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Agriturismo, la riforma è servita. Nel piatto

La commissione Agricoltura ha licenziato il testo di una nuova normativa. Valorizzazione del territorio é il criterio base.

di Ida Cappiello

Potrebbe essere approvata entro fine anno la nuova legge quadro sull?agriturismo,un testo unificato licenziato dalla commissione Agricoltura sulla base di diverse proposte. “L?agriturismo è nato per integrare il reddito degli agricoltori, minacciati dalla globalizzazione e dalla strutturale riduzione del peso economico del settore primario “,dice Giacomo De Ghislanzoni,promotore dellalegge. “La necessità di sostenere l ?agricoltura per ragioni di ordine sociale è un fatto ormai acquisito a livello europeo,per non distruggere il legame della popolazione e dell ?edilizia con il territorio,soprattutto nelle zone marginali di collina e montagna che rischiano lo spopolamento e possono trovare nel turismo una possibilità di rinascita, sfruttando come valore economico le specificità locali:prodotti, vegetazione, clima, fauna, artigianato e cultura “. La legge cerca appunto di definire con maggiore chiarezza alcuni paletti a tutela di questo fondamentale legame. In primis, l?imprenditoreagricolo deve gestire in proprio l ?ospitalità e non può delegarla, pena la decadenza dalla qualifica di agriturismo con i relativi benefici. Inoltre, l?attività ricettiva dev ?essere proporzionata a quella agricola usando come parametro di riferimento i tempi di lavoro relativi alle due attività. Secondo fondamentale, i prodotti serviti agli ospiti dell?agriturismo devono essere “prevalentemente “, recita il testo, di produzione interna o comunque di aziende limitrofe. Percentuali e tipologia dei prodotti saranno poi specificati dalle Regioni in coerenza con la loro autonomia.


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