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I Cattolici italiani di fronte al G8 e alle sue contestazioni

Domani a Genova il grande raduno dei cattolici, scarica il programma. Smarcarsi dalla violenza e dal folklore: commento di Riccardo Bonacina

di Riccardo Bonacina

G8 o anti G8? Da che parte stanno i cattolici? Con chi si schiera la Chiesa? Con Bush e gli altri potenti o con il popolo di Seattle e i 100 mila contestatori attesi a Genova? La domanda è meno retorica e scontata di quanto appaia, perché se è vero che la Chiesa cattolica di globalizzazione dei diritti e della solidarietà ha esperienza ultracentenaria, è altrettanto vero che in queste settimane il dibattito interno sia alle gerarchie che nei movimenti e nelle associazioni è stato intensissimo. Nella sua maggioranza, la Chiesa italiana si smarca, anche temporalmente, dall?alternativa G8/Popolo di Seattle e, grazie ad una saggezza antica, anticipa l?evento con un grande raduno questo week end a Genova cui dedichiamo le quattro pagine centrali di questo numero. ?Sentinelle del mattino: guardiamo il G8 negli occhi?, recita il titolo di una tre giorni voluta anche dalla Conferenza episcopale italiana e che raduna quasi per intero il popolo cattolico in tutti suoi diversi rivoli, dalle congregazioni missionarie, alle associazioni storiche a molti movimenti. Un incontro e un manifesto per smarcarsi anche da ogni possibile folklore o violenza. Non sono mancati i distinguo o i contro appelli come quello promosso dai cattolici del ?Giornale?, Antonio Socci e Baget Bozzo, e da alcuni giornalisti di area CdO come Luigi Amicone. Così come non mancano gli ultras pro popolo di Seattle come il genovese don Gallo o il parroco dei Centri sociali autogestiti don Vitaliano. Ma, sinceramente, sembrano più iniziative di contorno e di disturbo, di fronte ad una Chiesa ben ancorata al magistero di un Papa che ai potenti del mondo ha saputo dire ben di più che qualche slogan. Tra i commenti più lucidi nel mondo cattolico, una dichiarazione di un missionario, Padre Gheddo, che ha detto in un?intervista rispondendo alla domanda sul ruolo dei cattolici: ?Dobbiamo essere convinti di quanto diceva Madre Teresa per l’India: “La più grande disgrazia è di non conoscere Gesù Cristo”. Non solo per la vita eterna e la salvezza spirituale, ma per questa vita. Dove entra l’annuncio di Gesù Cristo, la vita cambia in meglio. I paria dell’India, ad esempio, 100 anni fa erano schiavi delle altre caste. Grazie ai missionari cattolici e protestanti, con l’influsso del vangelo e dell’educazione, questi paria oggi sono divenuti importanti per la società. Giovanni Paolo II, nella Redemptoris Missio dice: Lo sviluppo non è prodotto del commercio o delle tecniche. Lo sviluppo è prodotto dall’uomo. Educare e cambiare l’uomo produce sviluppo e progresso”.


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