Cronache russe

Tra le strade di San Pietroburgo anche la musica diventa reato 

I musicisti del gruppo StopTime sono stati arrestati perché in strada suonavano canzoni contro la guerra in Ucraina. Gli artisti hanno ricevuto un’enorme ondata di sostegno, non solo da parte della società civile russa in esilio, ma anche da molti cittadini rimasti nel Paese. Un gesto clamoroso di sostegno è stato il flash mob dove centinaia di giovani si sono recati davanti all’amministrazione presidenziale di Mosca per presentare richieste scritte al presidente Putin, chiedendo la liberazione dei musicisti arrestati: la gioventù russa sta diventando una forza sociale decisiva, capace di portare cambiamenti nel futuro

di Alexander Bayanov

Diana Loginova (nome d’arte Naoko) è una pianista, studentessa del Conservatorio intitolato a Rimskij-Korsakov di San Pietroburgo. Ha iniziato a esibirsi per strada nell’aprile del 2025, fondando il gruppo StopTime insieme al chitarrista Aleksandr Orlov e al batterista Vladislav Leontiev. I musicisti suonano e cantano brani di artisti russi dichiarati “agenti stranieri” dal governo. Si tratta di canzoni contro la guerra e politiche di artisti molto conosciuti, come Zemfira, Monetochka, Noize MC, Bi-2. Personalità del mondo della musica che si sono espresse apertamente contro la guerra in Ucraina e hanno lasciato la Russia. StopTime suona anche brani del gruppo ucraino Boombox. I video di “StopTime”, pubblicati sui social network, hanno raccolto centinaia di migliaia di visualizzazioni e decine di migliaia di like.

L’attenzione dei sostenitori del regime

Nel fine settimana dell’11 e 12 ottobre, StopTime si è esibito in piazza Vosstanija e sul viale Nevskij, a San Pietroburgo, cantando insieme a un centinaio di spettatori anche il brano del rapper Noize MC, “Cooperativa Lago dei cigni”, proibito dalle autorità russe. Il balletto “Il lago dei cigni” di Čajkovskij ha in Russia un significato simbolico preciso: negli anni Ottanta, dopo la morte di un segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica – Pcus, e durante il tentativo di colpo di stato dell’agosto 1991, la televisione sovietica trasmetteva proprio Il lago dei cigni al posto dei programmi regolari. I video dei concerti si sono diffusi rapidamente nei canali Telegram dei propagandisti filogovernativi, che hanno chiesto di punire non solo i musicisti, ma anche il loro pubblico.

Il 15 ottobre Naoko è stata arrestata dalla polizia. Il giorno successivo lei e gli altri membri del gruppo StopTime sono stati posti in detenzione amministrativa: sono stati accusati di aver “organizzato un comizio” con il loro concerto dell’11 ottobre. Diana Loginova e il batterista Vladislav Leontiev hanno ricevuto 13 giorni di arresto, mentre il chitarrista Aleksandr Orlov 12. Secondo gli avvocati per i diritti umani, le autorità non hanno ancora deciso come procedere. È del tutto possibile che, una volta terminata la detenzione amministrativa, ai musicisti venga contestato un reato penale: la diffusione di “false informazioni” sull’esercito russo e sulla “operazione militare speciale” in Ucraina – un’accusa con la quale sono già stati condannati migliaia di attivisti, giornalisti e semplici cittadini.

La solidarietà di artisti e cittadini

A sostegno dei musicisti arrestati si è espressa Monetochka, cantante russa oggi in esilio. Il 17 ottobre, il giorno dopo l’arresto di Naoko, ha invitato i suoi fan in Russia a mettere “la sicurezza al primo posto”: «Siete preziosi per il mondo, preziosi per me, e non voglio che qualcuno di voi diventi vittima di questo tempo crudele e ingiusto. E coloro che non hanno paura, che cantano così forte e brillano così vivacemente sono degli eroi», ha scritto su Instagram. Il 19 ottobre, durante un concerto in Spagna, Monetochka ha letto sul palco una poesia che comincia con i versi: «Fate a noi quella faccia cattiva // Ma voi stessi avete paura delle chitarre e dei cantanti». Non si possono certo tracciare paralleli storici rigorosi, ma la paura del potere di fronte alla libertà incontrollata dell’individuo ha un precedente preciso nella storia russa: il fenomeno della Piazza Majakovskij.  Nell’epoca sovietica, i giovani di Mosca si riunivano ai piedi del monumento al poeta Vladimir Majakovskij per leggere poesie – e ciò provocava repressioni da parte del regime. Oggi, a differenza dei tempi sovietici, i musicisti arrestati hanno ricevuto un’enorme ondata di sostegno, non solo da parte della società civile russa in esilio, ma anche da molti cittadini rimasti in Russia. L’arresto dei membri di StopTime ha provocato una potente campagna di solidarietà sui social: TikTok e Instagram si sono riempiti di video con le canzoni “proibite” di Monetochka, Noize MC e Bi-2. Molti suonano a casa con la chitarra, altri escono per strada; alcuni pittori disegnano a sostegno dei musicisti di strada. «Di solito non disegno mai nulla di politico, ma questa volta l’ho fatto perché l’accusa è profondamente ingiusta. Provo un grande affetto per StopTime e per gli artisti le cui canzoni hanno suonato», racconta una delle pittrici. «È come se le parole mi riempissero il petto, e il miracolo avverrà solo quando riusciranno a uscire», dice un cantante che ha registrato un brano in solidarietà con gli arrestati.

Così appare chiaro che la società civile russa è viva, immersa in una protesta silenziosa e interiore e quando il potere opera un’ingiustizia così evidente, la paura arretra, e tornano a risuonare le parole della protesta, del sostegno e della solidarietà reciproca. Un gesto clamoroso di sostegno è stato il flash mob organizzato dal partito non registrato “Rassvet” (Alba): centinaia di giovani si sono recati davanti all’Amministrazione presidenziale di Mosca per presentare richieste scritte al presidente Putin, chiedendo la liberazione dei musicisti arrestati. Un atto coraggioso, considerando che i dati personali dei firmatari non possono restare anonimi. È un importante segno di solidarietà: quando sei solo, hai paura; ma quando sei insieme a qualcuno, la paura scompare. La gioventù russa sta diventando una forza sociale decisiva, capace di portare cambiamenti nel futuro. Perché non è semplicemente “il futuro che appartiene a loro” che è una definizione ideologica e un’astrazione. La gioventù è il futuro della Russia. E la sua speranza.

Foto di apertura canale Telegram Bumaga

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