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A Bari è nata una consulta. “Per far sentire la nostra voce allo stato”

Esperienze antiusura/1

di Redazione

Da Roma in giù, cadere nelle mani degli usurai significa rischiare non solo la reputazione, ma anche la vita, perché il business del prestito sommerso, qui è territorio di mafia: non ai margini del diritto, ma all?estremo opposto. Dunque l?impegno contro l?usura nelle regioni del Sud assume un senso civile ancora più forte. è difficilissimo, ad esempio, ricostruire l?entità del debito, spesso contratto a voce; nella trattativa, è indispensabile che un testimone accompagni sempre il debitore. Ed è al Sud che il ruolo della società civile si è rivelato decisivo negli anni più pesanti della lotta all?usura. Esemplare il caso della Fondazione San Nicola, presieduta da monsignor Alberto d?Urso, che ha voluto costituire a Bari una Consulta nazionale delle associazioni antiusura, “per far sentire la nostra voce con più determinazione, rafforzando il dialogo con il governo. La gente deve capire che lo Stato è vicino a loro”, dice Alberto D?Urso. “L?intervento pubblico, oggi, è indirizzato verso i piccoli imprenditori, ma trascura le famiglie, soggetti ancora più vulnerabili, che sono la gran parte dei nostri assistiti. Persone che hanno bisogno di un intervento finanziario immediato, ma anche di un?educazione alla legalità”. Dopo avere chiesto l?aiuto, infatti, il passo più difficile è la denuncia dell?aguzzino, il taglio definitivo con un “protettore” che non molla. “Spesso i mafiosi, per convincere il debitore a rimanere legato a loro, dimezzano la cifra dovuta. Per loro è più importante dei soldi tenere le vittime in condizione di perenne inferiorità”, conclude monsignor D?Urso.


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