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G8: Che confusione intorno alla Tobin Tax

Il Senato si divide sulla proposta e intanto interviene James Tobin che dice a Radio popolare: "la mia proposta non c'entra nulla con l'anti globalizzazione"

di Redazione

Permane la distanza tra maggioranza ed opposizione al Senato sul vertice G8 di Genova. Pomo della discordia e’ la ormai famosa ”Tobin tax” sulle transazioni finanziarie internazionali, ritenuta strumento ”inadeguato” dai ministri delle Finanze dei 7 grandi ed invece sostenuta dal fronte antiglobalizzazione. Un intervento del Presidente delle Acli, Bobba, rammenta oggi che fu lo stesso G8 ad istituire lo scorso anno una commissione per valutare l’applicabilita’ e l’efficacia di una tassazione di questa natura, per concludere ”sono i grandi che si contraddicono”. In mezzo a tutto questo c’e’ uno stupito James Tobin, premio Nobel per l’economia che, dai microfoni di Radio Popolare osserva: ”Ci sono gruppi che in Europa hanno usato l’argomento come un tema di piu’ ampie campagne, per ragioni che vanno ben oltre la mia proposta che e’ stata fatta diventare una sorta di pietra miliare nel programma di antiglobalizzazione”. ”Cio’ che proposi nel ’71 – dice Tobin – ha a che fare con il mercato dei cambi e con il tentativo di ridurre la volatilita’ dei tassi, per permettere alle banche centrali nazionali di avere un qualche potere nel determinare le proprie politiche monetarie di fronte alla vastita’ degli investimenti finanziari a livello globale”. Conferma che la confusione nei confronti di un evento come l’incontro dei 7 Paesi piu’ industrializzati del mondo, piu’ la Russia, sta crescendo, cosi’ come le attese, non sempre fondate.


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