Stefano Consiglio

Ascolto e dialogo con gli stakeholder e i territori. Anche nel sud dell’Italia

di Nicola Varcasia

Professore universitario di organizzazione aziendale, con un'esperienza imporante anche nella gestione degli organi accademici, il presidente di Fondazione con il sud delinea i tratti distintivi di un'opera che si propone di ridimensionare il grande squilibrio esistente nel campo delle fondazioni di origine bancaria, storicamente localizzate nel nord del Paese. L'intervista è presente sul numero di Ottobre di VITA magazine: "Nella testa dei filantropi"

Da due anni Stefano Consiglio è il presidente di Fondazione Con il Sud. Un’esperienza che si affianca al suo importante percorso accademico, come professore ordinario di organizzazione aziendale e presidente della Scuola delle scienze umane e sociali all’Università Federico II di Napoli.

Cominciamo dalla domanda che facciamo a tutti i nostri interlocutori: a che cosa serve la filantropia in Italia, professore?

Ad accompagnare e supportare l’importante lavoro svolto dalle tante associazioni, Aps, cooperative sociali, fondazioni impegnate sui territori per rispondere alle esigenze delle comunità e contribuire a valorizzare le potenzialità delle persone che intendono impegnarsi per il bene comune.

Siete una realtà speciale: un soggetto sostenuto dalle realtà filantropiche Acri, per operare nel nostro Mezzogiorno. Un progetto di coesione, a sostegno della società civile. E questo il vostro carattere esclusivo o c’è dell’altro?

La Fondazione Con il Sud è un’istituzione che contribuisce a ridimensionare il grande squilibrio esistente nel campo delle fondazioni di origine bancaria, che sono storicamente localizzate nel Nord Italia. È una meritoria iniziativa promossa e supportata da Acri. Siamo un partner importante per il Terzo settore del sud che non può contare, come il Terzo settore del nord e del centro, su una rete di fondazioni di origine bancaria solide e patrimonializzate.

Un’immagine del progetto Santi Paduli, Puglia, della Fondazione con il sud (foto Papel Studio)

La Fondazione con il sud però, grazie al lavoro svolto sin dalla sua creazione sul tema della lotta alla povertà educativa minorile, quasi 10 anni fa è stata incaricata di costituire l’impresa sociale Con i bambini (controllata al 100% dalla Fondazione) come soggetto attuatore del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, attivo su tutto il territorio nazionale minorile promosso e finanziato grazie al credito di imposta da parte del Governo italiano e Acri.

Che cosa significa essere il presidente di una realtà come questa, professore? Lei è un uomo dell’accademia, un’aziendalista che lavora nella ricerca e all’insegnamento. Quanto questo suo percorso professionale le è utile ad affrontare le sfide filantropiche a cui è chiamato?

L’appartenenza al mondo accademico non è un valore in sé e non è necessariamente un punto di forza per svolgere efficacemente la funzione di presidente di una Fondazione. Credo che le doti fondamentali per svolgere al meglio questo ruolo siano la capacità di ascolto e di costruire alleanze attraverso il confronto ed il dialogo con i principali stakeholder dei territori in cui si opera. In base al mio percorso, posso dire che l’esperienza maturata nella gestione degli organi accademici è forse più importante dell’attività di ricerca e didattica.

Quale progetto, secondo lei, incarna meglio quello che Fondazione con il Sud è e vuole rappresentare in futuro?

La Fondazione cerca di supportare iniziative che si avviano, crescono e si consolidano. Cerchiamo di non supportare progetti che per loro natura hanno un inizio ed una fine. Per costruire fiducia nelle comunità cerchiamo sempre di stare al fianco di chi cerca di avviare processi di miglioramento che hanno prospettive di continuità. La cosa peggiore che possiamo fare è quella di contribuire ad alimentare illusioni supportando progetti che partono, creando speranza, e che al termine dei nostri contributi muoiono. Quando succede questo si rafforza la sfiducia e la disillusione.

Per tante realtà del Terzo settore nel Sud del Paese siete un riferimento per la costruzione di progettualità: lei è arrivato da due anni ma credo che, anche come studioso non le sia mancata l’osservazione di questo mondo. È cambiato, come approccio verso la Fondazione, in questi quasi 10 anni lavoro?

