Povertà educativa

The Youth Club, per coltivare l’amore a teatro e cultura fin da ragazzi

Si alza il sipario sul nuovo progetto di Fondazione Cariplo che mette insieme dieci teatri lombardi e di Novara con un obiettivo: avvicinare i giovani alle arti dello spettacolo. L’iniziativa è sostenuta con 2,5 milioni di euro. Tra gli obiettivi far sì che i palcoscenici non siano solo una visita scolastica, ma diventino una passione. Secondo i dati Eurostat la partecipazione culturale nel nostro Paese è sotto la media continentale, una tendenza che si vuole invertire

di Antonietta Nembri

Al Meet Digital Culture Center di Milano si è alzato il sipario sulla nascita di The Youth Club, il progetto di Fondazione Cariplo che mette insieme dieci teatri della Lombardia e di Novara con un obiettivo preciso: avvicinare le nuove generazioni alle arti dello spettacolo e contrastare la povertà educativa. 

I partecipanti alla presentazione del progetto

Un’alleanza, sostenuta con 2,5 milioni di euro, che intende trasformare il teatro in uno spazio vivo, accogliente e coinvolgente per giovani under 30. Una sfida complessa se ci si basa sui dati raccolti dall’Evaluation Lab (elaborazioni realizzate dall’Evaluation Lab di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, su dati Istat ed Eurostat).

Giovani e cultura, sotto la media europea

Nel 2023 il 27,9% dei giovani tra i 6 e i 24 anni ha assistito a spettacoli teatrali, registrando la quota più alta di spettatori rispetto alla popolazione generale. Ma questo dato positivo si scontra con una tendenza preoccupante: la partecipazione culturale dei giovani italiani dai 16 ai 29 anni è sotto la media europea, e il divario cresce ulteriormente nella fascia 25-54 anni. È proprio nei primi anni dopo la maggiore età, quando i ragazzi non sono più studenti accompagnati da insegnanti o genitori ma non hanno ancora abitudini culturali consolidate, che il rischio di abbandono si fa più alto.

Ed è proprio per invertire questo che il progetto The Youth Club punta a rendere il teatro accessibile e significativo per le ragazze e i ragazzi abbattendo le barriere economiche, sociali e territoriali che spesso limitano l’accesso alla cultura.

da sx Francesca Berardi, Lietti, Aldrovandi e Piazza

La presentazione del progetto è stata a più voci moderate sempre da Francesca Beradi che ha fatto da trait d’union. I primi a prendere la parola sono stati tre artisti: Elena Lietti attrice, Emanuele Aldrovandi e Andrea Piazza registi. «Uno dei rischi che vedo», ha osservato Aldrovandi che è anche sceneggiatore e scrittore «è quello di essere didattici. A causa dei bandi si spingono gli artisti a fare spettacoli didattico-scolastici con il rischio di annoiare gli spettatori».

Nel concordare su questo aspetto Lietti che lavora con il Teatro Parenti ha sottolineato la necessità di «investire su nuove classi di drammaturghi che sappiano parlare ai giovani e non si muovano per tematiche». Piazza, da parte sua, ha voluto puntare l’attenzione sulla lirica «un genere pop per secoli, ma come appassionare ad essa un ventenne? Creando occasioni di incontro. La lirica ha la musica per questo ritengo importante non perdere occasioni per affascinare gli spettatori». 

La filantropia deve andare alla radice dei bisogni

Il presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone nel suo intervento ha voluto non solo sottolineare come il progetto abbia l’obiettivo di parlare alle giovani generazioni, ma risponda anche al fatto che per la filantropia i bisogni sono tanti, ma se non si va alla radice molto spesso i bisogni si ripetono. «Per questo dobbiamo creare delle circostanze culturali capaci di contrastare la povertà educativa», ha detto Azzone. 

L’intervento di Giovanni Azzone

«Servono iniziative adeguate ai bambini, ai ragazzi e ai giovani di oggi, con un’offerta che avvicini queste generazioni. Altrimenti»,ha avvertito il presidente di Fondazione Cariplo «il rischio è duplice: i teatri non riusciranno a realizzare un cambio generazionale di pubblico, e le nuove generazioni perderanno una grande occasione per emozionarsi, accrescersi, entusiasmarsi di fronte alla potenza dell’esperienza teatrale». 

