Mondo
Yunus: con Barack una svolta per il microcredito
In un'intervista al Corriere il fondatore della Grameen Bank rivela: la mamma di Obama: «Era in prima linea nel microcredito in Indonesia»
di Redazione

«Non so se Obama sarà all’altezza delle aspettative. So però che la sfida più importante Obama l’ha già vinto.Ha ridestato la fiducia che le cose possano cambiare: che il mondo si possa cambiare». Muhammad Yunus, il mitico fondatore della Grameen Bank in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dice la sua sul nuovo presidente degli Stati Uniti. E rivela un lato inedito della sua biografia. «Ha detto “so cosa avete nel cuore, sento le stesse cose e posso metterle in atto” e la gente gli ha creduto. Questa è la parte più entusiasmante della vicenda, per il resto quattro anni nella storia del mondo sono poca cosa. Comunque la mia strada per arrivare a un mondo senza povertà non gli è sconosciuta. Anzi. Sua madre era in prima linea nel microcredito in Indonesia e lui, bambino, era con lei, la vedeva darsi da fare. È stato un imprinting molto forte. Rafforzato da persone in posizione influente ora nel suo governo, come Hillary Clinton, anche lei devota al microcredito quando era First Lady dell’Arkansas. Non è qualcosa che ha imparato sui libri ma nella pratica, era coinvolta in progetti concreti».
Chiede Alessandra Muglia, l’intervistatrice: lei ha conosciuto la mamma di Obama?
Yunus: «Avremmo dovuto incontrarci alla conferenza mondiale sulle donne di Pechino, nel settembre 1995. Doveva fare un intervento per mostrare quanto bene può fare prestare piccole somme di denaro alle donne povere, quanto affidabili fossero nei pagamenti e quanto efficacemente usassero i soldi ricevuti per far star meglio le loro famiglie. Ma Ann Dunham era gravemente malata e rimase bloccata a casa, alle Hawaii, sofferente per il cancro che la stava consumando. Sarebbe morta due mesi dopo. Poco prima del suo ritiro, il suo gruppo concordò che ci voleva un avvocato per la causa e scelse l’allora first lady Hillary Clinton. Non fu difficile convincerla visto che come first lady dell’Arkansas la Clinton aveva già promosso uno dei miei progetti. Fu Hillary a intervenire al suo posto a Pechino».
Infine una valutazione ottimistica sulle prospettive di questa presidenza. Dice Yunus: «Obama si è messo in una posizione per cui miliardi di persone dicono: “Quest’uomo mi sta parlando”. Ci sono miliardi di speranze sulle sue spalle e ora lui deve tenerne conto. Che intenda distribuire le sue energie su più fronti lo dimostrano anche i suoi primi gesti da presidente: ha esordito con istanze simboliche come Guantanamo. La sua lunga campagna elettorale lo ha preparato per questo. Girando e incontrando tante persone ha avuto la possibilità di affrontare tutte le questioni più importanti. È stata una grande fortuna, visto che non aveva avuto modo di prepararsi prima. Non credo che farà errori».
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