La settimana parlamentare

Un fondo di 200 milioni per i comuni da investire in educazione: la proposta di legge che mette d’accordo tutti

L’atto della Camera 1311 è composto da 5 articoli che disciplinano in maniera organica l'istituzione di attività educative e ricreative non formali anche ad integrazione ed estensione del “tempo scuola” per rimettere al centro l’azione educativa dell’impegno pubblico

di Edoardo Patriarca

La Settimana parlamentare è dedicata al A.C.1311Disposizioni per il sostegno delle attività educative e ricreative non formali” con l’auspicio che venga portate in discussione in aula al più presto. È una proposta di legge assegnata in sede referente alle Commissioni riunite di Cultura e Affari sociali alla Camera dei Deputati. Nella relazione introduttiva si legge: “La necessità di dare risposte adeguate alla sfida educativa che ci sollecita in modo urgente richiede una strategia strutturale e una visione integrata che siano in grado di mettere in campo azioni concrete in grado di garantire, in maniera uniforme nel territorio nazionale, equità ed empowerment delle nuove generazioni e di porre al centro dell’impegno pubblico l’azione educativa”. 

La proposta è composta di 5 articoli che disciplinano in maniera organica l’istituzione di attività educative e ricreative non formali anche ad integrazione ed estensione del “tempo scuola”. Va detto che una parte considerevole dei suoi contenuti è stata inserita con modifiche nella legge di bilancio per il 2025. Ciò nonostante l’approvazione del disegno di legge renderebbe stabile e più strutturato quello già contenuto e previsto nella legge già in essere, va  altresì annotato che il testo vede un consenso ampio e trasversale tra tutte le forze politiche ed è quindi sperabile che si proceda ad una sua prima approvazione alla Camera. 

All’articolo 1 si definiscono i principi generali per l’istituzione, come recita il titolo, di attività educative e ricreative formali e non formali, anche ad integrazione ed estensione del “tempo scuola” al fine di incentivare e sostenere in tutto il Paese attività educative e ricreative per contrastare la povertà educativa e l’esclusione sociale. E di favorire il protagonismo delle nuove generazioni con il loro coinvolgimento nei processi decisionali che li riguardano in coerenza con le linee guida per la partecipazione di bambine e bambini, ragazze e ragazzi già adottate con Decreto del Ministro delle Pari opportunità nel 2022. Un documento poco conosciuto e che andrebbe maggiormente valorizzato visto che tanto si parla di partecipazione e di cittadinanza attiva: l’obiettivo è diffondere l’educazione all’ascolto dei bambini e dei ragazzi e la cultura della loro partecipazione tanto da renderla un elemento strutturale in tutti i processi decisionali che li riguardano, all’interno della famiglia, della comunità e delle scuole. 

L’articolo 2 prevede l’istituzione di un fondo di 200 milioni annui destinato ai Comuni per il finanziamento delle iniziative, da realizzare in collaborazione con enti pubblici e privati, con le istituzioni scolastiche, e per incentivare il coinvolgimento attivo degli enti di Terzo settore e degli enti religiosi attraverso la forma della co-programmazione e co-progettazione previste dal codice delTerzo settore. Interessante il comma che prevede che i Comuni beneficiari debbano utilizzare almeno il 50% delle risorse per il finanziamento di iniziative progettate e realizzate attraverso la forma di co-programmazione e co-progettazione. Entro il 30 marzo di ogni anno è approvato l’elenco dei Comuni  beneficiari, il fondo è utilizzato anche per ridurre i costi sostenuti dalle famiglie per servizi e attività educative non formali in relazione alla situazione reddituale e patrimoniale.  

All’articolo 3 si prevede che i Comuni possano utilizzare quota parte delle risorse per la realizzazione nelle scuole di attività coerenti col piano triennale previsto nell’articolo 5, attività che possono essere svolte da esperti o dal personale scolastico in orario scolastico o extrascolastico e anche nei periodi di sospensione delle lezioni. Ovviamente è prevista la copertura assicurativa e, questo è molto interessante, le modalità  di valorizzazione delle competenze acquisite dai bambini e delle bambine. 

All’articolo 4 si istituisce l’osservatorio nazionale dell’attività di educazione non formale e viene definita la sua composizione. Nell’articolo 5 si definiscono nel dettaglio i compiti dell’osservatorio che dovrà predisporre attività di valutazione di impatto e di monitoraggio delle attività di co-programmazione e co-progettazione, definire e aggiornare il Piano  triennale per l’educazione non formale e una relazione triennale sull’attività svolta da presentare al Parlamento.

Credit foto Pixabay

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