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Volontariato: nuova legge? Parla il Terzo settore

Sergio Marelli (Focsiv), Andrea Olivero (Acli), Wilma Mazzocco (Portavoce del Forum del Terzo settore) rispondono alle suggestioni raccolte ieri dall Dire di Stefano Zamagni (Agenzia Onlus)

di Giulio Leben

Maggiore definizione del settore, riordino dei benefici fiscali, rispetto dell’autonomia del volontariato. Ancora: valorizzazione delle reti nazionali, congedi e permessi (pur non retribuiti) per i dirigenti, semplificazione dei rapporti con le istituzioni e una seria riflessione sui centri servizi. Sono le proposte dei rappresentanti delle associazioni di volontariato per rinnovare la normativa riguardante il terzo settore.

Perche’ i tempi sono maturi per una nuova legge e per una sostanziosa “manutenzione legislativa” della normativa vigente, come ha spiegato in una intervista alla Dire Stefano Zamagni, da poco nominato presidente dell’Agenzia nazionale per le onlus. Il docente di Economia all’Universita’ di Bologna ha per questo sollecitato i suggerimenti dei rappresentanti del settore a governo e Parlamento. Un appello raccolto al volo dalle associazioni non profit.

A partire dal mondo delle Ong italiane che, con il presidente Sergio Marelli, mette subito i puntini sulle ‘i’: “Innanzitutto- spiega- serve una maggiore omogeneizzazione delle leggi riguardanti il volontariato. Leggi- precisa il presidente dell’Associazione ong italiane- che non definiscano ma rispettino l’autonomia del settore”. Ma anche “una semplificazione delle relazioni con le istituzioni e un maggiore supporto per il nostro lavoro e per la nostra azione sociale”.

Sulla stessa linea anche Andrea Olivero, presidente delle Acli, che propone una definizione piu’ precisa dei soggetti considerati parte attiva del volontariato. “Una definizione- sottolinea- che va fatta sulla base di un criterio che indichi il valore sociale dell’associazione”. Una normativa -aggiunge- “che vada a sostenere tutte le organizzazioni di promozione volontaria, non solo le organizzazioni di volontariato ma anche quelle associazioni che hanno al proprio interno persone che operano in azioni promozione sociale”.

Serve poi “un riordino dei benefici fiscali da porre alle organizzazioni. Con il ricorso a criteri sostanziali, non formali o giuridici, per l’assegnazione di questi benefici”. Perche’ -e’ la domanda del presidente delle Acli- “come si fa a sostenere chi opera nella promozione sociale senza armonizzare le norme sul volontariato?”. C’e’ poi il Forum del terzo settore, che raccoglie tutte le principali associazioni di volontariato italiane.

Wilma Mazzocco, portavoce del Forum, fa tre proposte ma ricorda come il ‘suo’ cartello di associazioni no profit abbia gia’ avviato un gruppo di lavoro per rivedere la legge 266. Al centro delle sue proposte, Mazzocco mette “la valorizzazione delle reti nazionali del volontariato”, il ricorso a “forme di congedo o permessi diretti ai dirigenti nazionali, anche se non retribuiti”, e, ultima ma non meno importante, “una riflessione specifica sui centri di servizi al volontariato, perche’ vengano considerati delle agenzie di sviluppo per la promozione del volontariato”.


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