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185 eppur fu vittoria

Nel febbraio 2001 la legge sulla trasparenza del commercio di armi stava per essere spazzata via, con un accordo bipartisan. Ed un articolo di Benedetta Verrini.

di Riccardo Bonacina

Dopo 14 mesi, la partita sulla modifica di una legge di civiltà come la 185 è ancora aperta. Nessuno ci avrebbe scommesso un anno fa; ed è una significativa vittoria. Merito della grande mobilitazione dell?associazionismo e della società civile. In quest?anno sono stati sventati più di un blitz e più di un appello alla coscienza di deputati e senatori hanno sortito effetto. La ratifica dell?Accordo quadro tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Gran Bretagna e Irlanda del Nord “relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell?industria europea per la difesa” siglato a Farnborough il 27 luglio 2000 con il governo D?Alema, stava per essere ratificato senza colpo ferire e nella quasi unanimità dei consensi. Nel febbraio 2002, le Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera diedero il via libera al disegno di legge n. 1927 per la ratifica dell?accordo quadro. Il disegno di legge comportava, al contempo, emendamenti alla legge n. 185/90 sulla trasparenza e il controllo del commercio di armi. In soli otto giorni, e con il ruolo propulsivo dell?on. Minniti e dell?on. Previti, le Commissioni diedero parere favorevole. Deputati travolti dalle email Il nostro grido di allarme fu lanciato allora e si propagò veloce su Internet con una tempestività salutare e contagiosa. In breve fu creato un logo, una pagina per le firme elettroniche su vita.it e www.retelilliput.org e Lilliput mise a punto anche un congegno per l?invio di email a tutti i parlamentari. Il cartello di associazioni a sostegno della Campagna arrivò ben presto ad oltre 60 realtà, le firme raccolte sono oggi circa 100mila, le email spedite ai parlamentari oltre 10mila. Oltre 150 Comuni, ad oggi, hanno approvato ordini del giorno a difesa della legge 185. La pioggia di email ai deputati quindi s?intensifica e fa sì che il ddl 1927 venga licenziato dalla Camera dei deputati con l?accoglimento di significativi emendamenti che salvaguardano le linee essenziali della legge 185. Per esempio, all?articolo 3 si riconosce che anche “I titolari di licenza globale di progetto forniscono annualmente al ministero degli Affari esteri una relazione analitica sulle attività espletate sulla base della licenza ottenuta, corredata dai dati su tutte le operazioni effettuate”. Il 26 giugno 2002 la Camera dà il via libera, con 220 sì e 107 no, al ddl 1927. “Nel testo uscito alla Camera è stato almeno inserito che la Relazione annuale al Parlamento, prevista dalla legge 185, dovrà parlare delle licenze globali di progetto. Inoltre, secondo un altro emendamento accolto nell?art. 3, i titolari di tali licenze dovranno fornire ulteriori informazioni al ministero degli Esteri”, commenta un comunicato della Campagna. Il 4 luglio 2002, la III commissione (Esteri) e la IV Commissione (Difesa) del Senato iniziano l?esame del disegno di legge, classificato ora con il n. 1547: sul Senato convergono le pressioni contrastanti dell?opinione pubblica, delle lobby armiere e dei Paesi partner, che attendono la ratifica italiana. L?appuntamento di Farnborough è alle porte e il governo italiano, per bocca del ministro della Difesa Martino, incalza. La ratifica viene però rinviata a dopo la sospensione estiva: una vittoria temporale dell?opposizione e delle campagna sviluppate con tanta generosità nella società civile. 100mila firme La battaglia parlamentare, tra discussioni e rinvii, ci porta fino a giovedì 27 marzo 2003, quando il disegno di legge 1547 viene approvato al Senato con 134 senatori che votano a favore (componenti della maggioranza), 94 contro (tutto il centrosinistra), 2 gli astenuti. è una giornata importante per le organizzazioni della società civile che incassano un?altra significativa vittoria: grazie a emendamenti dell?Ulivo e al sostegno del senatore D?Onofrio e dell?Udc viene soppresso l?articolo 11. Un articolo molto discusso, perché prevedeva che le armi vendute con “licenza globale di progetto” fossero sottratte alla trasparenza bancaria. “Di fronte al favore dello stesso Udc”, come ci dice il senatore Iovene (Ds), “il governo si è rimesso al voto dell?Aula, che ha votato a stragrande maggioranza per la soppressione dell?articolo”. Una soppressione importante perché salvaguarda proprio una delle ragioni che hanno condotto alla Campagna per la difesa della 185: la trasparenza nei movimenti bancari. Oltre a questo significativo risultato, sono stati anche approvati diversi ordini del giorno, tra cui uno promosso dal senatore Giulio Andreotti che prevede di predisporre “severe istruzioni” agli operatori nell?applicazione della nuova legge. Ora il provvedimento dovrà tornare alla Camera, per la definitiva approvazione. Sugli spazi di manovra ancora aperti alla Camera, non bisognerà farsi troppe illusioni: il ddl verrà presumibilmente riapprovato senza ulteriori cambiamenti. Ma certo si aprono nuove settimane di discussione e riflessione. Vogliamo scommettere in un altro piccolo ma significativo risultato? Noi, insieme agli oltre 100mila sostenitori, non demorderemo. Non demorde il senatore anti pistole Per come è stato approvato, il disegno di legge 1547 rappresenta una vittoria della ?resistenza? in difesa della legge 185 del 1990. Anche di fronte all?assoluta chiusura del governo e di parte della maggioranza, abbiamo ottenuto dei buoni risultati. Ora, però, non disarmiamo le nostre coscienze”. Non è un tipo che si arrende, il senatore Tino Bedin (Mar-Ulivo). Dopo la lunga e laboriosa battaglia condotta insieme ai colleghi per limitare i danni del disegno di legge modificativo della 185, si sta impegnando per nuove azioni di controllo sul commercio delle armi. Il senatore ha intenzione di mobilitare ancora l?ampia base di enti locali che avevano aderito alla Campagna: “Ho già predisposto uno schema di ordine del giorno da far votare nei Consigli comunali”, spiega. “In esso si richiamano i parlamentari a tener fede a quanto hanno votato, in particolare l?impegno a far salvi i principi della 185”. Tra gli altri strumenti di controllo, c?è l?uso dei vari ordini del giorno approvati sia al Senato che alla Camera come ?impegni vincolanti? per il governo. “In particolare, questo insieme di indirizzi del Parlamento al governo sarà uno dei criteri di valutazione della Relazione annuale sull?applicazione della legge. L?esame di questo documento, in parte anticipato dalla stampa ma non ancora pervenuto al Parlamento, diventa davvero un fronte di controllo molto importante”. Tra le altre attività legislative su cui il senatore invita a non abbassare la guardia, c?è anche il decreto applicativo del regolamento Ue n. 1334/2000 sui cosiddetti materiali ?dual use? (a duplice uso), cioè le tecnologie, gli strumenti e i prodotti utilizzabili sia a livello civile che militare. “Ritornano qui”, sottolinea il senatore Bedin, “alcuni dei punti nodali della modifica della legge 185 del 1990, con la volontà di abbassare a ?merce qualsiasi?, da sottoporre alle sole regole del mercato interno, i materiali ad uso militare”. Il senatore è intervenuto con dettagliate richieste di modifica nella Giunta per gli affari europei del Senato, di cui è segretario. Ora il provvedimento si trova in esame alla commissione Attività produttive: “In questo caso il Parlamento ha molte meno opportunità”, avverte Bedin, “dovendosi limitare a esprimere un parere su un decreto delegato”. Benedetta Verrini


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