Viaggio nell’impatto sociale

Economia sociale senza confini: le reti che moltiplicano l’impatto

di Daria Capitani

Dai Paesi Bassi alla Spagna, passando per la Svezia e la Francia: un fitto reticolo di realtà territoriali promuove l’innovazione sociale e l'impatto nel mondo. La senior advisor di Torino Social Impact Raffaella Scalisi: «Oggi più che mai, in una fase delicata per la social economy, è importante rinnovare e rafforzare alleanze per non essere soli. Insieme possiamo aumentare il peso delle nostre posizioni»

«Non siete soli». La Commissaria europea Roxana Minzatu ha iniziato così, poco meno di un mese fa, il suo intervento all’European Social Economy Summit di Murcia, una delle città spagnole più dinamiche e all’avanguardia sul tema. In sala, tra gli ospiti invitati a contribuire al dibattito sul ruolo degli ecosistemi locali nella promozione dell’economia e finanza di impatto c’era anche Torino Social Impact. Una presenza che non è un’eccezione. La piattaforma piemontese, che raggruppa oltre 400 soggetti privati e pubblici attorno a una comune vocazione per il sociale, sta vivendo una stagione florida di relazioni internazionali per attivare collaborazioni e scambi di pratiche sempre più strette.

«Quella della commissaria europea Minzatu è una frase importante in un momento storico in cui le politiche per la sostenibilità sociale e ambientale perdono terreno a Bruxelles», spiega la senior advisor Raffaella Scalisi, una dei tecnici che in questi mesi sta portando il modello Torino Social Impact nel mondo. «Sono eventi che presentano elementi di policy e di practice. Partecipiamo per svariati motivi: presentare il nostro modello o un nostro progetto in quanto considerati virtuosi o illuminati (come alla Interreg Learning Platform ad Amsterdam, al Social Innovation Forum a Bruxelles e all’Impact Fest a L’Aia, nda), concorrere a iniziative di alleanza e networking (Co-creating Impact Cities Network a L’Aia, Meeting Reves a Bruxelles e Transnational Workshop Do Impact a Riga, nda), contribuire al dibattito sul ruolo degli ecosistemi locali per la promozione dell’economia sociale e della finanza di impatto (Social Economy Week a Murcia, Global Social Economy Forum a Bordeaux, Impact Week a Malmö, nda)».

Rafforzare le alleanze

Paesi Bassi, Romania, Belgio, Lettonia, Francia, Svezia, Spagna e Italia. O meglio, Torino. Sulla città c’è una bandierina sempre più evidente nel mappamondo dell’economia sociale. «Alla base di tutto, c’è la convinzione che le relazioni internazionali siano fondamentali per attivare collaborazioni e scambi di pratiche», spiega Scalisi. «Ora più che mai». Il riferimento va alla scorsa primavera, «quando la Commissione europea ha chiuso l’unità per l’economia sociale della DG Grow, trasferendo tutte le competenze a DG Empl e suscitando critiche per il rischio di ridurre l’economia sociale da attore economico a semplice strumento di welfare, facendo venir meno il riconoscimento del suo contributo all’economia in quanto insieme di imprese».

Un incontro del network Reves.

Ci si sente soli? «Il rischio che non vogliamo correre è proprio questo. In una fase critica per la social economy a livello europeo, in cui le priorità economiche, tecnologiche e di sicurezza sembrano prevalere rispetto agli obiettivi di coesione sociale, ridefinendo quell’equilibrio tra crescita, competitività e inclusione che era stato al centro del percorso che ha portato al Social Economy Action Plan della Ue nel 2021, le alleanze aiutano ad andare avanti uniti e aumentano il peso delle nostre posizioni».

Le reti glocal dell’impatto

È un proliferare di eventi e convegni politici che sta coinvolgendo anche i livelli territoriali, all’insegna di una glocalizzazione dell’impatto. «L’elemento degli ecosistemi locali è considerato propulsivo per mantenere il ruolo dell’economia sociale e foriero di sviluppo sostenibile soprattutto sul piano sociale», conferma Scalisi. «Network, associazioni e territori si muovono in questo momento forse più degli Stati».

