo di residenza per i cittadini di Paesi terzi, in coerenza con principi di non discriminazione e con le prassi Ue.
- Prevedere la cumulabilità (entro soglia) del reddito da lavoro con l’Adi anche per rapporti già in essere, così da ridurre trappole della povertà e favorire permanenza/emersione occupazionale.
- Garantire l’indicizzazione automatica annuale del beneficio all’inflazione
- Mantenere la soglia reddituale più elevata per chi è in locazione e rafforzamento dei sostegni all’abitare (Fondo affitti/morosità incolpevole), vista l’elevata incidenza dei costi della casa sui nuclei poveri
- Incrementare il Fondo povertà con destinazioni vincolate a: assunzioni nei servizi sociali, formazione specialistica, sportelli “low-barrier”
- Assicurare monitoraggio e trasparenza tramite un Osservatorio pubblico Adi/Sfl che pubblichi mensilmente micro-dati disaggregati, oltre a una Relazione annuale al Parlamento su copertura, adeguatezza, accessibilità e impatti distributivi
- Istituire un tavolo tecnico-politico interministeriale con Regioni, Comuni e Alleanza
- Istituire un intergruppo parlamentare sul contrasto alla povertà per la verifica periodica dell’attuazione e la messa a punto di correzioni.
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