Cooperazione & Relazioni internazionali

Natalia, un amore a prima vista

Un rapporto iniziato per caso, due anni fa. Poi la Estrada ha accettato di fare un viaggio in Guatemala per incontrare i bambini sostenuti da Intervita (di Maria Cortese).

di Redazione

Esuberante come un fresco torrente di montagna. Passionale come un?autentica ballerina di flamenco. Natalia Estrada si racconta e non parla di cinema o di televisione. Le sue entusiastiche e serene parole configurano un mondo diverso da quello che lei abita professionalmente. Un mondo altro, lontano. Drammatico e affascinante a un tempo, cui oggi offre la sua immagine di star in veste di ambasciatrice. Per volere del fato. “Ho conosciuto Intervita onlus, associazione per l?adozione a distanza in aiuto al Terzo mondo, per caso, leggendo una pubblicità su un giornale”racconta. “Da sempre faccio beneficenza, ma a questa forma di aiuto non avevo mai pensato”. Detto fatto (era il 20 novembre 2000), la ciclonica Natalia ha preso carta e penna e inoltrato richiesta di adozione, ma in modo anonimo, senza accennare al “lei sa chi sono io”. Questione di tempo e in qualcuno dentro Intervita affiora il dubbio: che si tratti della famosa Estrada? Un colpo di telefono e il sospetto diventa certezza. “?Ci farebbe piacere se tu potessi aiutarci?, mi hanno detto”, continua Natalia, “del resto, oggi, uno dei principali problemi delle onlus è la credibilità. La mia testimonianza sarebbe stata preziosa”. L?adorabile Nehemias Ma le parole non bastano. “Consapevole dell?impegno che mi sarei presa, ho chiesto di poter vedere in faccia quei bambini e di poter valutare le strutture e il livello organizzativo sul posto. Solo così sarei potuta rientrare in Italia e dare una testimonianza credibile, perché vera”. Al suo seguito la piccola Natalia junior, figlia dell?ex marito Giorgio Mastrota. Meta preposta: Ixchiguan-San Marcos, piccolo villaggio del Guatemala. “Lì Natalia junior e io abbiamo conosciuto tra i tanti bambini quello dato a me in adozione: Nehemias, timidissimo, adorabile, e un po? intimorito anche dalla mia bambina, di cui è coetaneo con i suoi 8 anni”. Già da due anni i piccoli tenevano una puntuale corrispondenza animata, soprattutto, da teneri disegni colorati. Dalla fantasia alla realtà di quella stretta pianura alluvionale sovrastata da un sistema vulcanico che si chiama Guatemala: “Una realtà dura”, continua l?attrice e showgirl, “fatta di povertà estrema, di capanne dal tetto di paglia e pavimenti di terra nuda. Senza luce, senza acqua potabile a portata di mano e, poi, due o tre pentole rotte per cucinare riso, mais e, una volta al mese, il pollo”. Inevitabili, nell?incontro scattano i confronti. Nonostante la stessa età, Natalia junior è molto più alta dei coetanei guatemaltechi che la circondano. Sul viso della mamma di Nehemias compaiono timore e preoccupazione. Natalia Estrada (che, dice, non va abitualmente a messa, ma cerca di comportarsi in modo cristiano) se ne accorge. E sembra di vederla mentre, con quei suoi brillanti occhi scuri gitani. Un papà da 2 metri e dieci “Non volevo spiegarle che i bambini occidentali sono così perché hanno da mangiare tutto quello che vogliono”, continua, “e allora le ho detto non si preoccupi signora, mia figlia è alta così perché suo padre è un giocatore di pallacanestro, due metri e dieci di altezza. Poi, per un?intera settimana siamo stati insieme, con queste mamme e i loro figli, divertendoci e giocando con nulla. La cosa più bella è stato vedere questi bambini così felici e dignitosi, perché la loro identità non dipende dall?ultima play-station o dal nuovo cellulare. Sono felici nonostante la povertà, perché la loro cultura si basa su altri valori, come la famiglia, gli affetti”. E allora viene in mente la sua di famiglia: suo padre, José Ramon, per 25 anni portuale e sindacalista a Gijon, nella spagnola Asturia, dove la conduttrice è nata, e sua madre Maria Antonia, insegnante di francese. Uniti nei difficili anni 70, quando a colpi di scioperi la Spagna usciva dalla dittatura e riaffermava i diritti dei lavoratori. “Ai sacrifici di mia madre e mio padre devo la mia vita di oggi. Senza la loro generosità non avrei potuto studiare danza al conservatorio di Madrid. Ed è la danza che mi ha portato al successo”. Facciamoli studiare Dopo il rientro in Italia, il rapporto con Intervita è cresciuto. Natalia ha coinvolto anche il fratello José Ramon e la sua fidanzata, che studia pedagogia e che ha elaborato un progetto per l?educazione scolastica. “Non serve a molto regalare penne e zainetti ai bambini del Terzo mondo”, afferma Natalia. “Vanno, piuttosto, aiutati a capire l?importanza dello studio perché conquistino gli strumenti necessari per poter costruire un?economia di base, prendere coscienza dei propri diritti, e affrancarsi dai governi corrotti che si arricchiscono sulla loro pelle. Invece, sono tanti i bambini che disertano i banchi di scuola per portare a casa qualche soldo in più, anche perché i genitori non vedono futuro nello studio”. Proprio per questo la priorità di Intervita è l?assistenza alla popolazione infantile, e propone, in prima battuta, l?adozione a distanza finalizzata ad accompagnare i piccoli guatemaltechi fino al termine del ciclo di studi. “Noi vip veniamo emulati in tante cose superficiali, dal taglio dei capelli, al trucco, ai vestiti. Sarebbe bello che venissimo imitati in queste iniziative, nobili e davvero necessarie.” “Di sicuro la crescita di questi Paesi sarà un processo difficile e lungo”, commenta ancora Natalia, “ma dai risultati migliori di quelli di una guerra, come abbiamo appena visto. Questo viaggio in Guatemala è un ricordo che porto con grande gioia nel mio cuore. Per quei bambini ero una persona qualunque, anonima, ma io in mezzo a loro mi sono sentita molto più contenta che se avessi fatto il Festival di Sanremo con un?audience pazzesca”. di Maria Cortese Info: Intervita onlus, via Valsugana 5 20139 Milano – tel. 02. 55231193 call center, 848883388 (al costo di una telefonata urbana) www.intervita.it


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