Sono presidente da poco più di due anni e devo dire che la Fondazione con il Sud e l’impresa sociale Con i bambini sono organizzazioni efficaci ed efficienti. Il giorno del mio insediamento ho promesso a Carlo Borgomeo, che ha presieduto la Fondazione per tanti anni, che avrei cercato di muovermi sul sentiero da lui tracciato provando di alzare continuamente l’asticella, non dando nulla per scontato e lavorato per innovare.

L’Ostello Bella Calabria, a San Leonardo di Cutro (Crotone), supportato da Fondazione con il sud

Il tentativo è quello di migliorare sempre, in questo momento ad esempio siamo impegnati ad ampliare il numero degli Ets con cui collaborare, costruendo iniziative riservate a chi non ha mai in passato collaborato con noi.

Su cosa sono concentrate in questa fase le risorse della Fondazione con il Sud e con quali obiettivi?

In questo triennio che si chiuderà nel 2027, abbiamo scelto di concentrare il nostro impegno sul tema dello spopolamento, affrontandolo in un’ottica propositiva come è nostra consuetudine. È un tema condiviso dalle persone, il 60% degli italiani ritiene lo spopolamento una priorità assoluta. Al Sud lo pensano quasi 7 cittadini su 10, come ci indica l’indagine condotta dall’Istituto Demopolis per la Fondazione. Siamo impegnati a “rigenerare” i territori del Sud Italia attraverso la costruzione e il rafforzamento di alleanze sempre più strette. Non solo con il terzo settore, ma anche con i comuni e la pubblica amministrazione, le imprese.

La cosa peggiore che possiamo fare è quella di contribuire ad alimentare illusioni supportando progetti che partono, creando speranza, e che al termine dei nostri contributi muoiono.

Stefano Consiglio, presidente Fondazione Con il Sud

Stiamo già raccogliendo risultati che ci incoraggiano a proseguire su questa strada. Per esempio attraverso l’iniziativa Riabitare il Sud, che si è chiusa con l’invio di quasi 60 candidature che coinvolgono oltre 270 Comuni e più di 220 Ets.

Valutazione e impatto sono nodi importanti per l’attività di un soggetto come il vostro. Quali criticità dovete affrontare e quale impegno richiedono a lei e a suoi collaboratori?

La cultura della valutazione di impatto alberga da anni nella Fondazione ed è un pilastro fondamentale del modus operandi dell’impresa sociale Con i bambini.  Grazie all’attività di monitoraggio e di valutazione siamo in grado di analizzare criticamente la nostra azione e acquisire gli input per migliorarci. Si tratta di un’attività costosa ma necessaria che richiede significativi investimenti interni e che impone un extra lavoro alle realtà del terzo settore con cui lavoriamo.

I mondi filantropici, le famiglie di Acri e Assifero, appaiono sempre più spinti verso scenari collaborativi. Crede che in futuro sarà sempre più così? Andiamo verso un unico movimento filantropico, pur conservando tutte le specificità delle storie fondative?

Il mondo della filantropia italiana è molto articolato. Esistono però terreni di cooperazione che dovrebbero indurre a rafforzare ed incrementare la collaborazione tra le due realtà associative (Acri e Assifero).

Mi sembra che questo percorso sia già in atto, richiede capacità di comprensione delle specificità delle diverse componenti, grande saggezza nell’identificare gli obiettivi comuni e disponibilità reciproca per identificare le linee di azioni comuni per potenziare l’azione di tutti.

Una domanda ancora più personale, presidente. Ci sono state letture, esperienza, incontri, che hanno formato la sua idea di filantropia?

Da non credente, almeno per ora, posso dire con grande sincerità che la lettura delle encicliche di papa Francesco, ed in particolare la Laudato si’ e Fratelli tutti, hanno inciso non solo sulla mia idea di filantropia ma sul mio modo di vedere il mondo.

In apertura, Stefano Consiglio, presidente di Fondazione Con il Sud, foto dell’ufficio stampa della Fondazione.

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