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Il resto della cena

Via libera alla legge del Buon Samaritano: le onlus potranno ritirare i cibi deperibili cucinati e non consumati nei ristoranti e nelle mense.

di Benedetta Verrini

Meno di un anno fa, il Consiglio dei ministri dava il via libera al disegno di legge del Buon Samaritano. Una proposta rivoluzionaria, ispirata e sostenuta da un gruppo di promotori tra cui la Fondazione Banco Alimentare e la Comunità di Sant?Egidio, per mettere la parola fine allo spreco colossale di cibo deperibile, eliminato dalle mense e dalle grandi catene di ristorazione. La settimana scorsa, il provvedimento ha ottenuto l?ok definitivo dal Senato e tra pochi giorni diventerà legge. Un solo, semplice articolo per far sì che tonnellate di primi, secondi e contorni già cotti ma mai consumati, possano essere ritirati e distribuiti dalle associazioni non profit a persone che non hanno di che sfamarsi. “è una grande svolta culturale che permetterà di evitare tutto questo spreco” commenta Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare. La novità legislativa non è di poco conto: tutte le onlus che effettuano distribuzione gratuita di prodotti alimentari a persone indigenti vengono equiparate al consumatore finale”. Ciò solleva completamente le imprese di ristorazione (o tutti gli altri potenziali “donatori”) dalle responsabilità sulla conservazione, sul trasporto, sul deposito e l?utilizzo degli alimenti, che vigevano fino a ieri. E “paralizzavano” ogni possibilità di donare cibi deperibili. “Da oggi chi riceve si assume la completa responsabilità giuridica sulla conservazione dei cibi”, spiega Lucchini. Inizialmente, il ddl conteneva un secondo comma in cui si ribadiva l?eliminazione dei controlli sanitari, ma il passaggio è stato cassato dalla commissione Affari sociali della Camera che, dopo un dibattito piuttosto acceso, è arrivata a cambiare anche i destinatari della legge: non più organizzazioni di volontariato, enti ecclesiastici, fondazioni e associazioni di promozione sociale, ma soltanto organizzazioni riconosciute come onlus. “Una scelta rigida, che certo esclude alcune realtà”, prosegue Lucchini, “ma comunque l?80% delle organizzazioni che operano nel settore è già riconosciuta come onlus”. Vada per l?assunzione di responsabilità, ma i controlli? “è ovvio che l?impegno sui controlli sarà al massimo grado, nella consapevolezza che chi riceve il cibo è particolarmente vulnerabile”, spiega Cecilia Canepa, promotrice e instancabile sostenitrice della legge del Buon Samaritano, “al più presto il Banco Alimentare farà partire una prima sperimentazione in una zona di Milano”. Le regole osservate saranno le stesse delle grandi aziende produttrici di cibo che distribuiscono i pasti nelle mense. “Da un certo punto di vista, per noi il meccanismo risulta più semplice”, aggiunge Lucchini, “perché questi prodotti vengono ritirati e consegnati, e non finiscono in magazzino. A livello operativo, sarà necessario aumentare i mezzi e i camion”. E per quanto riguarda i potenziali donatori, sono già stati presi contatti con Gemeaz Cusin (società leader nella distribuzione di pasti) e Milano Ristorazione (società del Comune di Milano che distribuisce i pasti nelle mense scolastiche). “Si apre una fase di comunicazione su questa nuova opportunità”, commenta Lucchini. “Le grandi catene di ristorazione sono forse interlocutori più preparati sulle novità legislative, ma credo che troveremo una grande sensibilità anche tra i singoli ristoratori”.


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