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Non aprite quella stanza

Droghe. Dopo il dibattito sulle shooting-rooms / Un esperto spiega la politica di somministrazione assistita adottata dal governo elvetico - di Mariangela Mistretta -

di Redazione

La pubblicazione sulla rivista scientifica The Lancet dello studio dell?università di Zurigo sulla politica di tolleranza dell?eroina praticata in Svizzera dal 1991, ha infiammato il dibattito politico nel nostro paese. La ricerca condotta, dietro richiesta delle autorità federali elvetiche che volevano che fosse appurata l?efficacia del cammino che si stava intraprendendo, ha rivelato che in un arco di tempo di 15 anni la somministrazione assistita dell?eroina ha portato nel cantone di Zurigo a un sensibile calo del numero di consumatori. Per capire meglio come è stato condotto questo approccio sperimentale, abbiamo incontrato il sociologo Carlos Nordt che, assieme allo psichiatra Rudolf Stohler, ha realizzato la ricerca su un campione di 7.256 persone, documentandone il cammino. Vita: Stando ai dati da voi pubblicati il trend sembra incoraggiante, eppure la politica di tolleranza dell?eroina adottata dalla Svizzera è stata aspramente criticata da vari paesi e istituzioni internazionali, fra cui l?Onu. Carlos Nordt: Sì, le reazioni negative sono emerse quando nel nostro paese è stata adottata una politica di tolleranza verso il problema. Scelta che, a parere di molti, avrebbe attirato nuovi consumatori e prolungato il periodo di dipendenza di chi già ne faceva uso. Non c?è indicazione nel nostro studio che questa politica abbia attratto nuovi consumatori, anzi, al contrario il dato si è sensibilmente ridotto e si è passati da 850 nuovi consumatori nel 1991 a 150 nel 2000. I dati indicano un picco dei consumi nel 1990 poi, da quando la politica è stata introdotta nel 1991, il numero è iniziato progressivamente a diminuire. Cosa che non abbiamo riscontrato in altri paesi con politiche repressive come Australia e Italia. Ma sono anche altri i dati interessanti che sono emersi? Vita: Quali? Nordt: Abbiamo rilevato che con un?adeguata assistenza medica e un sostegno psicologico, un soggetto su due nell?arco di due anni ha scelto di passare dalla somministrazione assistita di eroina al trattamento con il metadone e tentare la strada della disintossicazione. Abbiamo anche osservato una riduzione di mortalità per overdose e la progressiva riduzione di comportamenti criminali legati allo spaccio e al consumo della sostanza. Inoltre il consumo di eroina ha smesso di assumere il significato di un atto di trasgressione ed è invece oggi percepito come un problema medico, una malattia insomma. Vita: Si parla tanto delle ?stanze del buco?, ma di cosa si tratta? Nordt: È importante avere un?idea chiara: ho letto da qualche parte che un tossicodipendente in Svizzera va dal medico, si fa dare la dose e se la inietta in questi locali aperti agli eroinomani. Non è così, stiamo parlando di cliniche dove la somministrazione è assistita da medici. Se veicoliamo l?immagine sbagliata il rischio è di creare dei pregiudizi, il che non aiuta. Vita: Il calo dei consumi non può essere attribuito al passaggio ad altre droghe – cocaina, cannabis, anfetamine – che hanno effetti meno visibili o sono più di moda? Nordt: Questo non si può escludere, ma non esclude nemmeno i dati positivi registrati. Inoltre ritengo che sia sempre utile aiutare in modo efficace chi soffre, sostenere i soggetti dipendenti da eroina a intraprendere un cammino di disintossicazione, garantire loro l?adeguata assistenza medica e giuste condizioni sanitarie. Nel cantone di Zurigo abbiamo anche assistito a una minore incidenza del contagio dell?Hiv e dell?epatite. Vita: Perché secondo lei in Svizzera è stato possibile adottare una politica liberale? Nordt: Credo che la semplice iniziativa politica non avrebbe dato i suoi frutti se non ci fosse stato il consenso della popolazione. Vede, la situazione era diventata insostenibile: per la gente il Needle park – il parco degli aghi – di Zurigo, era fonte di malessere e disagio. Un?immagine di profonda sofferenza e degrado, poco associabile all?idea che gli svizzeri hanno della Svizzera, e la gente si è detta che era tempo di tentare nuove strade. Ma in generale il nostro paese ha una lunga tradizione liberale verso alcuni temi: non so se questo può essere esportabile. Vita: Il programma di somministrazione assistita dell?eroina quindi da voi andrà avanti? Nordt: Sì, ma adesso dovremo concentrarci non tanto su come evitare che ci siano nuovi consumatori, ma come aiutare i recidivi: alcuni di loro hanno più di 60 anni. è difficile per un eroinomane riuscire a disintossicarsi. Noi abbiamo registrato un 1% annuo di casi: dopo un periodo di astinenza ci può essere la ricaduta e il ritorno al programma metadonico. Questa è la prossima sfida che dovrà essere affrontata. Vita: È possibile adottare la stessa politica liberale per altre droghe? Nordt: Credo che il problema dell?eroina abbia in sé qualcosa di peculiare per il fatto che i soggetti possono essere trattati con il metadone. La possibilità di una terapia medica sostitutiva deve essere alla base di una politica di tolleranza, si rifà ai principi della strategia dei quattro pilastri introdotta nel 1991 (prevenzione, terapia, riduzione dei danni, repressione), mentre non esiste qualcosa di simile per la cocaina o per la cannabis.


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