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Kriptos, contro la cocaina l’arma anonimato

Si chiama Kriptos, che in greco vuol dire nascosto. È un nuovo progetto appena partito in Veneto per la lotta alle dipendenze, in particolare alla cocaina, di Davide Nordio

di Redazione

Si chiama Kriptos, che in greco vuol dire nascosto. È un nuovo progetto appena partito in Veneto per la lotta alle dipendenze, in particolare alla cocaina.

L?idea parte da due dati di fatto incontrovertibili: il primo è l?aumento del consumo della polvere bianca, confermato dai dati del ministero dell?Interno sui sequestri di stupefacenti: solo a Treviso in un anno la cocaina sequestrata è aumentata del 100%, per oltre 13 chili nel 2006. Il secondo: difficilmente i consumatori di cocaina, pasticche, ecc. si rivolgono a servizi quali i SerT.

La Regione Veneto, con la Usl 9 e il Ceis – Centro italiano di solidarietà di Treviso hanno predisposto il progetto Kriptos che mira proprio ad intercettare queste persone, spesso non consce di vivere una dipendenza: «Gli stessi familiari o colleghi di lavoro non percepiscono il problema. È necessario quindi pensare a modalità di approccio diverse da quelli proposte finora». Come spiega Daniele Corbetta del Ceis trevigiano, «il progetto si basa su tre strumenti: una campagna di informazione a vasto raggio che lancerà lo slogan Attenti alle strisce, un sito internet e un numero verde. Questi ultimi due permetteranno non solo di informarsi, ma anche di accedere ai servizi di aiuto in modo assolutamente anonimo e gratuito». La riservatezza è garantita anche in fase di approccio con l?équipe medico-psicologica: «Sono state individuate strutture», continua Corbetta, «che non sono per nulla riconducibili al problema droga». In altre parole uffici e ambulatori non saranno all?interno dei SerT o di strutture ospedaliere e paraospedaliere.

La gravità del problema cocaina in Veneto è espressa dalle ultime cifre elaborate: il 6% dei maschi e il 3,5 delle femmine ha provato questa sostanza almeno una volta. Preoccupanti anche le cifre che riguardano i giovani studenti: nella fascia 15-19 anni l?ha provata il 4,5% e tra i 19enni la percentuale è addirittura del 10%. Inoltre è ormai assodato che la cocaina ha perso il fascino dell?elitarietà: non è più la droga dei ricchi e il consumatore non veste per nulla i panni del tradizionale tossico: si tratta invece del giovane studente, appunto, come di persone assolutamente normali che vogliono provare l?ebbrezza di essere all?altezza di ogni situazione nello studio o nel lavoro e per questo vogliono una carica in più. Oppure vogliono lo sballo da week end. In questo modo la cocaina si mimetizza nel contesto sociale. E il rischio non è tanto nella dipendenza ma soprattutto nei danni di natura fisica e psicologica che si producono nel medio-lungo periodo. E, sempre legata alla cocaina o alle pasticche, vi è la tendenza alla poliassunzione, cioè il ricorso ad alcool e droghe leggere. Insomma, una miscela esplosiva che può essere disinnescata e sconfitta solo trovando soluzioni innovative nell?approccio.


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