Lo incontriamo in un villaggio in Ucraina. Il viso stanco, gli occhi segnati. Ma la guerra e gli ultimi fatti di cronaca e politici che lo riguardano non hanno scalfito la fermezza delle posizioni, la lucidità dello sguardo e quella del racconto. Oggi vive in una struttura più simile a un rudere che a una casa dove riposare. Vitaliy Viktorovich Shabunin ha 40 anni, è un attivista per i diritti umani e – come molti cittadini – per difendere il Paese deve vestire i panni del soldato.
È il co-fondatore, insieme a Daria Kaleniuk, dell’Anti-Corruption Action Center, un’organizzazione non governativa che si occupa di denunciare la corruzione in Ucraina. Una realtà, nata nel 2012, che ha riferito di centinaia di casi di corruzione che coinvolgono il governo ucraino, la polizia e l’esercito, ma anche le autorità locali e altre istituzioni. Nel dicembre 2013, durante l’Euromaidan, Shabunin e Kaleniuk hanno lanciato un sito web che descrive in dettaglio le partecipazioni straniere dell’allora presidente del Paese, Viktor Yanukovych. Sono stati diversi gli atti intimidatori nei suoi confronti: la sua abitazione in fiamme, ordigni esplosivi davanti alla casa dei suoi genitori e di sua moglie, le accuse di aver intascato tangenti e di essere un agente di poteri occulti stranieri. Tutte tracce di un modo di fare che riportano al modo di fare di un passato sovietico. Human Rights Watch ha riferito che Shabunin era stato oggetto di diffamazioni da parte dei media filo-governativi almeno dal 2024, in particolare su Telegram. Il 15 luglio 2025 si è tenuta un’udienza presso il Tribunale distrettuale di Pecherskyi a Kyiv, dove è stato annunciato che Shabunin era sotto inchiesta per elusione del servizio militare in tempo di guerra e frode su larga scala, in violazione rispettivamente degli articoli 409 e 190 del Codice penale ucraino. Un’azione e un modo di fare criticato da gruppi nazionali e internazionali per i diritti umani perché politicamente motivata e legata al suo attivismo anti-corruzione. Shabunin è un uomo che ama profondamente il suo Paese, si capisce da come ne parla. E sul futuro ha una visione chiara e radicata nella speranza: «Vinceremo la guerra. E ci libereremo del tutto dalla corruzione. La situazione è già molto migliorata rispetto a dieci anni fa».
Quando è nato e perché l’Anti-Corruption Action Center?
L’ong è nata 12 anni fa, un anno e mezzo prima della rivoluzione della dignità. Prima di allora avevo lavorato per alcuni anni in Parlamento, aiutando i parlamentari ad introdurre le riforme. Ed io per primo ero molto impegnato nella politica locale e regionale nell’Oblast di Rivne. È in quel contesto che ho capito che il problema chiave dell’Ucraina, non della società, ma della classe politica, è la corruzione. Fino ad un decennio fa la corruzione non era solo una parte del gioco politico: era lo strumento chiave del gioco. La corruzione non era parte della politica, ma ne era il cuore. Non si può far progredire il proprio Paese con una politica e delle politiche basate sulla corruzione. La situazione oggi è molto migliorata. Abbiamo istituzioni che possono amministrare la giustizia in modo indipendente come il Nabu, un’agenzia governativa ucraina nata con lo scopo di rafforzare la lotta alla corruzione in Ucraina e la Sapo, la procura speciale anticorruzione. (Lo scorso luglio, il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva firmato il disegno di legge n°12414 sull’attività degli organi anticorruzione Nabu e del Sapo. Entrambi nati nel 2015 a seguito delle riforme post-Majdan. Con l’entrata in vigore di questa nuova legge, i due organi finora indipendenti avrebbero perso la loro autonomia per sottostare alle decisioni del procuratore generale, una persona nominata e controllata dalla classe politica. Nell’indignazione generale i cittadini ucraini sono scesi in piazza in diverse città del Paese per chiederne subito l’annullamento, contrari alla deriva autoritaria che questa mossa avrebbe comportato. Così a soli due giorni dalla firma della legge n°12414, il presidente ha fatto un passo indietro e ha presentato un nuovo disegno di legge per rafforzare l’indipendenza delle istituzioni anticorruzione, la stessa che la legge appena approvata e oggetto di contestazione aveva rimosso ndr). Oggi è diventato molto difficile nascondere la corruzione in Ucraina: abbiamo uno dei migliori e più completi sistemi di dichiarazione patrimoniale al mondo. E abbiamo creato istituzioni che possono perseguire l’esecuzione di un politico di alto livello, cosa che era semplicemente impossibile fino a 10 anni fa.
Com’è il Paese oggi visto con i suoi occhi?
Siamo una democrazia giovane, piena di energia. Stiamo costruendo nuove istituzioni sulla scia di quelle europee. Ma proprio perché siamo giovani possiamo migliorare sempre di più. Il nostro Paese è nel mezzo di una guerra che vinceremo tra pochi anni. Ora è il momento di respingere il nemico fuori dal Paese e continuare a costruire istituzioni che renderanno l’Ucraina ancora più forte. Questo è anche il motivo per cui Putin ci ha attaccato ora: era chiaramente comprensibile che tra cinque o sei anni saremo stati così forti che sarebbe stato molto più difficile aggredirci.
Hai speranza nel futuro?
Non abbiamo altra scelta.
Quante persone lavorano più o meno con la vostra organizzazione ora e quali sono le priorità?
Fino a prima della guerra eravamo in 40, ora stiamo assumendo altro personale. Abbiamo poche priorità chiave. La più importante è proteggere le istituzioni che sono state create, in particolare Nabu e Sapo.
Come stai dopo 4 anni di guerra?
Vivevo in un ambiente difficile anche prima della guerra. Ma la guerra mi toglie più tempo da dedicare al lavoro. Non vedo la mia famiglia molto spesso. Questo è il vero problema. La tensione e le minacce le subivo e le sentivo anche prima dell’inizio dell’invasione russa.
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