Film

Unire le forze per il cambiamento, viaggio nelle cooperative di comunità

Ci sono persone che non aspettano il cambiamento: lo rendono possibile, questo il filo rosso che anima "Storie di donne, uomini e comunità", documentario di Paola Traverso e Vincenzo Franceschini, realizzato in collaborazione con Legacoop e presentato alla Festa del Cinema di Roma. Un viaggio geografico, politico e poetico nelle cooperative di comunità, lungo 5 anni, tra centri urbani, piccoli borghi medievali e nuove esperienze del vivere insieme

di Alessio Nisi

cooperazione

Le cooperative di comunità? Cooperative certo, sono una forma giuridica senza dubbio, ma anche e forse soprattutto un gruppo di persone che decide di unire le forze per recuperare borghi, che rischiano lo spopolamento, o centri storici in stato di degrado. Ma non solo. Anche periferie che hanno bisogno di essere rilanciate. «Forse l’elemento che riunisce esperienze tanto diverse è la volontà di un gruppo di persone che decide di unire le forze per fare insieme per generare un cambiamento, senza aspettarlo dall’esterno, da fuori».

Paola Traverso è autrice e regista, insieme a Vincenzo Franceschini di Storie di donne, uomini e comunità, documentario che esplora la ricerca di una rinascita collettiva, economica, sociale e culturale, attraverso la forza di realtà locali, spesso considerate marginali.

Un viaggio «geografico, ma anche politico e poetico» lungo 5 anni, iniziato durante le ombre del Covid, che ha fatto tappa a Il Cesto di Genova, «una realtà fortissima con 50 anni di storia», spiega Traverso, «in cui associazioni e cooperative si sono associate e  diventate cooperativa di comunità, hanno lavorato alla riqualificazione dei Giardini Luzzati Spazio Comune nel centro storico. Dove la piazza era un luogo di spaccio, ora c’è teatro e musica».

Le cooperative di comunità? Molti si interrogano su cosa sia una “comunità”, ma quando le incontri capisci subito cosa è una comunità e come la cooperativa rappresenti il modo non solo per rispondere a problemi collettivi, ma condividere una visione di un’economia diversa

Nuove forme per una rinascita collettiva

Un percorso che si è fermato anche alla periferia di Brindisi, dove, racconta sempre Traverso, «abbiamo avvertito e intercettato una fortissima spinta ad una “rinascita collettiva”». Come nel borgo medievale di Torri Superiore, nei pressi di Ventimiglia, «dove si sperimentano nuove forme di vita in comune»

Ma anche nelle Terre del Magra, nella Valle dei Cavalieri, in Emilia Romagna, a Ligonchio, al Passo della Barca a Bologna. A Monticchiello, in Toscana, dove c’è «una comunità, con una storia che risale agli anni Sessanta, che porta in piazza un lavoro teatrale che coinvolge tutti». E poi Pietrelcina e Chianche, a Melpignano, Biccari, in Puglia.

Traverso ha curato anche il montaggio del film, promosso da due cooperative associate, Il Gigante e Ttc, in collaborazione con Legacoop, in uscita nei primi mesi del 2026 e presentato in anteprima nello Spazio eventi Roma Lazio Film Commission, alla ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

L’urgenza di recuperare una vicinanza

Prossimità, relazione, responsabilità e urgenza le parole chiave di questo progetto, secondo Vincenzo Franceschini. «In un momento in cui tutto andava verso isolamento e la sicurezza, la nostra urgenza era avvicinarci alla realtà. Così», racconta, «abbiamo iniziato a ragionare sull’idea di prossimità e vicinanza». A colpire Vincenzo e Paola è stato soprattutto «l’orizzonte che le cooperative di comunità ci hanno dato». Un «orizzonte di fiducia, condivisione, cooperazione e di redistribuzione».

Un percorso da Nord a Sud che è «stato di innamoramento. In cui abbiamo accettato la complessità e la significanza di piccoli gesti, che poi per noi sono diventati gesti di bellezza».

comunità

Il documento e la magia

Una malleabilità e fluidità, che è anche alla base della scelta stilistica degli autori e registi, che hanno optato per un approccio documentaristico sì, ma anche di finzione. Spiega Paola Traverso: «Abbiamo calato le persone protagoniste del documentario nella loro realtà e quindi le vediamo nel loro vissuto quotidiano». Però poi «abbiamo tentato di ricostruire il contesto, utilizzando un modo di ripresa che restituisse il respiro del paesaggio e dei luoghi».

Anche il montaggio va in questa direzione e «non segue un racconto lineare ma cerca di restituire questo coro di persone, di voci e di racconti».

In apertura foto di Valleluce per Unsplash. Nel testo video di Legacoop e foto di Alessio Nisi

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.