Taylor made, su misura. È il nuovo modo di intendere il viaggio, un’esperienza cucita addosso a chi la vive. Che cosa succederebbe se i “sarti” delle nostre vacanze scegliessero come modelli di riferimento persone con disabilità? Sarebbe tutto molto più semplice. Per tutti: famiglie, anziani, giovani, adulti. Al termine del Forum mondiale del Turismo accessibile di Torino, organizzato da Cpd – Consulta per le Persone in Difficoltà e IsITT, Istituto italiano per il turismo per tutti, con oltre 400 partecipanti provenienti da oltre 30 Paesi, è questa la risposta. Lo dicono i numeri del comparto, le buone pratiche e soprattutto le storie delle persone che da anni si battono affinché la vacanza sia un tempo sospeso uguale per tutti.

Perché investire nel turismo accessibile
Lo ha spiegato nella cerimonia di apertura Maurizio Montagnese, presidente della Consulta per le persone in difficoltà di Torino, mostrando i dati del Rapporto sul Turismo accessibile e inclusivo: «In Italia il turismo accessibile è il 6,3% del settore, l’83% delle imprese alberghiere vi ha già investito e dal 2019 il fatturato medio è cresciuto del 28% arrivando a punte del 51%. Nello stesso periodo gli investimenti sono aumentati del 50% con indicatori di redditività superiori alla media nazionale. Questo dimostra che investire nel turismo accessibile non è un costo ma una scelta vincente».
La ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha sottolineato «il diritto al tempo ricreativo, al tempo di vita, al turismo e al viaggio per le persone con disabilità. È un tema per il quale il Governo mette a disposizione ogni anno 50 milioni di euro per supportare progetti che, insieme a regioni ed enti locali, possano essere sviluppati con il mondo delle associazioni. Dobbiamo raggiungere quel cambio di sguardo che permette di vedere le potenzialità e non i limiti della persona in ogni ambito della vita quotidiana: quando è cittadino, quando è un lavoratore e quando è un viaggiatore». Nel suo intervento, la ministra del Turismo Daniela Santanché ha aggiunto: «È fondamentale che ogni progetto sostenuto dal Ministero promuova l’inclusione. Il nostro obiettivo è trasformare il panorama turistico italiano in un modello di accessibilità, abbattendo ogni barriera».

La scelta della location non è un caso. Lo ha ribadito il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio (presente insieme all’assessore al Turismo Paolo Bongioanni): «In questa regione si è fatto tanto per l’accessibilità nel turismo perché abbiamo avuto persone come Paolo Osiride Ferrero e realtà come la Consulta per le persone in difficoltà che ci hanno accompagnato». Michela Favaro, vicesindaca, ha invece ricordato che Torino proprio quest’anno è stata insignita del titolo di European Capital of Smart Tourism.
Cartoline dall’Italia
Una barca a vela completamente accessibile di nome Maluma, i pasticcini gluten free della cooperativa La Compagnia della Tartaruga (che propone un progetto di inserimento lavorativo di giovani con disabilità) e le guide nate dalla collaborazione con i volontari dell’Aism per censire le spiagge e gli alberghi con lo sguardo dell’accessibilità. Sono le storie che la Regione Liguria ha portato al Summit.

A uno stand di distanza c’è Piemonte for all, un progetto portato avanti da Regione, IsiTT e Cpd, partito anni fa dalle Langhe for all e dalla mappatura di due tratti della Via Francigena da parte di un tavolo operativo che ha coinvolto la Cpd Consulta per le persone in difficoltà nella formazione sull’accoglienza degli operatori turistici e nella rilevazione delle strutture con un piano di migliorìa. Da queste esperienze la Regione, IsiTT e Cpd hanno realizzato un catalogo con 21 itinerari pensati da tour operator, consorzi turistici e aziende turistiche locali.
Un’azienda leader nel settore come Alpitour World collabora dal 2010 con Handy Superabile, partner tecnico del progetto Senza barriere. «L’associazione verifica e monitora ogni anno 53 strutture in 10 destinazioni per definire schede e descrizioni molto precise con foto sull’accessibilità», spiega Gianmaria Patti, head of concept & customer assistance di Alpitour World. «Le persone con disabilità possono avere, cliccando sul portale dedicato, un quadro completo di quella che è l’accessibilità di tutto il flusso turistico, da quando arrivano in aeroporto al trasferimento fino all’arrivo in hotel e poi ogni singolo dettaglio: come arrivare in spiaggia, come andare in piscina, come andare al ristorante o entrare in camera».

