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Serbia, Kostunica torna primo ministro

Il giuramento in extremis, poco prima del limite massimo per evitare le elezioni

di Redazione

Vojislav Kostunica e’ stato nuovamente nominato primo ministro della Serbia con un voto in Parlamento giunto alle 23.30 di ieri, mezz’ora prima della scadenza legale che avrebbe altrimenti portato a nuove elezioni. Il nuovo governo dei partiti del cosiddetto “blocco democratico”, ha prestato immediatamente giuramento. La coalizione riunisce il Partito democratico serbo (Dss) di Kostunica, il Partito democratico (Ds) del presidente Boris Tadic e la formazione liberale G17 Plus dell’ex ministro delle finanze Mladjan Dinkic. Nell’esporre il suo programma, Kostunica ha sottolineato che fra le sue priorita’ vi e’ il mantenimento del Kosovo sotto la sovranita’ serba, anche a costo di rallentare l’avvicinamento all’Europa, che e’ un altro dei suoi obiettivi. Il Kosovo “rimarra’ sempre una parte inalienabile del nostro territorio”, ha detto in aula, spiegando successivamente che “diventare membri dell’Unione Europea e’ un nostro obiettivo dichiarato, ma non puo’ essere una compensazione per concessioni territoriali”.

Fra le priorita’ del suo governo Kostunica ha posto anche la “piena collaborazione” con il tribunale internazionale dell’Aja, senza pero’ specificare direttamente se cio’ significa arrestare ed estradare presunti criminali di guerra. La riluttanza di Belgrado ad arrestare i ricercati, primo fra tutti l’ex generale serbo bosniaco Ratko Mladic, ha portato l’anno scorso al congelamento dei negoziati di associazione da parte dell’Unione Europea. Proprio ieri sera e’ giunta la notizia che era in corso un raid dei servizi segreti militari militari per arrestare Mladic. Cio’ ha scatenato un’immediata protesta del Partito socialista (Sps) del defunto Slobodan Milosevic e degli ultranazionalisti del Partito radicale Serbo (srs), che ha bloccato i lavori per mezz’ora, rischiando di non far approvare il governo in tempo. Il raid si e’ poi concluso senza nessun arresto. Kostunica, 62 anni, guidava un precedente governo di minoranza dal marzo 2004. Era rimasto primo ministro ad interim dopo le elezioni di gennaio, mentre non si riusciva a trovare un nuovo accordo di coalizione. Il governo approvato la scorsa notte, auspicato da Stati Uniti e Unione Europea, controlla 130 dei 250 seggi dell’Assemblea, ma ha ricevuto 133 voti, provenienti anche da formazioni minori.

Il nuovo governo serbo ha un numero record di 22 ministri. Il vice primo ministro, responsabile per l’integrazione europea, e’ Bozidar Djelic. Agli Interni va Dragan Jocic, alle Finanze Mirko Cvetkovic, alla Difesa Dragan Sutanovac, agli Esteri Vuk Jeremic, alla Giustizia Dusan Petrovic, all’Agricoltura Slobodan Milosavljevic, alle Telecomunicazioni Aleksandra Smiljanic, al Lavoro e Welfare Rasim Ljajic, all’Amministrazione locale e di Stato Milan Markovic, agli Affari Religiosi Radomir Naumov, all’Ecologia Sasa Dragin, alla Cultura Vojislav Brajovic, agli Affari della diaspora Milica Cubrilo, all’Energia Aleksandar Popovic, al Commercio Predrag Bubalo, alla Pubblica Istruzione Zoran Loncar, al Kosovo Slobodan Samardzic, alle Infrastrutture Velimir Ilic, all’Economia e Sviluppo regionale Mladjan Dinkic, alla Salute Tomica Milosavljevic, allo Sport Snezana Markovic-Samardzic, e alla Scienza Ana Pesikan. A loro si aggiunge il ministro senza portafogli Dragan Djilas.

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