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Mano tesa agli over 40

Due proposte di legge tentano di tutelare chi viene espulso dal mondo del lavoro, ma è troppo giovane per la pensione

di Redazione

Sono 700mila i «troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per lavorare». Lo dice uno studio della commissione Lavoro e Previdenza sociale del Senato. Persone che hanno perso il lavoro dopo i 40 anni e non riescono a rientrare nel mercato, ma allo stesso tempo non si sentono, né per spirito né per professionalità, pensionati. Per favorire il loro reinserimento nel mondo produttivo sono stati presentati due disegni di legge (al Senato da Giorgio Roilo e alla Camera da Gloria Buffo, entrambi dei Ds), sollecitati da Adtal, l?associazione per la tutela dei diritti acquisiti dei lavoratori presieduta da Armando Rinaldi. «Il provvedimento propone una serie di strumenti», spiega Rinaldi, «come incentivi per le assunzioni, percorsi formativi mirati, previsioni di favore per l?affidamento di appalti da parte delle pubbliche amministrazioni e benefici per favorire la formazione di imprese individuali o societarie e cooperative, con l?estensione a questi soggetti delle norme già esistenti, come, ad esempio, quelle per le cooperative sociali e i contratti di formazione e lavoro. Inoltre propone di includere anche questi ex lavoratori tra le categorie svantaggiate».

Un punto di riferimento

L?associazione Atdal è nata nel 2002 da un gruppo di persone con il desiderio di combattere l?esclusione dal mondo del lavoro, esperienza che avevano vissuto personalmente. Armando Rinaldi nel dicembre 1999 è stato costretto a concordare le dimissioni da dirigente di multinazionale: aveva 51 anni e 34 anni di contributi versati. «L?obiettivo è quello di dare voce ad una situazione drammatica che riguarda molte persone e aprire canali di confronto. Non diamo consulenze legali, siamo un movimento di opinione, una realtà prima assente nel nostro panorama, un punto di riferimento perché i lavoratori in età matura non si sentano soli».

In cerca di soluzioni

Nel settembre 2004 Adtal ha dato vita a un?altra associazione, Lavoro over 40, con compiti prettamente operativi, per trovare insieme alle istituzioni concrete soluzioni di ricollocamento. Ad oggi sono oltre 1.500 le adesioni raccolte dalle due realtà in tutta Italia. Il fenomeno della perdita del lavoro degli over 40 è infatti diffuso in tutto il Paese e in ogni tipo di impresa. «Riguarda indistintamente i lavoratori delle piccole aziende, dove non applicandosi l?articolo 18 si può licenziare senza giusta causa, e quelli di ditte medie e grandi in cui gli incentivi all?esodo e la pratica del mobbing permettono di liberarsi degli indesiderati costringendoli alle dimissioni», spiega Rinaldi.

Ma i sindacati? «Intervengono durante le grandi ristrutturazioni che comportano l?espulsione di centinaia di lavoratori e ottengono l?impiego di ammortizzatori sociali. Nel caso dell?esclusione individuale i lavoratori sono abbandonati, emarginati e privi di qualsiasi tutela».

«Parlare di questa fascia di disoccupazione», conclude Rinaldi, «significa parlare del tema dell?occupazione più in generale, dell?evoluzione o involuzione del nostro sistema impresa, delle misure più idonee per contrastare il fenomeno della precarietà giovanile e non, degli interventi urgenti e necessari in materia di welfare e previdenza. Noi crediamo innanzitutto che il rilancio dell?occupazione e del sistema impresa in Italia debba passare attraverso un?importante azione culturale di recupero di quei valori etici e professionali ai quali molta parte dell?imprenditoria sembra aver da tempo abdicato. Il rilancio di un ruolo anche sociale delle imprese, la focalizzazione su ciò che si produce, su come e per chi lo si produce, sulla ricerca a sostegno della competitività, costituiscono elementi determinanti dai quali non si può prescindere».

Info:
www.adtal.it
www.lavoro-over40.it


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