Cooperazione & Relazioni internazionali

Giudicatemi sui risultati

Da gennaio l'Oms sarà guidata da Margaret Chan, esperta di pandemie con due priorità: l'Africa e le donne

di Sara De Carli

Nei corridoi tutti si chiedono come fa una cinese a chiamarsi Margaret. Sarà cristiana, azzarda qualcuno. Eppure Margaret Chan è cinese e dal 9 novembre è anche il nuovo direttore generale dell?Oms, l?Organizzazione mondiale della sanità. La Chan partiva svantaggiata, dopo la nomina all?Onu del sudcoreano Ban Ki-moon. E invece anche l?Oms ha scelto l?Asia. Al rush finale, al vaglio dell?executive board composto da 34 Paesi sui 193 membri, la Chan è arrivata con il candidato messicano, il ministro della Sanità, Julio Frenk. E ha stravinto: 24 a 10. L?hanno appoggiata l?Asia, l?Africa e i Paesi arabi, mentre l?Europa e le Americhe erano per Frenk. Nei corridoi dicono che la Chan ha vinto per due motivi: perché è cinese (e la Cina è l?unico grande Paese a essere anti americano senza essere islamico) e perché sembra essere indipendente dalla pressione dell?industria (farmaci, cibo, tabacco, alcool). Laurea in Canada, 59 anni, la Chan è stata a capo del Dipartimento centrale di sanità cinese per dieci anni. È un?esperta di pandemie, come la Sars e l?influenza aviaria. All?Oms è approdata nel 2003. Nel discorso che ha seguito la nomina, la Chan ha detto: «Voglio essere giudicata dall?impatto che riusciremo ad avere sulla salute di due gruppi di persone: la gente dell?Africa e le donne». Questi due saranno, da qui al giugno 2012, «gli indicatori delle performance dell?Oms». Il prossimo appuntamento è per il 4 gennaio 2007, data in cui la Chan si insedierà ufficialmente. Fino ad allora, l?unico scontento sarà Taiwan, che da anni tenta di rientrare nell?Oms: con Margaret la sua poltrona si fa più lontana.


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