Tappa in Friuli Venezia Giulia con l’ente di promozione turistica che dal 2015 collabora con la Consulta regionale per le persone con disabilità per lo sviluppo di destinazioni accessibili. L’iniziativa più recente è A-mare il mare, resa possibile dal bando del Ministero delle Disabilità, che ha permesso di dotare le località balneari di attrezzature essenziali come i lettini rialzati o le passerelle in spiaggia.
In Puglia, a San Foca (Marina di Melendugno, Lecce) il progetto Io posso ha realizzato la prima terrazza “Tutti al mare!”. Nel tempo se ne sono aggiunte altre: Gallipoli, Porto Cesareo e Torre Lapillo. Servizi di prenotazione, accesso e balneazione totalmente gratuiti per gli ospiti con disabilità e i loro accompagnatori, postazioni dotate di ausili dedicati alla balneazione, sedia e lettino, mentre le persone con tetraplegie, tracheostomia e/o impianti peg trovano sistemazione in postazioni speciali dove hanno maggior spazio di manovra, acqua ed energia elettrica per alimentare i loro macchinari.
…e dal mondo
L’agenzia di viaggi portoghese Tourism For All è nata in seno a una ong specializzata in salute e riabilitazione. «Crediamo che tutti, con qualunque tipo di disabilità, debbano avere la possibilità di essere turisti senza doversi preoccupare dei dettagli», dicono. E per dettagli intendono l’igiene personale ovunque e a qualsiasi ora, i trasporti, l’alimentazione e le esperienze («surf, immersione, equitazione, paracadutismo, bagno nell’oceano con appositi ausili»). La domanda? «Cresce, da tutto il mondo».

Un pezzo di Caraibi, l’isola di Barbados, è un modello di inclusione. «Grazie a un programma accreditato, valutiamo ospedali, strutture, alberghi e ristoranti in base ai livelli di accessibilità. Se non si sono ancora adeguati agli standard, forniamo loro raccomandazioni su come possono migliorare», spiega Roseanna Tudor, executive operation manager del Barbados Council for the disabled. «È un percorso che si autoalimenta. Non è necessario che tutto sia completamente accessibile contemporaneamente. Il programma incoraggia l’accessibilità, che con il tempo si apre a sempre più visitatori e operatori. Siamo l’isola del good living, abbiamo il sole tutto l’anno, molte spiagge, buoni venti da nord-est. In ogni zona balneare abbiamo sedie a rotelle da spiaggia e in aeroporto il nostro servizio è eccellente, basta indicare ciò di cui si ha bisogno».
Vale un giro in Spagna Tiflo Activa, una start up fondata da Daniel Cucharera che progetta maquetas, modellini in grado di riprodurre opere d’arte, quadri, vasi e reperti archeologici in versione accessibile. «Le nostre miniature sono dotate di sensori che forniscono informazioni in tempo reale. In Spagna siamo pionieri nella realizzazione di questo tipo di prodotti che si rivolgono proprio a ipovedenti, persone con disabilità motoria e cognitiva e ai bambini». Tutto è nato da una storia personale: «Ho un amico che è cieco dalla nascita. Un giorno, nella mia fabbrica di modelli, è arrivata la richiesta da parte di un ente pubblico di realizzare il modellino di un castello affinché fosse accessibile agli ipovedenti. Ho chiamato il mio amico per chiedergli di aiutarci a capire se stavamo facendo un buon lavoro e ci siamo resi conto che avremmo potuto fare molto per migliorare la fruizione dei musei. Da allora è il nostro core business».

