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Attivismo civico & Terzo settore

E ora un registro dei conti correnti

Riccardo Bonacina avanza una proposta per regolamentare le future raccolte fondi.

di Riccardo Bonacina

Come evitare che possa ancora accadere che 100 milioni di euro, frutto della generosità di milioni di italiani, possano sparire nel nulla senza lasciare traccia?

Questa, in termini crudi, è la domanda che la vicenda Molise, un anno dopo, pone a tutti e in particolar modo al Terzo settore e alle istituzioni pubbliche. Una domanda ineludibile, crediamo, anche perché dei circa 44 milioni di euro di donazioni “pro Molise” di cui Vita è stata in grado di trovare traccia e bandolo, solo il 73%, ad oggi, è stato effettivamente speso. E gli altri 66 milioni di euro (almeno), dove sono finiti? E i soldi non spesi dove sono? Noi avanziamo una proposta semplice perché non accada più. È possibile prevedere in caso di grave emergenza una regola, un codice di comportamento che tuteli sia chi è mosso all'aiuto da spirito di solidarietà, sia chi ha effettivamente bisogno del sostegno di tutti? Sappiamo che il caso Molise è stato a suo modo eccezionale per il coinvolgimento emotivo degli italiani che, di fronte alle 27 vittime innocenti di San Giuliano, hanno dato vita alla più grande raccolta fondi mai registrata. Ma proprio per questo, la raccolta fondi pro Molise deve pur rappresentare un punto di svolta se non vogliamo che a occuparsi della nostra generosità sia sempre la magistratura.

È possibile, per esempio, prevedere che in caso di grave emergenza nazionale, tutti coloro che accedono ad un conto corrente bancario o postale debbano obbligatoriamente comunicarlo a un?autorità pubblica? L?obbligo di registrazione dell?attività di raccolta fondi (presso la Protezione civile, per esempio, o all'Agenzia sulle onlus, o presso le istituzioni locali, prefettura o Regione) permetterebbe insieme di non tarpare le ali alle necessarie iniziative private e sul territorio, capaci di intercettare ogni desiderio di mobilitazione, e nello stesso tempo permetterebbe di tenere traccia della raccolta fondi e di chi è titolato a farlo. Si tratta di una proposta semplice, di buon senso, ma se una norma simile ci fosse stata, oggi le 30mila raccolte fondi su web e le centinaia di iniziative pro Molise attivate lo scorso novembre avrebbero un nome e cognome e un risultato certo. Invece, oggi dobbiamo riconoscere che di circa il 50% di ciò che fu raccolto non c'è traccia. E riconoscendo ciò si legittima ogni sospetto. Perciò lanciamo un?idea semplice affinché si discuta e ci si attrezzi per tempo.


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