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Oms: Epatite B e C, 600 mln di ammalati nel mondo

anti sono, nel mondo, gli infettati da epatite B o C, a lanciare l'allarme e' l'Ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della sanita'

di Redazione

Un esercito di circa 600 milioni di persone. Tanti sono, nel mondo, gli infettati da epatite B o C, malattie spesso silenziose e subdole, che possono mettere a rischio la vita. Ma che troppo spesso restano non diagnosticate: si stima che fino all’86% dei malati di epatite C non sappia di aver contratto il virus. A lanciare l’allarme e’ l’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanita’, che da Copenhagen unisce la sua voce a quella dell’Easl (European Association for the Study of the Liver) e dei malati di fegato del Vecchio continente, per sensibilizzare governi e cittadini. Occorre intervenire al piu’ presto, dicono gli esperti in vista della prossima Giornata mondiale contro le epatiti -che si celebrera’ il 1 ottobre- prima che si scateni nel globo un’epidemia di malattie di fegato. I numeri non lasciano ben sperare: 350 milioni di persone nel mondo sono state infettate dall’epatite B, nonostante dal 1991 l’Oms abbia raccomandato di aggiungere questa vaccinazione ai programmi di immunizzazione nazionali. Contro il virus C non c’e’ ancora un vaccino, ma le moderne terapie permettono a molti di guarire. Il problema e’ che la maggioranza dei pazienti non sa di essere malata. Proprio per questo al coro degli esperti si unisce la voce di Sir Bob Geldof, cantante ideatore del ‘Live Aid’ e di tante manifestazioni di solidarieta’. La star si rivolge alle persone a rischio: ”Fate il test, prima che sia tardi -dice Geldof, testimonial della manifestazione, in un videomessaggio inviato oggi alla sede danese dell’Oms- Stigma, vergogna e paura possono soffocare la consapevolezza. Queste barriere impediscono alle persone di fare i controlli, le terapie, e di liberarsi dalla malattia. Il problema con l’epatite C -ricorda- e’ che non da’ sintomi: si puo’ essere infettati da anni senza saperlo”. Un nemico silenzioso, ”che pero’ oggi in molti casi puo’ essere vinto. Chiedete consiglio al vostro medico, chiedete quali sono i fattori di rischio. Perche’ e’ terribile arrivare alla diagnosi quando la malattia e’ troppo avanti per essere trattata”.


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