Con Holidays dyalisis i pazienti affetti da malattie renali croniche possono avere accesso a cure renali attraverso una rete di cliniche presenti in 24 Paesi. «Siamo riusciti a realizzare il sogno di una signora anziana che voleva trascorrere del tempo insieme al figlio che lavora sulle navi da crociera, organizzando la dialisi nelle tappe del viaggio», racconta Valentina Regoli, responsabile marketing di Diaverum. «Abbiamo attivato anche il flyback program che permette a chi è in lista per il trapianto di rientrare immediatamente dal viaggio in caso di chiamata».
È candidato a ricevere un prestigioso premio nel proprio Paese il visore Mix Reality Experience Unesco ideato in Germania dall’ente del turismo: permette di visitare restando fermi 54 siti Unesco, indossando un casco bianco e premendo play. A Lione Maud Dupuis, con la sua Polymorphe, è una designer dell’inclusione: «Ho realizzato interventi nei musei, nei punti panoramici e anche in natura. In un sentiero nel sud della Francia, ho creato l’equivalente di un grande nido per raccontare la vita (e i suoni) degli uccelli». Intanto, in Svizzera si può scegliere l’itinerario preferito e partire per un viaggio accessibile versione large o short a seconda dei giorni a disposizione.
Un’eredità per il futuro
Il terzo World Summit for Accessible Tourism si è concluso con l’adozione del “Torino Manifesto on Tourism for All 2025”, un documento programmatico che definisce una nuova agenda globale per il turismo accessibile, in continuità con le dichiarazioni delle precedenti edizioni di Montréal (2014) e Bruxelles (2018). Il Manifesto, elaborato con il contributo di rappresentanti di governi, organizzazioni delle persone con disabilità, enti del settore turistico, università e organismi internazionali, si fonda sui principi della Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità e dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

La Torino Call for action invita tutti gli attori del turismo (istituzioni, imprese, operatori culturali, formatori e sviluppatori tecnologici) a rendere l’accessibilità un pilastro strutturale delle politiche e delle strategie del settore, attraverso interventi concreti: integrare i principi del design universale nella pianificazione delle destinazioni e dei servizi; promuovere la formazione obbligatoria sull’accessibilità per i professionisti del turismo e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità; adottare standard internazionali comuni e pubblicare informazioni chiare e aggiornate sull’accessibilità di strutture e servizi; incentivare la co-progettazione delle esperienze turistiche insieme alle organizzazioni di persone con disabilità; sviluppare tecnologie inclusive e soluzioni digitali (dall’intelligenza artificiale alla realtà aumentata) per migliorare autonomia, fruibilità e sicurezza dei viaggiatori.

Il Manifesto propone inoltre la creazione di un Osservatorio globale sul turismo accessibile, con il compito di monitorare i progressi, condividere buone pratiche e fornire orientamenti alle destinazioni di tutto il mondo. È l’appello che ha lanciato in chiusura il direttore della Consulta per le persone in difficoltà Giovanni Ferrero: «Mettete i dati in rete perché i numeri muovono le strategie politiche e le strategie generano investimenti. E per il futuro, non dobbiamo più puntare al turismo per tutti: iniziamo a parlare di turismo per ognuno».
L’evento è stato organizzato in collaborazione con UN Tourism, supportato da Regione Piemonte, la Fondazione Compagnia di Sanpaolo, la Fondazione CRT e la Camera di Commercio di Torino, l’Agenzia Italiana per la Gioventù. Il Comitato Direttivo del Summit è composto da rappresentanti di enti pubblici e associazioni, dedicati allo sviluppo di un turismo inclusivo che consenta a tutti i visitatori, indipendentemente dalle loro capacità, di trarre pieno vantaggio dall’esperienza turistica offerta dalle destinazioni. Tra questi CPD Consulta per le Persone in Difficoltà, IsITT Istituto Italiano per il Turismo per Tutti, Kéroul, CAWaB, ENAT European Network for Accessible Tourism, Turismo Torino e Provincia Convention Bureau, ISTO International Social Tourism Organisation, OPES Italia e ITS Academy Turismo e Attività Culturali Piemonte. Il Comitato organizzatore della terza edizione è composto da rappresentanti di CPD, ISITT e Enat.
La fotografia in apertura è della Consulta per le persone in difficoltà. Le immagini nel testo sono del Forum mondiale Turismo accessibile e dell’autrice dell’articolo
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