Si va dalla promozione delle imprese a impatto sociale in stile business convention dell’Impact Fest de L’Aia alla scrittura di un Manifesto degli ecosistemi sociali a Strasburgo, fino a un evento biennale come il Global Social Economy Forum di Bordeaux, che propone workshop ed eventi a delegati da tutto il mondo. C’è uno scambio di buone pratiche tra luoghi, come avviene con Barcellona e Murcia in Spagna, a cui si somma la call for action lanciata dal comune di Strasburgo insieme a Reves – European network of cities and regions for the social economy rivolta a città e territori che vogliano attivarsi per rafforzare il ruolo dell’economia sociale. O ancora, a Riga, il focus è sulla digitalizzazione delle imprese sociali con il progetto Do Impact promosso dall’ecosistema torinese e finanziato dalla Commissione europea.

Il kick off di Proseco a Lovanio (Belgio) per promuovere il social procurement come leva per l’inclusione lavorativa e la transizione sostenibile.

Torino Social Impact è ormai un punto di riferimento a livello europeo e internazionale. Ha attivato relazioni con importanti associazioni nazionali e locali in Spagna, Romania, Polonia, Paesi Bassi, Germania, Svezia, Lituania, Lettonia, Inghilterra, è stato coinvolto nel processo di definizione dell’Eu Action Plan for the Social economy ed è ufficialmente riconosciuto come cluster europeo della proximity and solidarity economy. Partecipa con continuità alla Conferenza europea sull’economia sociale e ha ospitato alcuni tra i più importanti forum internazionali dedicati alla social economy e alla finanza di impatto (dal Changemaker Summit di Ashoka al Global Social Business Summit di Yunus, dalla Impact Week di Impact Europe al GSG For Impact Investing Leadership Meeting). È membro di importanti reti come Reves e Diesis (Developing European initiatives for a social and solidarity Economy), Impact Europe, Social Impact Agenda – GSG Italy Nab e Social Value.

I gemelli di Torino Social Impact

Esistono diversi programmi municipali o regionali per l’impatto che svolgono attività simili alla piattaforma torinese: alcuni esempi sono Amsterdam Impact, Bro Region Social Innovation in Svezia, City of Hamburg – Social economy strategy in Germania, Barcelona City Strategy for the Social and Solidarity Economy 2030, Impact City The Hague (Paesi Bassi), Seed Capital Bizkaia della provincia di Bilbao, Toulouse Metropole Impact, Murcia municipality Social economy policy (Spagna) e City of Strasbourg Social and Solidarity Council.

Il kick off di Proseco a Lovanio (Belgio) per promuovere il social procurement come leva per l’inclusione lavorativa e la transizione sostenibile.

Torino Social Impact si distingue per alcune peculiarità. «Da un lato colpisce la multiattorialità: Tsi tiene insieme soggetti molto diversi tra loro, da una piccola associazione di quartiere alle grandi banche. La maggior parte degli ecosistemi include soltanto imprese sociali, istituzioni e atenei: Torino Social Impact, invece, pur avendo una preponderanza di soggetti dell’economia sociale, è una rete aperta a tutti, anche al mondo profit. Dall’altro lato, abbiamo un progetto “faro” come la Borsa dell’impatto sociale per il quale anche a livello internazionale c’è una forte aspettativa. Soltanto la scorsa settimana Davide Dal Maso, vicepresidente del comitato promotore, ha presentato la Social Impact Stock Exchange come modello di sperimentazione innovativa nella giornata inaugurale del Social Innovation Forum a Bruxelles». L’elemento che in assoluto la rende unica è il fatto di avere come attore principale la Camera di Commercio: «Nessuna tra le diverse piattaforme omologhe in Europa ha adottato questo tipo di governance».

Questo articolo fa parte di una serie intitolata Viaggio nell’impatto sociale. Leggi anche:

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L’immagine in apertura è di Fer Troulik su Unsplash. Le fotografie nel testo sono di Torino Social Impact

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