Il teatro e la vita “onlife”

Azzone ha anche ricordato l’importanza per gli adolescenti di  una vita “onlife” e il teatro è proprio questa presenza fisica. Ha anche sottolineato che il progetto mira a invertire la tendenza attuale grazie all’alleanza «e la condivisione degli obiettivi con le più prestigiose realtà culturali del territorio. È un pezzo importante del percorso per far vivere la magia dello spettacolo ai più giovani; lo abbiamo fatto anche con il programma LAIVin che in 18 anni ha coinvolto oltre 42mila studenti delle scuole superiori, in questo caso facendo loro provare l’ebbrezza di salire sul palco e mettersi in gioco. Agganciare i giovani per offrire loro esperienze formative. Questo è l’obiettivo. In cambio avremo una generazione che integri i propri passatempi con altre attività a valenza culturale».

Le parole dell’accesso al teatro dei giovani

Nel corso dell’incontro si sono tenute tre tavole rotonde tematiche su: Ascolto, Comunicazione e Sorpresa. Tre momenti dedicati all’approfondimento delle strategie per favorire l’accesso dei giovani al teatro. 

Hanno parlato di Ascolto Massimo Boffelli, direttore generale della Fondazione Teatro Donizzetti di Bergamo, Corinne Baroni, direttore del Teatro Coccia di Novara e Umberto Angelini sovrintendente e direttore artistico della fondazione del Teatro Grande di Brescia.

Boffelli un lato ha ricordato l’importanza di «investire sui giovani come l’Atalanta», e dall’altro la necessità di «tenere conto delle nuove generazioni migranti». L’ascolto, per Baroni è «uno strumento potente per poter intercettare un bisogno, ma serve un vero ascolto». Ha sottolineato il ruolo di «presidio democratico» dei teatri Angelini che ha definito la cultura «una infrastruttura sociale», mentre il progetto è una sfida che il Teatro Grande di Brescia ha assunto negli anni «declinandole nei temi dell’accessibilità e dell’inclusione».

Dopo l’ascolto la comunicazione

Alla seconda tavola rotonda sulla Comunicazione sono intervenuti: Francesco Nardelli, direttore generale del Teatro Fraschini di Pavia; Andrea Nocerino sovrintendente del Teatro Ponchielli di Cremona e Floriana Tessitore, responsabile comunicazione della Fondazione dei Pomeriggi Musicali di Milano.

Se Tessitore ha ricordato i 30 anni di un nuovo modo di «fare e comunicare la musica e il teatro in modo diverso», Nocerino ha invitato a riflettere sul tempo «non solo di durata dello spettacolo, ma anche di quello che serve per dare le informazioni e arrivare alla decisione di andare a uno spettacolo».
Nardelli, infine da un lato ha ricordato come per anni si sia puntato a «portare al di fuori dello spazio teatrale l’emozione, ma la nostra funzione è quella di rendere il teatro un centro di attrazione. Avvicinando il pubblico, attirando la sua attenzione per poi entrare nello spazio teatrale». 

La sopresa e il teatro che racconta storie

All’ultima tavola rotonda hanno preso la parola Federico Parenti, responsabile della programmazione del Franco Parenti; Fiorenzo Grassi, direttore del Teatro dell’Elfo; Barbara Minghetti, vicepresidente del Teatro Sociale di Como – AsLiCo e Mario Bandera del Centro Teatrale Bresciano.

Se per Parenti è importante «innovare il rapporto con il pubblico»; per Grassi non solo non si deve perdere la storia, ricordando il “Living theater”, ma ha sottolineato l’importanza di creare una nuova ritualità con gli spettatori.
Da parte sua Minghetti ha detto di credere nel «teatro come relazione, alla sua funzione civica e democratica» e ricordato che a Como si programma con il Terzo settore e quest’anno in particolare con le società sportive. L’ultimo a prendere la parola Bandera che ha detto: «produrre non è solo mettere in scena, ma è fare spettacoli belli che raccontano storie, non necessariamente contemporanee».

L’alleanza dei teatri

Le realtà che fanno parte di The Youth Club sono state individuate nei Teatri di tradizione, nei Teatri di rilevante interesse culturale e nelle Istituzioni concertistico-orchestrali presenti sul territorio di intervento di Fondazione Cariplo (Lombardia e province di Novara e Vco).
In particolare si tratta di:

  • Associazione Centro Teatrale Bresciano, Brescia
  • Teatro Sociale di Como-Aslico
  • Fondazione del Teatro Grande, Brescia
  • Fondazione I Pomeriggi Musicali, Milano
  • Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, Cremona
  • Fondazione Teatro Carlo Coccia, Novara
  • Fondazione Teatro Donizetti, Bergamo
  • Fondazione Teatro Fraschini, Pavia
  • Teatro dell’Elfo Impresa Sociale, Milano
  • Teatro Franco Parenti Impresa Sociale, Milano

In apertura photo by Fatih Kılıç on Unsplash – Le immagini dell’evento di presentazione sono dell’autrice

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