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Famiglia & Minori

Intervita: adozioni a distanza di… baby lavoratori?

Un discutibile filmato in onda ieri sera su Rete 4 allo speciale "Galà per un sorriso" sulle adozioni a distanza

di Gabriella Meroni

Ieri sera su Rete 4, ore 21.30 circa, nel bel mezzo dello spettacolo “Galà per un sorriso”. L’occhio di bue stringe sulla passerella, dove arriva una delle testimonial della serata, la ex velina e ora conduttrice di La Sette Roberta Lanfranchi. Che comincia a leggere la storia di Pedro (il nome è inventato da noi, il resto no), bambino sudamericano adottato da distanza dall’associazione che organizza la serata di beneficenza, Intervita. «Pedro è un ragazzino di otto anni, fino all’anno scorso viveva nella miseria più assoluta con sua madre vedova e i suoi cinque fratelli. Da quando Intervita si è interessata a lui, però, la vita di Pedro è cambiata: la mattina riesce ad andare a scuola, e il pomeriggio ha trovato un bellissimo lavoro: fa il fornaio”. Ma… abbiamo sentito bene? Purtroppo sì: le immagini confermano quanto la Lanfranchi ha appena letto, e mostrano il piccolo Pedro che impasta velocemente il pane, posa i mucchietti di pasta sulla pala e poi li inforna. A otto anni. «Così Pedro può finalmente mantenere la propria famiglia (a otto anni!!!), e nei ritagli di tempo riesce anche a giocare a pallone» (scorrono le immagini di un – immaginiamo esausto – Pedro che dà due calci a una palla). Dal pubblico, invece che sonori fischi, arriva un applauso. Ora la domanda che facciamo a Intervita, e a Rete 4: è pratica comune nel sostegno a distanza aiutare bambini di otto anni a lavorare per mantenere sé e la famiglia? È ragionevole incoraggiare il lavoro minorile, o non sarebbe proprio l’adozione a distanza il mezzo per impedire che i bambini siano costretti a lavorare per vivere? Attendiamo fiduciosi qualche risposta, e possibilmente una spiegazione.


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