Tutela animali
Trentino, salvo un lupo. Il Consiglio di Stato ferma i fucili
Il decreto di uccisione emanato dalla giunta provinciale di Trento è stato sospeso fino al 6 novembre. Accolte le argomentazione di Lav e delle altre associazioni animaliste. Per la Lega anti vivisezione è «l'ennesima conferma dell’illegittimità della miope strategia provinciale, continueremo con tutte le nostre forze a difendere i lupi»
di Redazione
Dopo l’inspiegabile sentenza del Tar di Trento che aveva avallato la condanna a morte dei lupi, dopo alcune predazioni avvenute a malga Boldera, il Consiglio di Stato ha accolto le argomentazioni avanzate da Lav e da altre associazioni e ha sospeso l’esecuzione del decreto di uccisione emanato dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.
Lupo salvo fino al 6 novembre
La sospensione è valida fino all’udienza che si terrà il 6 novembre, anche se l’efficacia del provvedimento termina in effetti con lo svuotamento delle malghe situate in Lessinia, che avverrà nei prossimi giorni. Di conseguenza il lupo è definitivamente fuori dal mirino dei fucili del servizio forestale trentino.
«Purtroppo, non siamo riusciti a salvare uno dei due lupi, brutalmente fucilato dal servizio forestale della Provincia, che è rimasto vittima della becera propaganda animalicida di Fugatti», dichiara Federico Crisetig, area animali selvatici Lav, «tuttavia il nostro tempestivo ricorso in appello ha dato l’ennesima conferma dell’illegittimità della miope e violenta strategia provinciale, di fatto bloccando la seconda uccisione».
Carenze nella protezione degli animali allevati
Le predazioni a malga Boldera – sottolineano gli animalisti – sono senza dubbio dipese dalla carenza di misure di protezione degli animali allevati. La mera presenza di una recinzione elettrificata, la cui efficacia nell’impedire ai lupi di accedere ai pascoli è comprovata scientificamente, non è stata sufficiente a causa della mancata manutenzione della stessa.
Il basso voltaggio della recinzione, infatti, non bastava a dissuadere i lupi che sono riusciti a penetrare all’interno della malga per colpa del disinteresse e dell’incompetenza degli allevatori, i quali peraltro sono tenuti a proteggere gli animali dagli attacchi dei predatori.
Due anni fa lo stesso problema
Si tratta dello stesso problema riscontrato nella malga due anni fa, a cui era seguito un decreto di uccisione di due lupi immediatamente bloccato dal ricorso di Lav ai tribunali.
Lav, assicura che «continuerà a difendere con tutte le sue forze la vita e la libertà dei lupi».
In apertura photo by Robert Larsson on Unsplash
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.